
La riforma della geografia giudiziaria è ufficialmente in vigore, dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto legislativo che aggiorna la presenza degli uffici di giustizia in tutto il territorio nazionale. Nello specifico, diventa effettivo il Decreto legislativo 19 febbraio 2014, n. 14 “Disposizioni integrative, correttive e di coordinamento delle disposizioni di cui ai decreti legislativi 7 settembre 2012, n. 155 e 7 settembre 2012, n. 156, tese ad assicurare la funzionalità degli uffici giudiziari”.
La riforma è quella avviata dal governo Monti in epoca di spending review, nell’estate del 2012, poi passata di mano al governo di Enrico Letta e, infine, entrata in vigore sotto l’esecutivo guidato da Matteo Renzi.
Due sono stati i Guardasigilli che hanno dato forma al nuovo assetto giudiziario del paese: Paola Severino, ministro con Mario Monti, e Anna Maria Cancellieri, a capo del dicastero con il precedente esecutivo Letta.
A mettere in pericolo la riforma, nei mesi scorsi, era stata la richiesta di referendum abrogativo, avanzata da diversi consiglio regionali, al fine di rendere inefficaci le previsioni del decreto. Un’istanza inizialmente accolta dalla Cassazione, ma poi dichiarata inammissibile dalla Corte costituzionale lo scorso 15 gennaio.
Così, caduto anche l’ostacolo del referendum, la riforma della geografia giudiziaria ha trovato strada libera per diventare legge vigente, con il consiglio dei ministri che è intervenuto in extremis a fine gennaio per ovviare alle esigenze di aree più periferiche o difficilmente raggiungibili, come, ad esempio, le isole.
In generale, va tenuto conto che la riforma della geografia giudiziaria elimina un migliaio di uffici di piccole dimensioni, sempre ai fini di rendere i tribunali meno dispersivi e più efficienti. Il risparmio complessivo dovrebbe essere pari a 55 milioni per il 2014 e di 95 per gli ani successivi.
In dettaglio vengono eliminati:
30 tribunali
271 sezioni distaccate
667 giudici di pace
Mentre vengono recuperati o integrati:
386 magistrati
3326 amministrativi
7 dirigenti di seconda fascia
1655 personale addetto alle esecuzioni, alle notifiche e ai protesti
1924 magistrati onorari
2081 addetti in sostituzione dei giudici di pace
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Allegato III – Uffici di sorveglianza
Allegato IV – Corte di assise d’Appello
Allegato V – Distretti, circondari, sedi
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Il problema non è ne la riduzione di qualche ufficio giudiziario ne l’assunzione di qualche altro centinaio di magistrati si da aumentare in maniera strepitosa le buon forchette della P.Amministrazione. Sono noti i costi di mantenimento monetario dei cosiddetti opertori di Giustizia nel nostro Paese che rispetto a quello al sistema giudiziario di tutti gli altri Paesi civili dell’occidente ha un rapporto di 100 a uno vale a dire noi spendiamo per la Giustizia
per es. 100 miliardi contro l’uno di ogni altro paese del mondo e in aderenza a tale ingiutifi-cato rapporto si aggiunge il fatto che la durata dei processi civili in Italia è venti volte superiore a quello dei peggiori paesi del mondo intero. Infatti alcune degne persone quali convenuti stanno sopportando una banale causa civile da 34 anni in un Tribunale del mamertino siciliano e dopo vent’anni di istruttoria chiusa nel 2000 non si viene a sentenza
grazie alle implicazioni mafiose in atto in detto Tribunale mentre per sommo di sventura per l nostra disgraziata Paria va detto che le numerose provate denunce giunte fino ai più alti gradi giuiziari nonchè ai vari ministri di Grazia e Giustizia non hanno neppure ottenuto riscontro in quanto il semplice riscontro avrebbe svelato la connessione dei rapporti tra potere giudiziario e mafia e potere politico e mafia e un aintersecazione di interessi fra poteri da sconvolgere ogni coscienza anche la più avezza ad ascolare e vedere le nefandezze della italica odierna situazione provocata dal prezzolato M.Monti e dalla sua banda ancora al potere nelnostro Paese per disgrgarlo totalmente come a lui indicato salla finanza nera transnazionale nordeuropea.