Nuova Sabatini: come cambia il finanziamento alle Pmi con la Legge di bilancio 2021

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La “Nuova Sabatini” è l’agevolazione del Ministero dello sviluppo economico che facilita l’accesso al credito delle imprese, accrescendo la competitività del sistema produttivo. Con la Legge di bilancio 2021 ci sono novità in arrivo.

La misura sostiene gli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali, ed è rivolta alle micro, piccole e medie imprese.

Queste:

  • devono essere regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle Imprese;
  • non devono essere in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali;
  • non hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti considerati illegali o incompatibili dalla Commissione Europea;
  • non si devono trovare in condizioni di difficoltà;
  • possono avere la sede in uno Stato Membro purché provvedano all’apertura di una sede operativa in Italia entro il termine previsto per l’ultimazione dell’investimento.

Nuova Sabatini cosa può essere finanziato

Sono ammessi al finanziamento tutti i settori produttivi, (anche agricoltura e pesca), tranne le attività finanziarie e assicurative, e delle attività connesse all’esportazione e per gli interventi subordinati all’impiego preferenziale di prodotti interni rispetto ai prodotti di importazione.

I beni oggetto dell’investimento devono essere nuovi e riferiti alle immobilizzazioni materiali per “impianti e macchinari”, “attrezzature industriali e commerciali” e “altri beni” o spese classificabili nell’attivo dello stato patrimoniale alle voci B.II.2, B.II.3 e B.II.4 dell’articolo 2424 del codice civile, nonché a software e tecnologie digitali.  Non sono ammesse le spese relative a terreni e fabbricati, a beni usati o rigenerati, nonché a “immobilizzazioni in corso e acconti”.

È necessaria l’autonomia funzionale dei beni, non essendo ammesso il finanziamento di componenti o parti di macchinari che non soddisfano tale requisito, inoltre vi deve essere correlazione tra i beni oggetto dell’agevolazione e l’attività produttiva svolta dall’impresa.

Nuova Sabatini: come funziona e agevolazioni

Le agevolazioni prevedono la concessione, da parte di banche e intermediari finanziari, che aderiscono alla convenzione tra il Ministero dello sviluppo economico, l’Associazione Bancaria Italiana e Cassa depositi e prestiti, di finanziamenti alle micro, piccole e medie imprese a sostegno degli investimenti previsti dalla misura, nonché di un contributo da parte del Ministero dello sviluppo economico rapportato agli interessi sui finanziamenti.

Il finanziamento, può essere assistito dalla garanzia del “Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese” fino all’80% dell’ammontare del finanziamento stesso, e deve essere:

  • di durata non superiore a 5 anni;
  • di importo compreso tra 20.000 euro e 4 milioni di euro;
  • interamente utilizzato per coprire gli investimenti ammissibili.

Nuova Sabatini: importi dei finanziamenti

L’ammontare del contributo del Ministero dello Sviluppo Economico, è determinato in misura pari al valore degli interessi calcolati, in via convenzionale, su un finanziamento della durata di cinque anni e di importo uguale all’investimento, ad un tasso d’interesse annuo pari al:

  • 2,75% per gli investimenti ordinari;
  • 3,575% per gli investimenti in tecnologie digitali e in sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti (investimenti in tecnologie cd. “industria 4.0”)

I beni materiali e immateriali rientranti tra gli investimenti c.d. “industria 4.0” che possono beneficiare di un contributo maggiorato del 30% previsto dalla Legge n.232 dell’11 dicembre 2016 (Legge di Bilancio 2017), sono individuati all’interno degli allegati 6/A e 6/B alla Circolare del Ministero dello sviluppo economico (MISE) del 15 febbraio 2017 n. 14036.

L’elenco dei beni immateriali (Allegato 6/B) è stato aggiornato con la circolare MISE del 3 agosto 2018 n. 269210, alla luce delle novità previste dalla Legge di Bilancio 2018  (art. 1, comma 32 Legge n. 205 del 27 dicembre 2017), in relazione ai quali beni può essere riconosciuta la misura massima del contributo.

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Nuova Sabatini: Novità Legge di bilancio 2021

Relativamente alla “Nuova Sabatini” per i beni strumentali, la novità più importante contenuta nel testo della Legge di Bilancio 2021 in discussione alla Camera fa riferimento alla semplificazione del processo di erogazione del contributo.

La normativa prevede un finanziamento agevolato per le PMI, con un contributo pubblico che sostanzialmente copre gli interessi sui prestiti.

La norma attualmente in vigore prevede che il finanziamento venga versato in sei quote, con l’eccezione dei prestiti fino a 200mila euro, che ricevono subito l’intera somma.

Con la prossima Legge di Bilancio, viene sostanzialmente estesa questa opzione di versamento dell’intera somma a tutte le imprese che chiedono il finanziamento.

Viene così modificato il D.L. 69 del 21 giugno 2013, (articolo 2, comma 4), eliminando la parte che contiene il limite dei 200mila euro di prestito, e prevedendo che il contributo statale venga sempre erogato in un’unica soluzione. Ovviamente essendo inserita nella manovra di fine anno, la nuova disposizione dovrebbe applicarsi a partire dal prossimo anno.

