Esodati: perchè la settima salvaguardia non basta

Redazione 27/11/15
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In audizione alla Commissione Anagrafe tributaria il presidente dell’Inps, Tito Boeri, è tornato sul capitolo pensioni. “Il testo delle nostre proposte – ha chiarito Boeri – è sul sito dell’Inps e in nessuna parte c’è un riferimento alle pensioni d’oro”.

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Spiegando il piano che ha proposto per consentire la flessibilità in uscita e così superare le rigidità della riforma Fornero, il presidente dell’Inps ha ricordato come la flessibilità verrebbe finanziata con interventi diversificati e soprattutto graduali, a partire dagli assegni da 3.500 euro,toccando però anche i vitalizi per i quali le riduzioni hanno un peso maggiore. Con riferimento ai vitalizi dei politici che vanno da “80-85mila euro all’anno” in su, il numero uno dell’Inps infatti mette avanti ancora una volta la proposta che vorrebbe ridurre gli stessi “fino al 50%”.

“Alla luce delle conoscenze delle banche dati che ci dicono che queste persone hanno fruito della pensione molto prima di quanto ne avrebbero dovuto fruire alla luce dell’andamento demografico e dei principi contributivi” si vuole predisporre, ha chiarito Boeri, “un piccolo contributo di solidarietà per consentire un’uscita flessibile”.

Anche sulla questione esodati, Tito Boeri, torna a ribadire come il problema non sia affatto risolto nonostante alcuni passi in avanti siano stati fatti: a dimostrazione la manovra della settima salvaguardia che si sta concludendo in questi giorni.

La platea di soggetti coinvolti, tuttavia, secondo Boeri continua ad aumentare, per questo motivo il presidente dell’Inps indica come necessario “un intervento strutturale per risolvere la questione in maniera definitiva, con una flessibilità in uscita e preoccupandosi dei veri esodati che non sono mai stati coperti come i lavoratori di piccole imprese dove non c’erano accordi, che semplicemente sono stati licenziati e non sono mai stati coperti, che si trovano tra i 55 e i 65 anni e che si sono ridotti in povertà”.

E’ proprio in questi casi, ha ribadito Boeri che “bisognerebbe studiare strumenti di sostegno al reddito“. La proposta avanzata dall’Inps, infatti, oltre all’ammortizzatore sociale include la possibilità di una flessibilità in uscita a partire da 63 anni prevedendo una pensione più bassa per i soggetti che vanno in pensione prima e  semplificando l’unificazione delle pensioni per quelli che hanno carriere discontinue.

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