Tampone rapido, molecolare, test sierologico e pungidito: facciamo chiarezza

Redazione 07/06/21
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Il coronavirus è ormai entrato nelle nostre vite da più di un anno e stiamo ancora combattendo in tutto il mondo per poter frenare questa pandemia globale. Moltissime cose le abbiamo imparate, altre invece, le stiamo ancora conoscendo.

Abbiamo affinato soprattutto le tecniche di screening e monitoraggio, che unite al distanziamento e al rispetto di alcune difficili regole, ci hanno permesso di limitare al meglio delle nostre possibilità la diffusione del coronavirus.

Adesso che anche la campagna vaccinale è partita e ha preso piede, soprattutto in Italia, le cose sembrano migliorate ulteriormente, ma la strada sarà ancora lunga e dovremmo sempre stare allerta.

Abbiamo sentito parlare in questi mesi di test pungidito, sierologici, tamponi molecolati pcr, tamponi rapidi tamponi drive in, rx toraciche e anche di termini tecnici come IGG e IGM.

In questo articolo vogliamo darvi un riassunto di tutti gli esami di screening ad oggi disponibili e relativa spiegazione dettagliata.

Questo chiarezza è importante anche perché, nel momento in cui vi stiamo scrivendo (estate 2021), si sta parlando molto del green pass. Una carta verde che sarà legata ad una vaccinazione eseguita o ad un tampone eseguito nelle 48 ore precedenti alla partecipazione ad un evento oppure a un viaggio all’estero.

Andiamo con ordine e vediamo allora nel dettaglio i test ad oggi disponibili.

Test Pungidito

Forse il primo test di cui abbiamo sentito parlare. Si tratta di un esame del sangue che entro circa 10 minuti riporta il risultato. Ci sono tre linee da seguire: C che se presente indica la riuscita del test. Invece IGG e IGM ci dicono se abbiamo l’infezione in corpo o abbiamo sviluppato gli anticorpi.

Difficile dare le cifre esatte in percentuale di affidabilità, ma nonostante non ci riporti un dato sicuro, è considerato affidabile e ci indica una prima traccia per effettuare ulteriori indagini.

Questa tipologia di test utile per individuare se sono stati sviluppati anticorpi. I tamponi e test sierologici sono forse più avanzati come metodo di screening, ma il test pungidito ha il vantaggio di essere preferito da molti per la sua semplicità di esecuzione.

Test Sierologico

Un semplice esame del sangue venoso, che mostra anch’esso l’eventuale presenza di anticorpi. Con il sierologico possiamo sapere se abbiamo sviluppato anticorpi, se è ancora in corso l’infezione o se non abbiamo né infezione né anticorpi.

Anche qui l’efficacia è affidabile anche se non assoluta, dato che potrebbe dare in alcuni casi un falso negativo.

Tampone PCR molecolare

Il tampone PCR ad oggi è il test più affidabile per la diagnosi del coronavirus. Attualmente è un test che viene richiesto per “uscire” dalla quarantena (salvo altre indicazioni temporali) e per effettuare viaggi internazionali.

Mediamente il risultato si può ottenere entro 48 ore.

Tampone Rapido (antigenico)

Il tampone rapido è molto richiesto per avere una traccia della situazione e non si vuole aspettare del tempo.

Il risultato può essere meno preciso rispetto al tampone molecolare. Ma è comunque una risposta altamente affidabile. In caso di esito positivo è fortemente consigliato sottoporsi a successivo PRC.

Il risultato di questo tampone rapido viene rilasciato entro 15 minuti circa.

La modalità drive-in del tampone

Come suggerisce la parola è un tampone che viene eseguito comodamente seduti nella propria vettura, il test può essere svolto sia rapido che molecolare.

Vaccinazioni aziendali

Dal 3 giugno sono aperte le vaccinazioni per le aziende private. Il Centro Medico Unisalus di Milano aderirà all’iniziativa, pertanto chi volesse richiedere maggiori informazioni in merito può contattarli tramite il loro sito ufficiale che vi indicheremo a fondo articolo.

Secondo il protocollo possono beneficiare di questa procedura e quindi richiedere di potersi vaccinare in azienda, tutti coloro che a vario titolo lavorano o collaborano nella azienda che ha attivato la procedura con un centro convenzionato.

Il discorso è valido anche per collaboratori, autonomi, professionisti, partite IVA ed occasionali.

Rientrano evidentemente in questa categoria di soggetti vaccinabili anche gli stessi datori di lavoro e i titolari delle aziende.

La vaccinazione coinvolge  tutti i lavoratori, al di là del tipo e della durata del contratto di lavoro (part-time, full time, stage, apprendistato ecc.).

Il datore di lavoro non può ovviamente obbligare il dipendente a sottoporsi al vaccino. Sarà il dipendente stesso, nel caso lo volesse, a domandare al datore di lavoro di poter usufruire di tale opportunità. La vaccinazione infatti è su base volontaria.

Ci si potrà vaccinare sia durante l’orario di lavoro che al di fuori di esso a seconda delle scelte organizzative del datore.

Tale vaccinazione tramite strutture private è disciplinata da apposita convenzione stipulata anche tramite le associazioni di categoria o accordo bilaterale.

Quali sono i costi? L’accordo ha previsto la gratuità per tutti i lavoratori. Nel caso in cui si proceda alla somministrazione del vaccino sul posto di lavoro o presso strutture sanitarie autorizzate, le spese releative saranno a carico del datore di lavoro.

I medici ed infermieri esperti che hanno contribuito alla stesura di questo articolo fanno parte dello staff del Centro Medico Unisalus di Milano. All’interno del loro sito web www.centromedicounisalus.it trovate una sezione interamente dedicate allo screening relativo al Covid-19.

Redazione

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