Educazione stradale: il ciclomotore

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Il Comando di Polizia Locale dell’Unione dei Comuni Padova Nordovest, nell’anno scolastico in corso ha volutamente programmato diversi incontri con gli studenti delle scuole medie del territorio.

L’obiettivo era quello di impartire lezioni sull’uso del ciclomotore e del conseguimento della patente AM.

Come spesso accade gli adolescenti vedono l’educazione stradale come un momento di “non scuola”, cosa che in questo caso non si è verificato, primo per l’interesse legato al ciclomotore e per il coinvolgimento degli stessi durante le lezioni, le quali sono diventate un momento di dialogo e confronto.

Sappiamo che i giovani conoscono molto bene il ciclomotore, per questo si è illustrato il dettato, non di italiano, ma bensì dell’art. 52 del Codice della Strada.

Questi veicoli possono essere così descritti:

Ciclomotori a due ruote (categoria L1e) con velocità massima di costruzione non superiore a 45 km/h, la cui cilindrata è inferiore o uguale a 50 cm³ se a combustione interna, oppure la cui potenza nominale continua massima è inferiore o uguale a 4 kW per i motori elettrici.

Veicoli a tre ruote (categoria L2e) aventi una velocità massima per costruzione non superiore a 45 km/h e caratterizzati da un motore, la cui cilindrata è inferiore o uguale a 50 cm³ se ad accensione comandata, oppure la cui potenza massima netta è inferiore o uguale a 4 kW per gli altri motori a combustione interna, oppure la cui potenza nominale continua massima è inferiore o uguale a 4kW per i motori elettrici.

Quadricicli leggeri la cui massa in ordine di marcia è inferiore o pari a 425 kg, (categoria L6e), con velocità massima per costruzione fino a 45 km/h e cilindrata fino a 50 cm³ per i motori ad accensione comandata (o potenza fino a 4 o 6 kw per gli altri motori).

Per condurre gli stessi necessita ex patentino, oggi chiamato patente AM.

Questa patente si consegue all’età di 14 anni presso un ente autorizzato, la stessa si compone di una parte teorica, seguita dalla prima prova pratica in un percorso protetto e descritto nella normativa per il conseguimento della patente di guida e dalla seconda prova su strada.

Nella strada esistono delle norme di comportamento, le quali sono spesso non interpretate dai giovani correttamente. La lezione è stata di trasmettere loro l’importanza delle medesime al fine di portare a casa il veicolo, il soggetto e soprattutto non portare a casa le sanzioni che gli organi di polizia stradale “sapientemente” sanno applicare.

L’argomento dell’elaborazione del veicolo è intrinseco nella loro curiosità, è stato spiegato in modo “educativo” che le elaborazioni non sono “amiche” del codice della strada e le stesse cozzano con i principi riportati agli articoli 78 e 79 del codice, che parlano delle caratteristiche e dell’efficienza dei veicoli su strada.

Con loro è stato affrontato l’argomento dell’omicidio stradale e delle lesioni personali gravi, introdotte dalla Legge 41/16.

Purtroppo si è appreso che la norma e il successivo comportamento da tenere in caso di incidente stradale, non è nel loro bagaglio e ahimè nemmeno in molti altri utenti della strada. Questo ha permesso ai docenti di affrontare con un dialogo costruttivo la tematica dell’omissione di soccorso e la fuga, illustrando i concetti, non solo giuridici ma pure civici, che in qualità di “licenziati” e patentati devono mettere in pratica.

Alla loro età non esiste incidente stradale, anzi lo stesso a detta di qualcuno è bello, ecco l’espressione dinanzi ad una foto di un ciclomotore sotto un altro mezzo.

Con professionalità si è dimostrato che non è per nulla scontato il loro coinvolgimento negli incidenti stradali, è stato spiegato a loro che non è assolutamente faciale rilevare un sinistro con coinvolto un minore, non solo per le pratiche d’ufficio ma soprattutto per il rispetto della loro età.

È vero che a quell’età non esiste l’infortunistica purtroppo le crude statistiche indicano il contrario.

Il messaggio che è stato lasciato in loro eredità è questo. “ E’ meglio che torni a casa un figlio senza patente che una patente senza tuo figlio... “

Girolamo Simonato

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