Prelievo forzoso sui conti correnti dal 2016: cosa c’è di vero e chi riguarda

Redazione 09/07/15
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Da alcuni giorni si sente parlare con grande intensità di un nuovo prelievo forzoso sui conti correnti, che ha messo in allarme tutti i risparmiatori d’Italia. E’ una bufala o qualcosa di concreto, sotto sotto, c’è sul serio? Cerchiamo di capirci di più.

Molto semplicemente, tutto deriva da un’operazione quasi di routine per il Parlamento italiano, ossia l’approvazione delle Camere delle direttive comunitarie che da Bruxelles vengono inviate agli stati membri dell’organismo sovranazionale per l’adozione all’interno dei singoli sistemi legislativi.

Venerdì scorso, all’ordine del giorno la Camera dei deputati ha posto in votazione ben 58 di questi documenti provenienti dalle istituzioni comunitarie, tra cui la direttiva Europea 2014/59/UE diramata dal Parlamento europeo il 15 maggio 2014, la quale “istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento”.

Nel provvedimento di cui sopra, viene istituito il ricorso allo strumento del bail-in tra le possibili vie di risoluzione di situazioni di criticità degli enti di credito negli Stati che ovviamente hanno ratificato il documento emanato da Strasburgo.

Secondo quanto ricorre tra gli esperti di sistemi finanziari ed enti di credito, il bail-in è quel metodo attraverso cui le banche in stato di dissesto possono ricorrere a prelievi dai conti correnti in deposito, cioè a risorse di tipo interno, anziché  ricorrere ad aiuti esterni della Bce, o di risorse di tipo statale.

Dunque la direttiva tanto contestata prevede che a partire dal primo gennaio 2016 sia possibile per gli enti di credito attingere dai conti in deposito che superano i 100mila euro, oltre che a obbligazionisti o azionisti.

In sostanza, a risollevare le sorti della banca saranno anche i correntisti, almeno, per il momento, quelli che hanno la fortuna di possedere risparmi oltre i 100mila euro, ma ovviamente a sentirsi in pericolo sono tutti i risparmiatori, dal momento che un simile provvedimento non potrebbe, in futuro, che aprire la strada a soglie via via più basse. In Germania, ad esempio, tale tetto è già di 30mila euro, una cifra che inquadra ben altra platea di contribuenti e risparmiatori.

Il governo si è affrettato a smentire che il bail-in possa costituire una versione più edulcorata del prelievo forzoso dai conti correnti, ma in realtà non resta scelta ai correntisti più facoltosi: nel malaugurato caso in cui la banca si trovi a fronteggiare perdite troppo elevate a cui non riesce a tenere testa, il procedimento potrà scattare d’ufficio e tutti i conti sopra i 100mila euro saranno chiamati a dare il proprio contributo per salvare l’ente che li ospita.

 

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