Finanziamenti ai gruppi parlamentari, la Camera ci ripensa: sì a controlli esterni

Redazione 19/09/12
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Volubilità italica, o mediterranea se preferite; i gruppi parlamentari dopo il no categorico di ieri al controllo esterno sui propri bilanci oggi, miracolosamente, cambiano idea votando all’unanimità il provvedimento che consentirà una verifica esterna. Le polemiche, evidentemente, non sono passate inosservate, così come l’auspicio del presidente Fini, per cui i bilanci dei gruppi della Camera saranno valutati da società di revisione esterne come deciso dalla giunta per il Regolamento di Montecitorio.

Durante la riunione, da quel che si è appurato, è stato scelto di approvare il testo dei relatori Giancluadio Bressa (Pd) e Antonio Leone (Pdl) ed unirlo al principio del controllo dei bilanci dei gruppi mediante una società esterna. La riunione della giunta è stata interrotta dopo circa un’ora e aggiornata alle 15 e 30 per redigere il nuovo testo implementato del regolamento. L’obiettivo sarebbe quello di designare un’unica società esterna per il controllo dei conti e dovrebbe essere scelta dall’ufficio di presidenza della Camera attraverso una gara d’appalto.

”Ho apprezzato molto questa nuova posizione di trasparenza che ha intrapreso il presidente Fini. Penso però  – ha detto il deputato del Pdl, Guido Crosetto – che il percorso verso la trasparenza passi non attraverso la certificazione dei bilanci dei gruppi, ma attraverso una cosa più seria: lapubblicazione su internet di tutte le spese anche della stessa Camera e dei gruppi. Così magari tutti i cittadini e gli stessi parlamentari, ai quali oggi non è consentito, potranno verificare singolarmente ogni spesa effettuata con denaro pubblico”.

Il provvedimento votato, tuttavia, non ha convinto proprio tutti, qualcuno ha provato a storcere il naso “ sono nettamente contrario. Per quale motivo dobbiamo farci controllare dall’esterno?” dichiarava questa mattina il senatore del PdlAltero Matteoli. .“Noi dobbiamo dimostrare di saperci controllare da soli, senza bisogno di metterci nelle mani degli altri. Non facciamo demagogia. Fini sbaglia a dire che – spiega al fatto quotidiano – ci devono controllare gli altri. Dobbiamo controllare da soli e dimostrare alla pubblica opinione che i soldi che percepiamo per il funzionamento della politica sono spesi bene e proprio per questo fine”.

La Lega, ancora provata per lo scandalo sui fondi usati dalla famiglia Bossi, d’altro canto avrebbe preferito spingersi anche oltre la verifica esterna. Non è sufficiente, infatti, un controllo semplicemente contabile dei bilanci dei partiti parlamentari da parte di una società di certificazione esterna, ma occorrerebbe anche un “codice di principi con le spese ammissibili” stabilito dalla Corte dei Conti secondo il capogruppo del Carroccio, Giampaolo Dozzo.

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