Spending review: 1800 emendamenti. Grandina sul decreto legge

Redazione 20/07/12
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L‘Ue sta con l‘Italia, la spending review è la manifestazione concreta degli sforzi e dei sacrifici che lo stivale sta facendo per risalire la crisi economica, il punto però è che è l’Italia che non sta con l’Italia,  alle 12 di ieri, quando scadeva il termine per presentare emendamenti al testo di legge, ne sono grandinati circa 1200 fra Pd e Pdl, distribuiti in egual misura, 600 a testa, oltre agli 800 degli altri partiti. Sommersa, dunque, la Commissione di bilancio travolta da un’onda anomala, forse, inaspettata. Va detto, che alcune proposte sono però interessanti e non sono atte solo a rallentare l’iter burocratico ma recano in sé quella natura costruttiva che è quello che il popolo italiano chiede ai propri rappresentanti.

E’ proposta del Pd e dei radicali, infatti, di abrogare il finanziamento alla costruzione  di cacciabombardieri F-35 per incentivare altri settori, ben più importanti, come ricerca e difesa del suolo. Secondo i senatori del Pd, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante “oltre 3 miliardi di risparmi: è quanto si ricaverà se verranno accolti i nostri emendamenti per tagliare le spese militari, rinunciando ai programmi di sviluppo e acquisto dei superbombardieri F-35 e degli Eurofighter Typhoon”. Gli emendamenti presentati, secondo i senatori di Pd e radicali, consentiranno di recuperare una cifra vicina ai 3 miliardi appunto, 2 miliardi e 600 milioni, soldi che potrebbero essere destinati, candidamente, alla ricerca, uno dei settori più bistrattati dai colpi di scure del Governo Monti.

Non è solo la ricerca però che potrebbe beneficiare di questo generoso indotto, ma anche le zone colpite dal sisma, che sembrano essere state dimenticate dopo la cronaca drammatica dei primi giorni, di conseguenza ne beneficerebbero anche la protezione civile e le politiche della cooperazione allo sviluppo. Dunque numerosi settori gioverebbero di tagli al potenziamento dell’esercito di cui, onestamente, non se ne vede e non se ne sente, soprattutto, il bisogno; è evidente che in questo momento le priorità sono altre, non solo quelle dettate dalla dissestata situazione economica ma anche dalle condizioni del disagio sociale e dei drammi, non ultimo il sisma, che hanno caratterizzato la penisola di recente.

Il Pdl, dal canto suo, punta, col suo senatore Cosimo Izzo, a “stralciare dal dl sulla spending review la soppressione e la razionalizzazione delle province per dar vita ad un ddl costituzionale ad hoc di riforma delle autonomie locali.” Secondo il popolo delle libertà la necessità dello stralcio nasce dall’incostituzionalità della norma che per quanto riguarda la revisione delle circoscrizioni provinciali sarebbe in contrasto con l’art. 133 della Costituzione, secondo il quale sono in comuni e non il Governo a dover avere iniziativa legislativa.

Fra i due “giganti” della politica si inserisce, Francesco Giavazzi con il suo ambizioso piano. L’economista in 6 articoli ha elaborato una strategia che dovrebbe consentire l’aumento del Pil di un punto e mezzo percentuale nel prossimo anno mediante un risparmio sugli incentivi alle imprese fino a quasi 10 miliardi annui. Dall’esercito alle province, passando per gli enti locali e piani di risanazione economica, ce ne è davvero per tutti i gusti, ora non resta che aspettare la risposta del Governo che, ad agosto, ha già deciso per il mantenersi in mobilità, evidentemente è prevista pioggia.

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