Pensioni: le novità dal 2017. Cosa cambia per età minima, requisiti, Pensione Anticipata

Redazione 27/07/16
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A partire dal 2017, sul fronte caldo delle pensioni, dovrebbero giungere buone notizie per circa 40mila italiani che beneficiano di un assegno previdenziale di almeno 91.344 euro lordi annui: non sarà più applicato, infatti, il contributo di solidarietà, introdotto a fine 2013 e valevole per 3 anni.

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Con l’arrivo del prossimo anno, invece, saranno diversi gli altri pensionati e pensionandi che, grazie alla normativa vigente e in attesa delle nuove misure di Riforma Pensioni da inserire nella prossima legge di Stabilità, continueranno a beneficiare dei parametri e dei requisiti validi anche quest’anno.

Pensioni d’oro: cosa cambia

Per quanto riguarda le cosiddette “pensioni d’oro”, in pratica, potranno risplendere ancora di più rispetto a quanto già fanno ora, in quanto soggette ad un prelievo che va da un minimo 6% per gli assegni compresi tra 91.344 e 130.491,40 euro e un massimo 18% nei casi in cui il trattamento pensionistico oltrepassa i 195.737,11 euro.

Età minima per andare in pensione: cosa cambia

Per quanto riguarda il versante del diritto all’assegno pensionistico, nessun cambiamento ci sarà per l’età minima necessaria al fine di smettere di lavorare. Con il passaggio dal 2016 al 2017, l’adeguamento di tale parametro alla variazione dell’aspettativa di vita, così come alle disposizioni in materia di equiparazione tra uomini e donne, non arriverà ad implicare nessuno scatto.

Arriverà, infatti , nel 2018 il prossimo scalino per le donne del settore privato, dipendenti oppure autonome. A partire dal 2019, poi, dovrebbe scattare l’adeguamento con cadenza biennale alla speranza di vita, in sostituzione di quello triennale applicato nel quinquennio 2013-2018, più altri 5 mesi di età richiesti a tutti; si ricorda che la pensione di vecchiaia verrà raggiunta a 67 anni.

Versamenti per la Pensione Anticipata: cosa cambia

Per quanto riguarda il minimo di versamenti per la pensione anticipata rimane anch’esso immutato, vale a dire 42 anni e 10 mesi per gli uomini e un anno in meno per le donne. Diverso discorso per la pensione anticipata con il sistema contributivo, utilizzabile da tutti i soggetti che hanno iniziato a pagare i contributi dal 1996, per la quale basteranno invece 63 anni e 7 mesi di età.

Coefficienti montante contributivo per chi va in pensione nel 2017: cosa cambia

Circa l’ammontare del primo assegno pensionistico incassato da chi va in pensione nel 2017 anziché quest’anno, vengono confermati i coefficienti usati per convertire il montante contributivo relativamente all’età in cui si finisce di lavorare: più alta è l’età più elevata sarà la pensione, dal momento che l’aspettativa di vita è minore. Anche per quanto riguarda questi coefficienti saranno validi per un periodo triennale: quelli introdotti quest’anno, pertanto, rimarranno in vigore fino al 2018.

L’effetto di tali coefficienti invade anche l’anzianità contributiva, così come il relativo metodo di calcolo scelto: per chi entro il 1995 aveva 18 anni di contributi, il metodo contributivo scatta esclusivamente con riferimento agli anni dal 2012 in poi; per chi invece aveva meno di 18 anni di contributi, il calcolo con i coefficienti inizia dal 1996; per i più giovani infine la pensione è interamente soggetta alla conversione del montante in assegno.

Montante contributivo in assegno pensionistico: cosa cambia

La regola sul montante prevede che alla fine di ogni anno quanto è stato accumulato venga rivalutato in relazione alla variazione media del prodotto interno lordo dei 5 anni precedenti. Qui pesa il contesto economico stagnante o meglio la recessione degli ultimi anni: basi pensare che il valore del 2014, applicato nel 2015, per la prima volta è risultato negativo, mentre quello del 2015 è stato +0,005058, vale a dire 10mila euro sono arrivati a 10.050,58 e anche quest’anno il valore non dovrebbe scostarsi di molto.

Professionisti iscritti in via esclusiva alla gestione separata INPS: cosa cambia

Il 2017 sembra non portare buone notizie invece per i professionisti iscritti in via esclusiva alla gestione separata dell’INPS che, quest’anno hanno visto arrestarsi l’aliquota contributiva al 27%, ma che dal prossimo anno la vedranno arrivare al 29% per poi raggiungere il 33% nel 2018.

Nonostante saranno più moderati, si prevede un +0,45%), ci saranno ritocchi verso l’alto anche per i professionisti iscritti in via non esclusiva e per gli artigiani e i commercianti.

Redazione

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