I finanziamenti della “Nuova Sabatini” vanno dai 20mila euro ai 4 milioni, durano al massimo cinque anni, e vanno interamente a coprire l’investimento.

La domanda di finanziamento si presenta alla banca che aderisce alla convenzione(MISE ABI e CDP SPA), mentre per il contributo statale si utilizza la piattaforma del ministero, certificando l’avvenuta ultimazione dell’investimento. Quest’ultimo è un punto importante infatti anche con la modifica nella legge di bilancio, il contributo viene erogato a investimento ultimato, non più in sei quote annuali, ma in un’unica soluzione.

Il potenziamento dell’agevolazione si inserisce in un percorso che il legislatore ha intrapreso a più riprese, prima prevedendo il contributo in un’unica soluzione per il finanziamento fino a 100mila euro con il Decreto Crescita dello scorso anno, e poi portandolo a 200mila euro con il successivo decreto Semplificazioni. La norma va ad eliminare il “doppio binario” (erogazione unica ed erogazione in sei quote).

Libri utili:

Le nuove procedure di gestione della crisi

L’opera, aggiornata agli ultimi provvedimenti legislativi del 2019 sulla riforma della crisi d’impresa, si caratterizza per fornire un quadro d’insieme e uno strumento operativo ai professionisti che si occupano della materia.Il nuovo codice della crisi d’impresa ha riscritto e riordinato una disciplina complessa introducendo elementi di forte discontinuità rispetto al passato.La struttura del testo è stata elaborata per fornire risposte immediate alle numerose problematiche che caratterizzano la crisi dell’impresa.Si parte dagli strumenti c.d. di allerta per poi proseguire con gli accordi di ristrutturazione, le procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento, i nuovi istituti del concordato preventivo e della liquidazione giudiziale.Completano l’opera l’insolvenza di gruppo e le complesse disposizioni transitorie e di attuazione.Gli autori indicano, di volta in volta, i momenti essenziali e le soluzioni più efficaci per ogni aspetto della crisi che può interessare un’azienda.Domenico PoscaDottore commercialista e revisore legale. Docente a contratto di diritto e management della professione di commercialista, svolge attività di consulenza bancaria e societaria anche per Banca d’Italia e di management delle aziende sequestrate alla criminalità. È stato cultore di diritto fallimentare ed autore di libri e manuali in materia di crisi d’impresa, amministrazioni giudiziarie e professione del commercialista. Ha diretto master e corsi di aggiornamento per professionisti in materia di crisi d’impresa.Junio Valerio D’AmicoAvvocato, docente a contratto di diritto processuale civile, autore di numerose pubblicazioni sui provvedimenti cautelari e in materia fallimentare sul concordato preventivo. Negli ultimi anni ha maturato particolare esperienza in materia di crisi d’impresa e di rapporti tra procedure concorsuali e beni sottoposti a sequestro penale.Stela GazheliConsulente del lavoro, si occupa di outsourcing payroll e di revisione e controllo dei contratti di lavoro.Alessandra FormicolaAvvocato, giurista d’impresa, si occupa di crisi aziendali e operazioni straordinarie.Luisa PolitoRicercatrice in materia di crisi d’impresa, si occupa di procedure concorsuali e di amministrazioni giudiziarie.

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Lavoro e crisi d’impresa

Il lavoro quale elemento cardine dell’ordinamento italiano non trovava adeguato spazio, né tutela nel sistema complesso delle procedure concorsuali. Il d.lgs. n. 14/2019, che ha profondamente riformato la materia concorsuale e introdotto il “Nuovo Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza” prevede, per la prima volta, una disciplina ad hoc per i rapporti di lavoro dipendente. L’opera si propone di analizzare l’evoluzione della rilevanza che la tutela del lavoro dipendente, ma non solo, ha assunto nella disciplina concorsuale, fondata finora prevalentemente sulla tutela del diritto di credito. La ricerca e la rilevanza di soluzioni conservative, alternative alla liquidazione dell’impresa, l’introduzione di sistemi di allerta tali da assicurare un tempestivo e più proficuo intervento nella gestione della crisi rappresenta la chiave di volta nell’individuazione di punti di contatto tra due materie che, finora, sono state delineate quali due rette parallele dirette al perseguimento di obiettivi diametralmente opposti. Questa una delle linee fondamentali della riforma che viene compiutamente illustrata comunque nella prospettiva della sua entrata in vigore.   Mariaelena Belvisoaffronta il tema della tutela del lavoro nella crisi d’impresa con una tesi di laurea in Giurisprudenza, dal titolo “Diritto del lavoro e diritto fallimentare: prospettive di dialogo”, votata con lode, presso l’Università LUMSA di Roma. Approfondisce tale tematica anche durante il tirocinio svolto, dal 2017 al 2019, presso la Sezione Lavoro della Corte di Cassazione.

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Giuseppe Moschella

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