La Corea del Nord dichiara la guerra termonucleare a Tokyo e Sud Corea

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Molti si aspettavano che la tensione sarebbe scesa, che la crisi internazionale avviata dalla Corea del Nord sarebbe rientrata con la stessa facilità con cui si era aperta, invece al momento la tensione non accenna a diminuire ed ogni giorno i segnali sembrano sempre meno confortanti e le nazioni coinvolte se ne sono rese conto. Il Giappone, infatti, ha già sistemato batterie anti – missile Patriot nel quartier generale di Ichigaya, nel centro di Tokyo, e in altre zone dell’area metropolitana, e ha reso operativi due cacciatorpedinieri con missili intercettori, con l’intento di vanificare qualsiasi lancio balistico possa essere effettuato dalla Nord Corea.

Nel frattempo Pyongyang ha ribadito la ferma volontà che gli stranieri presenti su suolo nord coreano lascino il paese  e la motivazione ha qualcosa di inquietante “non vogliamo farvi del male nel caso ci fosse una guerra con Seul”. La situazione assume connotati sempre più tetri, gli stranieri in Nord Corea costretti ad andarsene perché la loro incolumità a rischio e la non invidiabile posizione del popolo giapponese che dal giorno alla notte si è trovata nel giardino di casa le batterei contraeree, se non sapessi che anno rischieremmo di confonderci con il 1945.

Dunque, come detto sopra, il ministero della Difesa nipponico ha fatto collocare batterie anti-missile Patriot Advanced Capability-3 (Pac3) nel quartier generale di Ichigaya, nel centro di Tokyo, e in altri punti dell‘area metropolitana (Asaka e Narashino). La mossa, ordinata dal ministro Itsunori Onodera, mira a “neutralizzare” possibili lanci balistici da parte della Corea del Nord, che – secondo Seul – potrebbero verificarsi domani, ossia il termine di scadenza della protezione nei riguardi dei diplomatici stranieri. Se non dovessero essere sufficienti i Patriot, comunque, lo stato maggiore nipponico ha anche sistemato due cacciatorpedinieri con standard Aegis, dotati di missili intercettori, nel mar del Giappone.

Il premier Giapponese, Shinzo Abe, ha fatto capire chiaramente che il suo paese farà quello che serve e per la precisionefarà quello che c’è bisogno di fare con calma, collaborando con gli alleati”. Il governo nipponico, dunque, prenderà “ogni misura possibile per proteggere la vita delle persone giapponesi e la sicurezza”, in merito allo schieramento delle batterie anti-missile Patriot Advanced Capability-3 (Pac3) a Tokyo, come nel caso del cortile del ministero della Difesa, nella sua area metropolitana e in altre zone del Paese, tra cui la prefettura di Okinawa. 

Abe ha poi criticato la Corea del Nord per il comportamento tenuto e per le frequenti provocazioni, tanto realizzate quanto potenziali, compresa quella sul possibile lancio balistico (paventato per Seul “intorno al 10 aprile”) che ha convinto il Giappone ad adottare le contromisure anti-missile.

L’ordine di abbattere un vettore nordcoreano, disposto domenica dal ministro della Difesa Itsunori Onodera, è il primo di questo genere, ed è stata una decisione preventiva, in anticipo rispetto al formale annuncio da parte di Pyongyang sulle sue intenzioni, protocollo seguito anche per gli altri tre lanci precedenti. Abe, che non ha nessuna intenzione di alimentare il gioco bellico nordcoreano,  ha invitato la comunità internazionale ad applicare fermamente le ulteriori sanzioni contro il regime comunista, in linea con le ultime risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu approvate in risposta al terzo test nucleare del 12 febbraio.

Dalla Corea del Nord, intanto, giungono dichiarazioni minacciose “la situazione nella penisola coreana va verso un guerra termonucleare” a causa delle azioni, ritenute ostili, da parte di Usa e Corea del Sud. Questa è la nota riferita dal portavoce del Comitato per la pace nell’Asia Pacifico della Corea del Nord, che ha poi rivolto l’invito agli stranieri che si trovano in Corea del Sud a pianficare l’abbandono del Paese perché in caso di guerra non sarebbero in grado di garantirne l’incolumità.

L’attuale situazione, ha poi aggiunto il portavoce “sta avendo effetti seri sulla pace e sulla sicurezza non solo nella penisola ma nel resto dell’area dell’Asia-Pacifico” e Pyongynag non vuole vedere stranieri in Corea del Sud vittime della guerra”. Secondo il portavoce nordcoreano Seul e Washington stanno cercando di “sfruttare l’occasione” per cominciare un conflitto contro la Corea del Nord introducendo “armi di distruzione di massa” in Corea del Sud.

Secondo quanto ha reso noto il ministero dell’Unificazione di Seul e le compagnie sudcoreane che hanno impianti nell’area di Kaesong,
la Corea del Nord oggi ha bloccato la produzione nell’area industriale comune; infatti 53 mila operai nordcoreani oggi non si sono presentati al lavoro nel complesso industriale che si trova nella cittadina a 10 chilometri dal confine con il sud.

“La Corea del Nord deve finirla con il suo comportamento sbagliato e fare la scelta giusta per l’interesse del futuro dei coreani” così ha dichiarato la presidente della Corea del Sud, Park Geun-hye, durante una riunione dell’esecutivo, stigmatizzando il comportamento di Pyongyang e definendo come molto negativa la decisione di boicottare le attività nell’area industriale comune con la Corea del Sud di Kaesong.

Il pensiero comune, tuttavia, l’hanno riassunto perfettamente le dichiarazioni del segretario dell’Onu Ban Ki – moon che si è detto “profondamente preoccupato” per la direzione che stanno prendendo gli eventi ed ha invitato la Corea del Nord a frenare “le provocazioni” ed ha proposto, come segno distensivo, la riapertura del distretto di Kaesong che è l’emblema della collaborazione reale ed efficace fra i due paesi che, però, da domani mattina potrebbero essere in guerra.

Alessandro Camillini

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