21 Marzo 2017, prima Giornata Nazionale in ricordo delle vittime innocenti di mafia

Redazione 21/03/17
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“L’Italia ha bisogno di ponti che allarghino le coscienze e veicolino le speranze, non di certe grandi opere ma dell’opera quotidiana” cit. Don Ciotti

È fresca l’approvazione della Camera con cui si è istituita, a suon di 418 voti e nessuno contrario, la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, fissata il 21 marzo. Oggi dunque sarà il primo anno in cui i raduni nazionali che già da svariati anni riempivano le piazze, su inizativa di Libera e Avviso Pubblico, saranno inseriti in una cornice nazionale. Al momento dell’approvazione, la presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, aveva affermato: “abbiamo segnato un passo di grande valore simbolico nella lotta alle mafie. L’approvazione della legge che istituisce il 21 marzo Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia, testimonia la volontà delle Istituzioni di rendere patrimonio vivo e fecondo l’esempio di quanti sono caduti sotto i colpi della violenza mafiosa“.

Giornata Nazionale: una presa di posizione

È un importante segno, infatti, da parte delle istituzioni, quello di voler apertamente sostenere e schierarsi dalla parte delle vittime innocenti della malavita organizzata, grazie all’impegno e alla testimonianza delle quali ciascuno di noi è chiamato alla non indifferenza e alla cultura della legalità, come presidio di libertà.

Oggi, dunque, la manifestazione nazionale, promossa dalle già citate Libera e Avviso Pubblico, è in programma a Messina, ma da quest’anno l’iniziativa di sparge in tutta Italia, in oltre mille luoghi, tra cui Roma, Milano, Napoli, Torino, Reggio Emilia, Perugia, Imperia; ma anche in città estere come ParigiBruxelles e Losanna. Le iniziative delle due associazioni si svolgeranno in collaborazione con il Segretariato sociale della Rai e con l’Alto Patronato del presidente della Repubblica.

familiari delle oltre 900 vittime innocenti delle mafie si riuniranno in rappresentanza delle oltre 15mila persone che hanno perso un congiunto per mano della violenza mafiosa. Non mancheranno cineforum, dibattiti, laboratori, conferenze, oltre alla classica sfilata del corteo della popolazione partecipante lungo la città.

Il ponte della legalità: Messina, le città italiane ed europee

“Vogliamo sottolineare – dichiara Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera – non solo simbolicamente che per contrastare le mafie e la corruzione occorre sì il grande impegno delle forze di polizia e di molti magistrati, ma prima ancora occorre diventare una comunità solidale e corresponsabile, che faccia del “noi” non solo una parola, ma un crocevia di bisogni, desideri e speranze”. Il sacerdote precisa che “abbiamo scelto Messina per stare vicino a chi, in Sicilia, come in altre regioni, non si rassegna alla violenza mafiosa, alla corruzione e agli abusi di potere. Pensiamo che il nostro Paese – conclude don Ciotti – abbia bisogno di ponti che allarghino le coscienze e veicolino le speranze, non di certe grandi opere ma dell’opera quotidiana di cittadini responsabili, capaci di tradurre la domanda di cambiamento in forza di cambiamento”.

La primavera delle coscienze

Anni addietro, la data del 21 marzo fu scelta da Libera non casualmente: essendo il primo giorno di primavera, infatti, si è voluto immaginare simbolicamente il risveglio e la rinascita delle coscienze di tutti i cittadini, nonché il rinnovo ciclico dell’impegno che ognuno è tenuto a tenere alto, rimanendo vigili sulle libertà civili faticosamente, e a prezzo alto, ci vediamo riconosciute.

Non bisogna dimenticare infatti che la mafia, prima ancora che un fenomeno di criminalità organizzata, deve essere etichettato quale possibile atteggiarsi della forma mentis: deve identificarsi in un modo di pensare al rapporto con l’altro, al proprio ruolo all’interno della società, che rifugga dalle regole della convivenza civile, della lealtà, della giustizia. Ha a che fare con atti di prepotenza e prevaricazione che possiamo subire o tenere in qualsivoglia ambito della nostra vita. Per questo non si può prescindere da un investimento costante e lungimirante nella cultura ed educazione alla legalità, condannando ogni principio di violenza.

Sabina Grossi

Redazione

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