Perché la RAI pesca imprecisioni a strascico

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Nella fiction Rai su Angelo Vassallo, sindaco di Pollica assassinato nel 2010, sono presenti una serie di inesattezze, che portano lo spettatore a vedere una burocrazia comunale inefficiente ed un intervento salvifico di professionisti privati. Una rappresentazione, lontana dal vero e non rispondente al caso reale, che supporta mediaticamente il progetto di riforma della pubblica amministrazione. A Pollica la segretaria comunale, indolente ed arrogante, licenziata dal sindaco, era un uomo che lasciò il comune salentino per andare in uno più grande ed il super-efficiente professionista privato era un altro segretario comunale. La nota di protesta dell’Associazione Segretari Comunali Vighenzi e le obiezioni di chi Vassallo lo conobbe realmente.

SINDACO PESCATORE: NELLA RETE RAI INESATTEZZE A SUPPORTO DELL’IDEA GOVERNATIVA DI RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

La Rai pesca imprecisioni a strascico. Nelle rete della televisione pubblica, con lo sceneggiato “Il sindaco pescatore”, fiction sul sindaco Angelo Vassallo, andata in onda su Rai1 l’8 febbraio,  sono finite impigliate inesattezze e pesci grossi come falsità.

Angelo Vassallo, soprannominato “Sindaco pescatore” (da cui il titolo della fiction), è stato un politico italiano, primo cittadino del comune del basso cilento di Pollica, ucciso in un attentato la cui sospetta matrice camorristica è tuttora oggetto di indagini da parte della magistratura.

E’ stato al vertice del comune cilentano (dal 1995 al 1999, dal 1999 al 2004 e dal 2005 al 2010), nel 2010 si era presentato per un quarto mandato: unico candidato, rieletto il 30 marzo con il 100% dei voti (1286 voti su 1680 votanti, con 394 schede non valide, incluse le bianche), a fronte di un’affluenza votanti del 72,4% degli aventi diritto. Esponente del PD, in passato aveva ricoperto anche l’incarico di consigliere provinciale a Salerno. Soprannominato il “sindaco pescatore”, politicamente Vassallo si distingueva per un marcato ambientalismo.

Nella fiction è presente la figura di una segretaria comunale, indolente e scansafatiche, che ricorre alla scusa del mal di testa pur di non lavorare allo stesso modo che una certa letteratura attribuisce alle mogli ritrose per non assolvere al dovere coniugale.

Peccato che, nella realtà, quella segretaria non è mai esistita.

Il segretario comunale in servizio all’insediamento del sindaco Vassallo non era quella donna assenteista ed arrogante, oltre che ovviamente incompetente e incapace, che viene “licenziata” per essere sostituita da un professionista di fiducia del sindaco, l’avvocato Gerardo Spira.

Nella realtà, correva l’anno 1995, il segretario comunale, funzionario ministeriale, era un uomo e non fu affatto “cacciato” ma vinse un concorso per segretario generale e lasciò Pollica per andare a lavorare in un Comune di dimensione demografica maggiore.

Il suo successore, Gerardo Spira appunto, era anch’egli un segretario comunale, funzionario pubblico, vincitore di concorso, e non certamente un professionista assoldato dalla politica, come rappresentato nello sceneggiato.

Sette milioni di telespettatori hanno visto una burocrazia scansafatiche e inefficiente, a fronte di una politica volenterosa ed onesta.

Il segretario comunale in metaforiche mutande (lo scandalo di Sanremo non era ancora agli onori della cronaca, altrimenti avrebbe potuto offrire qualche spunto interessante agli sceneggiatori) è semplicemente inventato, con la sola utilità di offrire la visione di una Pubblica Amministrazione infestata da fannulloni ed incompetenti. Così come l’inesistente super-efficiente professionista privato, posto a capo della burocrazia comunale, rappresenta, meglio di un plastico di Bruno Vespa, come solo una dirigenza scelta dalla politica è in grado di risollevare le sorti della Pubblica Amministrazione.

Non è un caso che questo coincide con la visione del premier Matteo Renzi ed è previsto dalla riforma Madia, che a breve troverà, purtroppo, attuazione.

In linea con la politica dell’attuale Governo, la fiction ha dato alla gente, sempre più arrabbiata per uno Stato che va a rotoli, dei comodi capri espiatori cui poter addebitare tutte le responsabilità per una PA inefficiente.

Gabriele Bojano, che ha conosciuto personalmente Angelo Vassallo, sulle colonne del Corriere del Mezzogiorno, ha commentato la fiction evidenziando le proprie difficoltà a riconoscere nel protagonista, il vero “Sindaco pescatore”, nonostante la bella prova d’attore di Sergio Castellitto. “Ho avuto l’impressione che lo sceneggiatore Carlo Lucarelli e il regista Maurizio Zaccaro abbiano voluto procedere con il freno a mano tirato per far conciliare il ritratto di un personaggio ingombrante e scomodo alle esigenze più soft e commerciali della rete. – scrive Bojano – Forse per questo motivo non è trapelata tutta l’insofferenza che Vassallo nutriva, specie negli ultimi tempi, verso la politica, che tutto cerca di accomodare, verso il suo stesso partito, il Pd, che lo teneva ai margini e che aveva ignorato la richiesta da parte di alcuni iscritti di candidarlo al Parlamento”.

La fiction non è piaciuta nemmeno al presidente dell’Associazione Segretari Comunali Vighenzi. Maria Concetta Giardina, che ha scritto una nota di protesta alla Direzione di Rai Fiction: “Dello sceneggiato ci infastidisce e ci offende la ricostruzione alterata dei fatti, volta a cavalcare il populismo più bieco, secondo le raffinate tecniche di comunicazione della peggiore politica di oggi. Una regia ed una linea editoriale perfettamente allineate a quella politica che oggi, invece di rafforzare la figura del segretario comunale, storico garante della legalità nei Comuni ed individuato, di recente, quale responsabile anticorruzione, ha preferito abolirlo per sostituirlo con un “dirigente apicale”, su cui il partito dei sindaci invoca il pieno potere di nomina”.

Evidentemente, come in qualsiasi categoria, anche tra i segretari comunali ci sono soggetti poco competenti (comunque si tratta, pur sempre, di dirigenti laureati e vincitori di concorsi pubblici molto selettivi), qualcuno forse andrà anche a pogare anziché stare in ufficio, difficilmente ce ne sarà qualcuno che gira in mutande, ma non si tratta del caso che si è voluto strumentalmente inserire nella fiction.

E’ strana pure la teoria per cui il segretario maschio efficiente diventa una donna umorale, incompetente ed indolente.

Luciano Catania

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