La Corte dei Conti stronca il redditometro: rischio uso disinvolto di dati

Redazione 17/01/13
Scarica PDF Stampa
La Corte dei Conti tuona contro il redditometro. Per il Presidente della Corte Luigi Giampaolino, occorre infatti non solo  «evitare un uso disinvolto delle informazioni non verificate»., ma anche auspicare che gli uffici abbiano «massima attenzione e massima cautela» nell’uso dei dati.

Il monito viene lanciato dal palco del convegno ‘L’anagrafe tributaria nella prospettiva del federalismo fiscale’. Il presidente, nella sua relazione, parla in particolare degli ”inconvenienti che l’utilizzazione di informazioni non corrispondenti alla realtà economico-sociale può determinare in sede di applicazione di sofisticati strumenti di accertamento quali il ‘nuovo redditometro”’. «Esistono situazioni – ha sottolineato Giampaolino – in cui la titolarità formale di utenze e canoni non coincide con coloro che ne supportano l’onere finanziario. In questi casi occorrerà che gli uffici procedano con grande attenzione per arrivare all’effettiva titolarità soggettiva». E proprio la qualità dei dati è un aspetto che ”sta particolarmente a cuore” alla Corte dei Conti. Su questo fronte, secondo Giampaolino, ”occorre il massimo impegno dei tecnici e delle amministrazioni, evitando un uso disinvolto” dei dati. ‘

Per il presidente della Corte dei Conti si deve ”auspicare una profonda riflessione sull’impiego del sistema informativo della fiscalità, allo scopo di poterlo utilizzare quale fondamentale leva per la tax compliance, in grado di contribuire in modo decisivo alla riduzione dell’evasione, dei costi di adempimento per i contribuenti e dei costi di gestione per le amministrazioni”. In sostanza, secondo Giampaolino, è necessario ”orientare sempre più il sistema informativo della fiscalità alla gestione del rapporto con i contribuenti ed alla effettiva semplificazione degli adempimenti”. La Corte dei Conti ricorda di aver sottolineato più volte che le banche dati ”possono essere un formidabile strumento di tax compliance, soprattutto se utilizzate in un’ottica persuasiva, tale da guidare il comportamento del contribuente nella fase dell’adempimento. Sotto tale profilo il sistema attuale appare insufficiente”.

La protezione dei dati personali, spiega la Corte dei Conti, è ”estremamente importante” e rende ancora ”necessari sistemi e percorsi distinti”. Tuttavia ”non devono costituire alibi per una ritrosia nella condivisione di dati”, nei confronti di Istituzioni normativamente abilitate a conoscerli. La Corte dei Conti sottolinea quindi di essere ”molto sensibile al riguardo, proprio per le esigenze di corrispondere adeguatamente alla propria funzione istituzionale”. Del resto la logica ‘a rete’ che, spiega il presidente, ”nel quadro del federalismo significa collegamenti capillari sul territorio, implica l’incremento della condivisione dei dati per poter effettivamente realizzare le funzioni attribuite dall’Ordinamento”.

Immediata la replica del numero due dell’Agenzia delle Entrate, Marco di Capua: «Il redditometro ha l’obiettivo di «intercettare forme di evasione spudorata» e «i finti poveri». Sottolineando che «non è uno strumento di accertamento di massa».

L’intervento integrale del Presidente della Corte dei conti Luigi Giampaolino

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento