Processo Civile Telematico: pronti a partire. Cosa succederà

Redazione 14/06/14
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L’uso del mezzo informatico e delle sue funzionalità ha lanciato da tempo la sfida anche alle professioni forensi. Nel campo del diritto, infatti, già con il DPR n. 123 del 13 febbraio 2001, prendeva il via il piano di e-government della Giustizia Civile italiana, delineando il profilo tecnico e normativo dei servizi informatici funzionali al Processo Civile Telematico (PCT).

L’obiettivo principale di questo progetto ambizioso è gestire con modalità informatiche e telematiche la redazione, la sottoscrizione a valore legale, la trasmissione e la conservazione degli atti processuali, nonché garantire la possibilità agli utenti interessati e legittimati, di poter accedere alle informazioni e agli atti contenuti nei registri di cancelleria e nei fascicoli processuali. La normativa, che punta a costituire un sistema alternativo a quello tradizionale, basato sull’uso di tonnellate di carta, non modifica quindi la disciplina delle fasi processuali, ma le modalità di trasferimento di atti e comunicazioni tra avvocati e Uffici Giudiziari, così come quelle all’interno degli Uffici Giudiziari stessi. All’individuazione delle regole operative e degli strumenti per il funzionamento del Processo Civile Telematico stabilite dal primo DPR, sono seguiti altri 2 decreti (nel 2008 e nel 2011) che hanno ulteriormente normato alcuni aspetti, con particolare attenzione al flusso dei dati per i depositi e sull’uso della Casella di Posta Elettronica Certificata del Processo Telematico (CPECPT), abbandonata in favore della PEC ordinaria.

L’ultima tappa del percorso verso l’adozione definitiva del Processo Civile Telematico è il 30 giugno 2014.
A partire da questa data, infatti, i depositi degli atti di parte (con esclusione degli atti di costituzione) e dei ricorsi per ingiunzione sarà possibile esclusivamente per via telematica, in tutti i Tribunali d’Italia.

Affinché il PCT abbia piena validità giuridica e funzionale è fondamentale rispettare sia le regole tecniche sulla tipologia e l’uso di strumenti informatici, sia le modalità di comunicazione e consultazione degli atti.

Queste norme e regole tecniche prevedono che l’atto giudiziario e i relativi allegati siano trasmessi utilizzando formati, modalità digitali e buste crittografiche complesse, difficili da gestire senza l’aiuto di appositi software che rendano trasparenti e semplici per l’utente tale complessità.

La sfida che l’informatica lancia ai processi giuridici tradizionali va vista come una nuova e importante  opportunità, per giungere a una maggiore efficienza nei processi e a una maggiore efficacia nell’utilizzo delle risorse, con vantaggi evidenti e tangibili. Fra tutti: eliminare l’uso della carta, tagliare i costi di stampa e approvvigionamento, ridurre i tempi di esecuzione della attività, ridurre i tempi di emissione dei decreti ingiuntivi. Sintetizzando ancora: risparmiare tempo con guadagni materiali e immateriali che favoriscano tutti i soggetti professionali coinvolti oltre che lo stesso cittadino.

Redazione

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