Pace fiscale, tetto fino a 500 mila euro: le ipotesi allo studio

Tre aliquote diverse per debiti fino a 500 mila euro. Rate più dilazionate fino a 5 anni.

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Man mano che passano i giorni, sono sempre di più gli elementi forniti dall’esecutivo Giallo-Verde necessari per comprendere quelle che sono le intenzioni relative all’attuazione della “pace fiscale”, ovvero la sanatoria che dovrebbe avere differenze sostanziali con la rottamazione degli ultimi due anni, che prevedeva uno sconto sulle sanzioni, ma non sulla somma originariamente dovuta e non pagata.

Lo stesso Matteo Salvini ha ieri ribadito ai microfoni di Rtl.102.5 che il provvedimento allo studio del governo “non sarà una classica rottamazione ma un intervento a gamba tesa” e riguarderà tutti i debiti “fino a 500mila euro”. Si tratterà quindi – ha spiegato a Rtl 102,5 di un intervento “a saldo e stralcio” non solo su interessi e sanzioni ma anche “sul capitale”. “La pace fiscale che voglio portare fino in fondo – ha aggiunto vicepremier- è quella di milioni di italiani costretti a vivere da fantasmi che hanno fatto la dichiarazione dei redditi e poi gli andata male e si portano dietro cartella che non pagheranno mai”.

La pace fiscale prevedendo uno sconto anche sull’imposta iniziale, potrebbe avere tutte le caratteristiche di un condono anche se, per i maggiori esponenti del Governo non sarà un condono, ma una maxi rottamazione delle cartelle della Riscossione.

Il progetto è quello di partire dalla definizione delle liti pendenti e dalla rottamazione (la terza in pochi anni) delle cartelle esattoriali, per arrivare ad una rimodulazione del ravvedimento che sarà “potenziato” per gli anni ancora accertabili, e infine si arriverà anche alla definizione di un meccanismo per chiudere le liti potenziali.

Le varie anticipazioni e gli annunci che si susseguono giorno dopo giorno, oltre a portare sempre nuove modifiche, stanno delineando un intervento molto più ampio e articolato del previsto.

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Pace fiscale: tre aliquote di pagamento 

Facendo riferimento a quelle che sono le ultime notizie, ai contribuenti con debiti nei confronti del fisco verrà data la possibilità di aderire alla sanatoria pagando una percentuale minima della cartella, l’importo probabilmente verrà calcolato in base alla specifica situazione economica (quindi al reddito) di ciascun soggetto ammesso alla procedura.

L’idea è quella di prevedere tre diverse aliquote di pagamento, pari al 25%, al 10% e al 6%, applicate in base al reddito per tutti i contribuenti con debiti fino a 500 mila euro.

La pace fiscale potrebbe riguardare anche i debiti Iva (ipotesi tuttavia complicata da realizzare) ammettendoli alla definizione con un’aliquota che potrebbe essere del 30% e potrà comprendere anche i contributi Inps, nel caso di specie non si tratterà di un vero e proprio condono, ma consentirà di versare i contributi mancanti, soprattutto per chi ha avuto carriere discontinue.

Tra gli obiettivi annunciati vi è quello di chiudere le posizioni debitorie aperte con il fisco per consentire all’attività di riscossione di riprendere con maggiore efficienza.

Questo è quanto riportato nel testo della nota di aggiornamento al DEF trasmesso al parlamento lo scorso 4 ottobre.

La “pace fiscale” probabilmente sarà contenuta nel decreto fiscale collegato alla manovra per il 2019, assieme alla Flat Tax al 15% per le partite Iva, e alle altre misure allo studio, che sarà varato dal Consiglio dei Ministri solo dopo il via libera del Parlamento alla Nota di aggiornamento al DEF. Bisognerà quindi attendere il testo definitivo del decreto per capire realmente come potrà funzionare e quali saranno i suoi effetti.

Pace fiscale: chiusura liti e rottamazione

La sanatoria sulle liti pendenti prevede un meccanismo atto a ridurre il costo del contenzioso cancellando interessi e sanzioni e assicurando al contribuente una riduzione della pretesa del Fisco.

La riduzione forfettaria potrebbe arrivare a dimezzare l’importo dovuto per chi ha già vinto in primo grado e a limitare l’esborso delle maggiori imposte richieste dal secondo grado.

La rottamazione prevista è la terza in pochi anni e in più si cercherà di non vanificare i 1,7 miliardi di incassi attesi dalla rata in scadenza a fine ottobre delle definizioni agevolate tuttora in corso. Secondo le ultime notizie, la rottamazione dovrebbe riguardare le cartelle che vanno dal 2000 alla fine del 2017.

L’appuntamento della rata di fine ottobre potrebbe diventare la chiave d’ingresso alla nuova rottamazione, (questo perché non collegando i due momenti i contribuenti saranno tentanti a non pagare le rate già previste con la conseguente perdita di un consistente introito).

A differenza delle precedenti definizioni agevolate, sarà previsto un piano di pagamento più dilazionato (con più rate rispetto alle precedenti edizioni) che potrebbero essere spalmate anche fino a 5 anni.

La rottamazione-ter vuole essere maggiormente appetibile cercando di invogliare con piani di ammortamento più lunghi i contribuenti che ad esempio non hanno aderito alle precedenti definizioni agevolate per la difficoltà di sostenere i versamenti.

Pace fiscale: ravvedimento “potenziato”

Il secondo pilastro della pace fiscale sarà la dichiarazione integrativa, che non arriverà con il collegato fiscale, ma successivamente.

L’idea allo studio è di potenziare il meccanismo del ravvedimento operoso del contribuente sulle annualità ancora accertabili.

Si configura unacompliance rafforzata grazie alla quale si potrà pagare il 20% di imposte sul maggior reddito fatto emergere, il tutto però nel limite massimo di 500mila euro salvo eventuali modifiche.

Potrebbe infine arrivare anche una  sanatoria su misura su chi è stato già raggiunto da una contestazione del Fisco ipotizzando in questo caso una chiusura evitando sanzioni e interessi e ridiscutendo le maggiori imposte richieste in contraddittorio con gli uffici.

Pace fiscale: apertura alle cartelle doganali

L’obiettivo principale del Governo è, come annunciato, quello di recuperare più risorse possibili e tra le ultime novità vi è l’idea di aprire la rottamazione ai carichi iscritti a ruolo dall’Agenzia delle Dogane (dazi e Iva all’importazione)  affidati alla riscossione, una sanatoria che secondo i dati Mef assicurerà introiti fino a 500 milioni di euro con la cancellazione di sanzioni ed interessi e il pagamento dell’imposta dovuta.

Per vedere gli sviluppi di questa nuova ipotesi bisognerà sempre attendere il varo del decreto fiscale.

Giuseppe Moschella

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