Con Napolitano e Clinton, Technogym lancia l’economia della salute

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Ha fatto le cose in grande, Nerio Alessandri, nel presentare il nuovo quartiere generale di Technogym, azienda leader mondiale nel settore dell’esercizio fisico e della riabilitazione. Alle porte di Cesena, è stata inaugurata ufficialmente la nuova sede della compagnia, o, come preferisce chiamarlo il patron, il primo “wellness village” al mondo.

Per l’evento, si sono alternati nientemeno che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in mattinata,a e, nel pomeriggio, il 42esimo presidente degli Stati Uniti d’America Bill Clinton. Sullo sfondo, il gotha dell’imprenditoria, della politica, dello sport e dei media italiani. Dal ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, al rampollo di famiglia Agnelli John Elkann, al commissario tecnico della nazionale di calcio Cesare Prandelli, al conduttore televisivo Bruno Vespa e tanti altri.

Tutti, a fare da cornice per un appuntamento che è servito a celebrare i successi della compagnia romagnola in tutto il mondo, ma, soprattutto, a dare forza e seguito a una narrazione, un mito che si trova inscritto nel dna dei più influenti brand mondiali.

Lo ha sottolineato anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel suo breve intervento: “Si dice che l’America sia la patria dei self-made man, ma chi lo è più di Alessandri e di suo fratello?”. Il Capo dello Stato ha riconosciuto come la spina dorsale dell’azienda sia costituita da “un grande punto di forza italiano: la famiglia”.

E lungo i corridoi che introducono all’enorme showroom, infatti, è ben raffigurata la parabola degli Alessandri brothers, Nerio e Pierluigi, a partire dal 1983, quando, poco più che adolescenti, progettarono la prima macchina per palestre in un garage della periferia cesenate, armati di matita e tavolo da disegno. Da lì, ebbe inizio una crescita vertiginosa, che oggi dà lavoro a oltre 2000 dipendenti in Italia e all’estero e che ha portato Technogym a fregiarsi del titolo di fornitore ufficiale a cinque edizioni dei giochi olimpici, inclusi Pechino 2008 e gli ultimi di Londra 2012.

Una storia, quella dei fondatori, che ricalca i miti di Steve Jobs o di Bill Gates, innestando, però, una dose importante del familismo tipico delle realtà produttive italiane. Technogym è, insomma, un ibrido anche come cultura di impresa, prima ancora di esserlo in qualità di azienda fornitrice di prodotti e servizi.

E, in effetti, definirla “azienda di attrezzi ginnici” è riduttivo, e, soprattutto, vuole esserlo nella visione del suo patron. Durante l’inaugurazione, infatti, Alessandri non ha smesso di ripetere i capisaldi della filosofia wellness, che l’azienda rivendica di aver plasmato e professato in giro per il mondo, sostituendola al più culturistico fitness, tanto in voga negli anni ’80.

La compagnia, però, i muscoli ha voluto metterli in mostra, come dimostrano le cifre del wellness village di Cesena: 150mila metri quadrati totali, di cui 60mila occupati da una struttura costruita in legno e vetro secondo i dettami dell’edilizia sostenibile, dove sono inclusi uffici, palestra, Spa, ristorante e anche un centro congressi ribattezzato “Technogym university”. Un complesso imponente, che non passerà inosservato a chi, percorrendo l’A14, passerà dalle parti del casello di Cesena, dove è stato addirittura apposta l’indicazione “wellness village”.

All’esterno, vasti prati verdi, spazi per allenamento, campi da basket e percorsi di running sullo sfondo delle colline romagnole. Tutto ciò, per dare corpo e anima alla filosofia che supporta il brand: quella di un corretto stile di vita, una sana alimentazione e una frequente attività fisica. A dirla breve, un mercato potenzialmente sterminato.

E non lo ha negato Alessandri, che ha ringraziato gli oltre 1000 ospiti, provenienti da 75 Paesi diversi: “Oggi, il 10% della popolazione mondiale svolge attività fisica. E’ possibile arrivare al 30%”. Per divulgare la sua filosofia, Technogym vuole incarnare una propensione alla salute che vada di pari passo con l’innovazione. Non è arduom immaginare come, fare da anello di congiunzione tra l’industria tecnologica, i centri medici-riabilitativi e l’avanguardia ingegneristica significhi aprire un universo di possibilità.

Clinton durante il discorso

 

Lo ha sottolineato anche il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera: “Technogym ha creato una meta-filiera in grado di contrastare le nuove minacce della salute”. Il suo intervento ha preceduto quello di uno sbalordito Bill Clinton, ex inquilino della Casa Bianca e oggi impegnato con la sua fondazione nella lotta alla povertà, alla fame nel mondo e all’accesso alla salute. “Ho pensato di candidarmi per un posto di lavoro qui”, ha scherzato l’ex presidente americano.

Dunque, l’Italia in crisi riparte da Technogym? Di certo, la carta vincente di Nerio Alessandri è quella di proporre un modello di economia che si propone come “alternativo”, ispirandosi ai principi del benessere: in questo modo, si viene a rispondere a una domanda, quella di salute, che è essenzialmente inesauribile.

Non a caso, Alessandri non ha mancato di ricordare come gli investimenti più corposi dell’azienda siano stati fatti tra il 2011 e il 2012, nel pieno, insomma,della crisi economica e non solo grazie ai nuovi tapis roulant con tanto di touchscreen che consentono di navigare in rete mentre si fa attività fisica, ma proprio in virtù di fornire prodotti e servizi al bisogno universalmente più diffuso: stare bene. E questo, nell’Italia dell’Ilva e di altre mille storie di precariato, fallimenti e disoccupazione, non è poco.

 

Francesco Maltoni

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