Spending review: via duecentomila statali

Redazione 06/07/12
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E’ l’amministrazione pubblica il settore più colpito dalla spending review 2012, approvata ieri sera da un Consiglio dei ministri fiume, durato oltre sette ore. Molti gli ambiti toccati dal decreto, ma dei 26 miliardi di risparmi previsti nel prossimo triennio, appare chiaro che la fetta più grossa arriverà proprio dal settore del pubblico impiego.

Prima di tutto, la riforma delle piante organiche. Un dirigente su cinque è destinato all’uscita, un impiegato su dieci farà la stessa fine: l’obiettivo è portare i dipendenti sotto i 3 milioni,  poggiando sulla leva del prepensionamento. Per i dipendenti pubblici in esubero, cioè quelli a meno di due anni dal ritiro, l’unica via sarà infatti quella della mobilità, con l’80% dello stipendio garantito fino al raggiungimento della data d’uscita ufficiale. Nel computo, sono inclusi anche quei lavoratori che, prima dell’entrata in vigore della riforma Fornero e dell’innalzamento dell’età pensionabile, avevano già maturato i requisiti, ossia lo stop garantito entro il 31 dicembre 2014.
Per chi manterrà il posto, invece, diverrà obbligatoria l’adozione della “valutazione organizzativa e individuale dei dipendenti pubblici”: in sostanza, la pagella del pubblico funzionario. Una misura già adottata da alcuni enti, che si propone di uniformare i pubblici esercizi verso una dimensione più “a misura di cittadino”. Ma non è tutto: la stretta sugli uffici amministrativi sarà anche fisica. Già, perché gli spazi tra una scrivania e l’altra verranno ridotti tra i 12 e i 20 metri quadrati a persona nei palazzi di nuova costruzione e tra i 20 e i 25 negli altri. Anche gli archivi saranno più snelli.

Non passa indenne le tenaglie della spending review anche la pausa pranzo degli impiegati: i buoni pasto, infatti, non potranno in alcun modo sorpassare il tetto di sette euro. E c’è dell’altro: in merito a ferie e riposi,  la fruizione sarà più obbligatoria  e in nessun modo daranno diritto  “alla corresponsione di trattamenti economici sostitutivi”.
Capitolo a parte, poi, quelle voci da sempre in vetta alle considerazioni di spreco degli italiani nella spesa pubblica. Ferme al palo metà delle auto blu: le risorse destinate per l’anno in corso, infatti, non potranno superare il 50% di quelle del 2011. Frenate, infine, le consulenze: i saggi della pubblica amministrazione che, nell’ultimo anno prima della pensione, si siano occupati di temi oggi richiedenti consulenza esterna, non potranno in alcun modo accedere all’incarico.
Nel complesso, Ministeri e enti decentrati dovranno rivedere i tetti di spesa per 1,5 miliardi nel 2012, che diventeranno il doppio nel prossimo anno.

Redazione

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