Ultime Pensioni: ok definitivo a Flessibilità in uscita. Quando e per chi?

Redazione 20/04/16
Scarica PDF Stampa
La flessibilità in uscita nel sistema pensionistico deve essere prevista “in tempi stretti”.

PER ESSERE AGGIORNATO:

VAI ALLO SPECIALE SU RIFORMA PENSIONI: TUTTE LE NOVITÀ DEL 2016

E’ quanto dichiarato dal Presidente dell’INPS, Tito Boeri, a margine del Graduation Day all’Università Cattolica, a Roma, il quale ha motivato l’urgenza dell’inserimento della flessibilità in uscita sia per via della forte penalizzazione dei giovani che attualmente sussiste sia per l’alto livello di disoccupazione giovanile.

PENSIONE, PART-TIME IN USCITA IN ARRIVO: COME FUNZIONA?

Quella del part-time in uscita per chi è prossimo alla pensione “è una sperimentazione e come tale va studiata, non si può dare un giudizio prima”, sono state le parole di Boeri. “Abbiamo voluto studiare una generazione che può essere indicativa – ha chiarito il presidente dell’Inps -, quella del 1980 e abbiamo ricostruito l’estratto conto previdenziale”.

PER SAPERNE DI PIÙ SI CONSIGLIA ANCHE:

Part-time a 3 anni dalla pensione, chi può? I requisiti

PENSIONE, PART-TIME IN USCITA IN ARRIVO: CHI PUÒ BENEFICIARNE?

“Abbiamo preso in considerazione i lavoratori dipendenti, ma anche gli artigiani, persone che oggi anno 36 anni e che probabilmente a causa di episodi di disoccupazione vede una discontinuità contributiva di circa 2 anni. 2 anni senza contributi”, ha continuato Boeri per il quale “ora se la generazione 1980 dovesse andare in pensione con le regole attuali che prevedono i 70 anni, con l’interruzione contributiva registrata ci andrà dopo 2-3 o anche 5 anni perché non ha i requisiti minimi”.

Si tratta, infatti, di 2 anni senza contributi che costeranno alla generazione del 1980 un ritardo nel raggiungimento del traguardo della pensione anche di 5 anni, con la conseguente possibilità di accedere alla pensione a 75 anni di età.

I limiti di stanziamento tuttavia ci sono, ha spiegato Boeri “quindi in ogni caso non potranno esserci più di 30mila lavoratori nel giro di 3 anni”. Il presidente dell’INPS ha comunque fatto presente che le rispettive proposte sono state avanzate “ ormai quasi un anno fa” presentandole puntualmente all’Esecutivo. “A ottobre – ha dichiarato – le abbiamo rese pubbliche. Il nostro contributo lo abbiamo dato, adesso spetta alla politica decidere cosa fare. Io mi auguro che qualcosa venga fatta”.

PENSIONE, QUANTO PRENDEREMO? IN ARRIVO LE BUSTE DELL’INPS

PER APPROFONDIRE SI CONSIGLIA ANCHE:

Quanto prenderai di pensione? In anteprima le tabelle INPS

Sono in fase di avvio anche le cosiddette buste arancioni dell’INPS con le quali l’Istituto di previdenza comunicherà, entro questa settimana, a 150mila cittadini “le informazioni di base con la stima dell’estratto conto contributivo, e la previsione del rapporto tra contributi versati, pensione futura e possibile data di uscita”.

Secondo Tito Boeri si tratta di una procedura significativa in quanto nel nostro Paese esiste “una bassa cultura previdenziale e una consapevolezza finanziaria ancora più bassa, soprattutto fra i giovani”. “Abbiamo trovato tantissimi ostacoli, – ha chiarito Boeri – soprattutto per l’invio delle buste arancioni perché, lo voglio dire con sincerità, c’è stata paura nella classe politica, paura che dare queste informazioni la possa penalizzare”.

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento