Negoziazione assistita al via: come funziona e in quali ambiti

Redazione 11/02/15
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E’ partita ufficialmente ieri la negoziazione assistita obbligatoria, a seguito di quanto disposto dal decreto legge 132 dello scorso anno, altrimenti nota come riforma della giustizia civile.

Il provvedimento, convertito in legge lo scorso mese di novembre, ha introdotto importanti disposizioni nei processi civili, al fine di arrivare a conclusione più rapida dei dibattimenti, o di chiudere in fretta le pratiche, come nel divorzio consensuale.

Anche quella della negoziazione è una strada alternativa a quella abituale per la risoluzione delle controversie, e rappresenta un binario parallelo alla mediazione obbligatoria, che il governo ha più volte avviato, bloccato e reintrodotto nel corso degli ultimi anni.

Come noto, infatti, gli istituti di conciliazione sono stati molto criticati, in particolare dai professionisti del settore legale, che hanno fatto le barricate contro questa via di chiusura delle liti senza dover ricorrere alla figura dell’avvocato. Oggi, sappiamo che anche per la mediazione il ruolo del professionista forense è imprescindibile, proprio come avviene nela nuova negoziazione.

Come si svolge la negoziazione

Qui, infatti, secondo la nuova disposizione, è obbligatorio passare dal tavolo con gli avvocati per due ambiti in cui è possibile aprire delle cause in sede civile:

sinistri stradali e tra natanti;

pagamenti inferiori a 50mila euro.

La nuova disciplina, stabilisce che per queste due tipologie di controversie sia inevitabile il tentativo di risolvere la vertenza in forma negoziale. Il fine è quello di raggiungere un accorod che soddisfi tutte le parti con valenza esecutiva, dal momento che è stato patrocinato dalla presenza del legale.

La procedura per chiudere positivamente un’istanza in sede di negoziazione riguarda diversi passaggi, tra cui l’invito a trattare nei confronti di uno dei due litiganti, la spiegazione approfondita dell’oggetto della lite e l’informazione circa le conseguenza relative al mancato accordo tra le parti, che si traducono in maggiori spese processuali e la condanna al risarcimento una volta chiuso il giudizio in maniera sfavorevole.

QUI IL TESTO DELLA RIFORMA

Redazione

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