Beni pubblici in vendita e spending review allargata: la ricetta di Monti

Redazione 14/06/12
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Beni pubblici in vendita per fare cassa, spending review come panacea di tutti i mali (almeno quelli più gravi) e un po’ di sano ottimismo, visto che “tutto sommato la crisi in Italia è meno pressante di qualche mese fa”. Unendo le ultime dichiarazioni di Mario Monti in giro per l’Europa, e nella fattispecie quelle di Bruxelles del 23 maggio scorso e quelle di ieri a Berlino, dove peraltro il premier si è pure preso il lusso di incassare i complimenti del Ministro delle Finanze tedesco Schaeuble, i cittadini italiani dovrebbero guardare con più fiducia al futuro. Il che non è confermato ne dalla situazione dei consumi, ne dalle proteste quotidiane di lavoratori, sia pubblici che privati, nei confronti di questo Governo tecnico.

Ma tornando alla ‘gita tedesca’ di Monti, si è parlato soprattutto di tagli (tanto per cambiare): nel nuovo piano di risparmio e rientro, giocheranno in prima linea gli enti locali e non ci sarà bisogno di una manovra-bis. “Abbiamo predisposto dei veicoli, fondi immobiliari e mobiliari attraverso i quali convogliare, in vista di cessioni, attività mobiliari e immobiliari del settore pubblico, prevalentemente a livello regionale e comunale”. Di fatto, si venderanno i “gioielli” di Comuni e Regioni, come servizi pubblici locali e municipalizzati, settori e aziende che al momento hanno sul mercato valutazioni importanti.

E poi, ovviamente, la spending review, che secondo il Governo consentirà di risparmiare nel 2012 ben 5 miliardi, e altri 8 o 9 nel 2013 (che diventano 100 miliardi complessivi nell’area potenziale di intervento considerata dal ministro Giarda).
Aggiungendo a queste cifre anche la cessione degli asset pubblici, si potrebbero avere a disposizione 200 milioni per la copertura del nuovo decreto sviluppo e di aiutare le zone terremotate emiliane e lombarde con un altro miliardo.

Redazione

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