Conciliazione, no Ue alle sanzioni. I giudici vigileranno sui costi

Redazione 12/07/12
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Dalla commissione europea arriva un secco no alla disciplina italiana della conciliazione. In attesa della decisione definitiva delle istituzioni comunitarie, sulla compatibilità del testo italiano con le direttive Ue, la commissione ha consegnato un severo memoriale alla Corte di Giustizia, dove le disposizioni italiane in fatto di sanzioni vengono in gran parte bocciate.

L’organo europeo, infatti, ritiene che le formulazioni inserite nel decreto legislativo 28/2010 (che dava attuazione all’art.60 della legge 69/2009) non contengano garanzie necessarie affinché le parti in combutta raggiungano una decisione libera e consensuale sulla chiusura del procedimento di conciliazione. In pratica, la commissione giudica negativamente il capitolo del decreto in cui si prevede che “il mediatore possa e, a volte, debba, senza che le parti possano opporvisi, formulare una proposta di conciliazione che le parti sono indotte ad accettare per evitare di incorrere in determinate sanzioni economiche“.

L’introduzione della variabile economica per porre fine alla controversia, nell’ottica della commissione Ue, porterebbe, dunque, distorsioni nel procedimento di conciliazione, tali da soffocare anche il diritto di accesso del giudice. In sostanza, la sua figura di mediazione verrebbe sacrificata in conseguenza della ridotta autonomia tra le parti in disaccordo.

Sul versante dei pagamenti, però, la commissione ha accolto il principio del pagamento punitivo. Salvi anche i quattro mesi di tempo per riavvicinare le parti in causa, mentre per l’esborso complessivo di un procedimento conciliatorio la commissione ha avanzato l’ipotesi che possa superare quelli necessari per un giudizio in Tribunale. Sarà dovere del giudice stesso stabilire i casi nei quali la mediazione ha superato i canoni di spesa previsti per l’alternativa di giudizio.

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