La direttiva cross border e la fine delle autovetture straniere fantasma

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Pochi se ne sono accorti anche tra gli addetti ai lavori, ma in queste settimane è in atto una vera e propria rivoluzione copernicana per gli organi di polizia stradale europei e non solo italiani.
Quante volte abbiamo sentito dire “in Europa è quasi impossibile notificare un verbale ai sensi del codice della strada perché manca la collaborazione delle varie autorità?”  Migliaia. La direttiva europea 2011/82/EU e la successiva 2014/476 intese ad agevolare lo scambio transfrontaliero di informazioni sulle infrazioni in materia di sicurezza stradale, denominata anche “direttiva cross-border”, permette tramite il punto di contatto italiano individuato nel Centro Elaborazione Dati della Direzione Generale per la Motorizzazione Generale del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, di accedere in diretta, immediatamente e online ai dati dei proprietari di veicoli di Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. Non è uno scherzo, è una realtà, finalmente.

Abbiamo testato il sistema tramite il Portale dell’Automobilista, area Info-web dove è comparsa una nuova icona denominata “Veicoli direttiva cross border” con accesso riservato agli organi di polizia stradale. Questa funzione permette di acquisire i dati dei proprietari di veicoli stranieri, per la notifica di 8 tipologie di infrazione,  quattro derivate da una proposta iniziale del Parlamento Europeo (che determinano 85% dei morti sulle strade europee) quali l’eccesso di velocità, il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza, il transito con semaforo rosso e l’elevato tasso alcolemico del conducente. Queste sono state integrate successivamente dalla guida sotto l’effetto di stupefacenti, il  mancato utilizzo del casco, l’utilizzo indebito di una corsia vietata e l’utilizzo di cellulare alla guida.

L’obiettivo di lungo periodo che si prefiggono le autorità governative europee è quello di accrescere la sicurezza sulle strade, rendendo possibile identificare coloro che commettono infrazioni al codice stradale dei vari Stati quando circolano all’estero. Si parla anche di una armonizzazione delle norme tra gli Stati dell’Unione Europea ma i tempi sembrano allungarsi.
Le nostre verifiche, con verbali reali, hanno permesso di ricevere molti dati già allineati a livello europeo, mentre in alcuni casi non è stato possibile accedervi; altri dati vanno certamente migliorati come quanto riportato dalla Bulgaria dove si leggono i dati in cirillico.
Romania, Paesi Bassi, Austria, Germania, Francia, Spagna, Polonia, Croazia rispondono in tempo reale alle informazioni utili alle notifiche all’estero delle c.d. “lettere di infrazione”.

Il trattamento dei dati risponde alla normativa in materia di privacy con riferimento al Decreto Legislativo nr. 196/2003 e successive modifiche. Gli accessi non in conformità alla direttiva europea e al decreto legislativo nr. 37/2014 sono individuati come illeciti, non pertinenti perciò e con violazioni in materia di dati personali.
Ma come comportarsi ad esempio di fronte a un reato, magari ad una fuga dopo un incidente stradale grave o gravissimo? È bene sempre coordinarsi con l’autorità giudiziaria in un caso simile.
Il legislatore europeo non ha infatti inserito la pirateria stradale tra le violazioni da perseguire, forse perché considerato un comportamento poco frequente nella maggior parte degli Stati Europei ma che dovrebbe essere da subito integrato, considerato l’allarme che anche l’ASAPS ha lanciato in questi giorni in Italia.

Per chi lavora nel mondo della sicurezza stradale, l’attuazione della “direttiva cross border” significa, finalmente, la prima grande vittoria verso i tanti furbetti delle auto stranieri che impazzano su strade e autostrade, spesso consapevoli che nessuno avrebbe mai avuto accesso ai loro dati, considerati “sacri” dalle varie autorità governative dal dopoguerra ad oggi.
Stop perciò alle auto “fantasma” per le 8 tipologie di violazioni. Finalmente in Europa si parla la stessa lingua, quella della legalità e dell’uguaglianza sulle strade e sul rispetto reciproco dell’incolumità pubblica, perché – è bene ricordarlo anche agli automobilisti italiani –  tutti i dati dei proprietari di veicoli italiani,  tramite la Motorizzazione Generale,  da oggi sono accessibili anche alle autorità di polizia straniere e per le prossime vacanze estive i nostri connazionali faranno bene a tenerne conto.
Per evitare infrazioni e sanzioni da parte dell’Unione Europea,  al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti stanno attuando altre banche – dati,  la Rete UE delle patenti di guida prevista dalla direttiva 2006/126/CE (Resper) e il Registro Elettronico delle Imprese di Autotrasporto (Erru). Vi terremo aggiornati sugli sviluppi e sulle ulteriori novità che riguardano lo scambio transfrontaliero di informazioni per migliorare la sicurezza stradale a livello europeo.

*Comandante Polizia Municipale di Verona


IMPORTANTE NOVITA’ (ASAPS)
Pochi se ne sono accorti anche tra gli addetti ai lavori, ma in queste settimane è in atto una vera e propria rivoluzione copernicana per gli organi di polizia stradale europei e non solo italiani.
Quante volte abbiamo sentito dire “in Europa è quasi impossibile notificare un verbale ai sensi del codice della strada perché manca la collaborazione delle varie autorità?”  Migliaia.
In questo articolo Luigi Altamura comandante della Polizia Municipale di Verona spiega le importanti novità. (ASAPS)

 

Redazione MotoriOggi

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