Destinazione Italia, il decreto oggi al Senato. Ma rischia di scadere

Redazione 19/02/14
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Rush finale per il decreto Destinazione Italia, che arriva oggi al Senato dopo l’approvazione della scorsa settimana alla Camera. Tempi serrati perché il provvedimento, in parlamento da dicembre, decade questo venerdì.

Urgenza massima, insomma, sul decreto 145 del 2013, che ha ricevuto ieri pomeriggio l’ok dalla Commissione Bilancio di palazzo Madama e, oggi, si appresta a entrare in aula per ricevere l’ok definitivo entro il weekend.

Il testo dovrebbe, dunque, essere approvato nella versione in cui è uscito da Montecitorio, poiché il margine temporale residuo per l’approvazione del provvedimento non consentirebbe u ulteriore parlamentare. Con un governo dimissionario, poi, di questioni di fiducia neanche si parla: il Destinazione Italia o verrà approvato nella versione attuale, oppure sarà condannato a decadere.

A favorire l’accelerazione che porta già oggi il decreto in aula a palazzo Madama, l’abbandono dei lavori da parte degli esponenti del MoVimento 5 Stelle, che hanno rinunciato all’ostruzionismo già attuato per il decreto Salva Roma a fine anno, visto che, in ogni caso, il testo sarebbe approdato in assemblea anche senza l’ok della Commissione.

Il provvedimento, nel complesso, contiene le riforme messe sul campo dall’esecutivo ormai dissolto di Enrico Letta per promuovere la competitività delle imprese italiane all’estero, aumentando l’attrattiva delle attività nostrane e le opportunità di investimento.

Novità importanti, ad esempio, riguardano i certificatori energetici, una figura professionale che richiede specifici requisiti per accertare la sostenibilità degli edifici e non solo. Un ruolo a cui sono chiamati architetti, ingegneri e i laureati in materia come scienza e ingegneria dei materiali, scienze e tecnologie forestali, ambientali e agrarie e scienze e gestione delle risorse rurali-forestali o, ancora, i diplomi in geometra, perito agrario, industriale, meccanici, tecnici delle costruzioni e via dicendo.

Tra le parti eliminate, invece, il bonus libri, sensibilmente ridotto a buono sconto di 19 euro e solo per gli studenti: insomma, un cambio di rotta radicale dopo le agevolazioni promesse sull’acquisto di mille euro nel corso dell’anno solare

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