Fondo pensione: come ritirare i soldi in anticipo, costi, esempi

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Aderire a un Fondo pensione complementare diventa sempre più indispensabile. Infatti, affiancare una “seconda” pensione a quella principale, rappresenta un ottimo modo per non perdere lo stile di vita da lavoratore, anche da pensionati. Non è affatto semplice passare da uno stipendio, ad esempio, di 1.500 euro a una pensione di 800 euro. È necessario, dunque, porre rimedio fin da giovane età per garantire una pensione sufficiente alle proprie aspettative. A volte la scelta è dettata anche da questioni fiscali, visto che le somme versate durante l’anno al predetto fondo sono totalmente deducibili dall’imponibile fiscale. La funzione, quindi, è duplice:

  • da una parte, evitare di trovarsi nel primo assegno pensionistico un importo al di sotto delle proprie aspettative;
  • dall’altra, usufruire di incentivi fiscali per pagare meno tasse.

Per fare ciò, gli strumenti a disposizione sono tantissimi e diversi: si va dai semplici “Fondi pensione” ai “Piani Individuali Pensionistici”, conosciuto con l’acronimo di PIP. Naturalmente, non bisogna dimenticare che le some di denaro verranno poi restituiti, con la rivalutazione (cioè gli interessi), una volta andati in pensione.

A volte, però, può accadere che gli assicurati hanno bisogno di ricevere i soldi in anticipo rispetto all’età pensionistica. Possono capire naturalmente degli imprevisti che impongo all’assicurato di chiedere i soldi accantonati in via anticipata.

Ma come fare come fare per ritirare i soldi in anticipo? Vediamo quindi in dettaglio quali sono le casistiche accettate dalla legge per richiedere i soldi in via anticipata.

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Fondo pensione: cos’è e chi può accedervi

Evidenziamo innanzitutto cos’è un “Fondo pensione” e chi può accedervi. Ebbene, la previdenza complementare, disciplinata dal D.Lgs. 5 dicembre 2005 n. 252, è definita dal nostro ordinamento giuridico come il secondo pilastro del sistema pensionistico, che si aggiunge dunque alla forma di previdenza ordinaria, in genere garantita dall’INPS. Infatti, lo scopo primario della previdenza complementare è quello di integrare la previdenza obbligatoria, garantendo a fine della carriera lavorativa un tenore di vita alto.

I destinatari dei fondi pensione sono:

  • i lavoratori dipendenti, privati e pubblici;
  • i soci lavoratori e i lavoratori dipendenti di società cooperative di produzione e lavoro;
  • i lavoratori autonomi e i liberi professionisti;
  • persone che svolgono lavori non retribuiti in relazione a responsabilità familiari;
  • lavoratori con un’altra tipologia di contratto (ad es. un lavoratore a progetto o occasionale).

Fondo pensione: come avviene la restituzione

Come anticipato in premessa, aspettare di accedere alla pensione non è l’unico modo per avere indietro i propri soldi. Esistono altri due modi, ossia:

  • anticipazione, se durante la vita lavorativa si decide di chiedere una parte dei soldi accumulati nel fondo, continuando a alimentare il fondo;
  • riscatto totale, se si chiedono tutti i soldi prima della pensione, e dunque in automatico cessa anche il fondo stesso.

Fondo pensione: come funziona l’anticipazione e quando può essere richiesta

Chiaramente non è possibile chiedere in ogni caso l’anticipazione o il riscatto, in quanto bisogna rispettare dei limiti di legge, nonché l’ammontare che può essere richiesto. Inoltre, cambia anche la tassazione a cui sei sottoposto.

Vediamo quindi nel dettaglio quali sono i casi di anticipazione del Fondo pensione e quando può essere richiesto:

  • spese sanitarie (per sé stessi, coniuge e figli), l’anticipazione può essere fatta sempre, fino al 75% del capitale accumulato. I rendimenti del fondo sono sempre tassati al 12,5% per la parte in titoli di Stato e al 20% per quella azionaria;
  • acquisto 1° casa (per sé stessi o per i figli), ristrutturazione 1° casa e qualunque altro motivo, l’anticipazione può essere fatta dopo 8 anni, fino al 75% del capitale accumulato (concorrono al conteggio anche gli anni in cui i versamenti sono stati temporaneamente sospesi). I rendimenti del fondo sono sempre tassati al 12,5% per la componente in titoli di Stato e al 20% per quella azionaria. Il riscatto può essere richiesto anche se a procedere all’acquisto è il coniuge del soggetto titolare del fondo pensionistico purché ci sia fra i due la comunione dei beni.

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Fondo pensione: come funziona il riscatto

Come detto è possibile chiedere anche il riscatto totale di quanto versato in caso di:

  • invalidità;
  • disoccupazione superiore a 48 mesi;
  • morte (ovviamente in questo caso dovranno pensarci i tuoi eredi);
  • perdita dei requisiti di partecipazione al fondo.

Quest’ultimo caso può avvenire quando si aderisce a un fondo di categoria oppure a un fondo aperto con cui l’azienda ha siglato un accordo, e si decide di cambiare lavoro e il contratto collettivo che lo regola.

Per esempio, ti dimetti da una società del settore terziario, quindi avevi FonTe, e vai in una società del settore energetico: il tuo nuovo fondo sarà Fondenergia. In questo caso puoi decidere di riscattare il tuo fondo, cioè prendere indietro tutti i soldi. Dal 2018, però, c’è una novità: la legge sulla concorrenza ha esteso la possibilità di chiedere il riscatto in caso di perdita dei requisiti (cambio contratto collettivo e cessazione lavoro, per esempio) anche agli aderenti a un fondo pensione aperto o un Pip in forma individuale. Rispetto al passato, quindi, un soggetto che cambia o perde il lavoro ed è iscritto a un qualsiasi fondo pensione, può riscattare immediatamente tutta la posizione accumulata.

In tali casi i rendimenti del fondo sono sempre tassati al 12,5% per la parte in titoli di Stato e al 20% per quella azionaria.

Fondo pensione: riscatto anticipato per licenziamento

Il riscatto anticipato può avvenire anche nella fattispecie del licenziamento. L’anticipo può essere avanzato se sono trascorsi almeno 12 mesi dalla data di licenziamento. A tal fine, il soggetto dovrà compilare e consegnare la relativa modulistica di richiesta reperibile online. Andrà inoltre allegata l’opportuna documentazione attestante la perdita di impiego. La percentuale di importo che è possibile riscattare è pari:

  • al 50% dell’importo maturato (se la richiesta di riscatto viene avanzata fra i 12 e i 48 mesi dalla perdita dell’attività lavorativa);
  • il restante 50% di quanto maturato nel fondo integrativo, potrà essere riscattato una volta superati i 4 anni dalla data di licenziamento. Per poter, infatti, riscattare il residuale 50% fondamentale è che l’arco temporale di disoccupazione sia superiore ai 4 anni.

Bisogna tenere presente che alcuni fondi pensione permettono tuttavia la possibilità di riscatto in percentuali diverse da quanto sopra indicato. Naturalmente la percentuale che è possibile richiedere è ben specificata nelle diverse clausole contrattuali dei diversi fondi complementari.

Si evidenzia, infine, che la richiesta di riscatto anticipato non è gratuita. È infatti soggetto a tassazione l’importo maturato che non è stato oggetto di tassazione in precedenza.

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Daniele Bonaddio

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