Pensioni e lavoro, le riforme si intrecciano?

Redazione 20/03/12
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Mentre ieri sul fronte del lavoro è stata una giornata di incontri tra i sindacati in vista del vertice di oggi tra parti sociali ed esecutivo, il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha chiarito che le lavoratrici con 57 anni di età possono comunque andare in pensione purchè accettino il calcolo della pensione con il sistema contributivo.

Lo ha sottolineato nel corso di un convegno: “So che è penalizzante ma è la pensione pagata con i propri contributi e non con quelli altrui“, ha aggiunto. “Le lavoratrici che hanno compiuto 57 anni possono comunque andare in pensione a partire da 57 anni senza aspettare l’età più elevate delle riforma purchè accettino il calcolo della pensione con metodo contributivo – ha detto – Quindi la possibilità di uscire con 57 anni è concessa e l’idea è che se tu vuoi andare ci vai coi contributi che tu hai pagato“.

Il ministro inoltre promette entro il 30 giugno un decreto legge per risolvere il problema della pensione per i lavoratori esodati, per cui prova “grande ansia”. “Il numero degli esodati – ha spiegato – e’ molto superiore a quello preventivato. Ora dobbiamo lavorare con criteri ispirati ad equita’ per una soluzione che non penalizzi i piu’ deboli tra di essi, e chiedere un po’ di pazienza a chi sta meglio“.

Entro il 30 giugno, quindi, sara’ approntato un decreto per affrontare il problema. “Quest’anno nessuno vede cambiata la propria posizione rispetto alla riforma – ha ricordato – l’incertezza e’ per l’anno prossimo. Quest’anno nessuno e’ rimasto nella morsa. Certo per chi e’ soggetto all’esodo, con i contratti di solidarieta’ volontari, il percorso si allunga. Bisogna trovare criteri di equita’ per capire chi deve essere piu’ tutelato“.

Il ministro ha affermato comunque di provare “grande ansia per le persone che hanno accettato di uscire dal lavoro nella speranza di avere la pensione dopo qualche anno. Capisco la loro ansia, ma quella modalita’ era una soluzione tropo facile di mettere a carico del bilancio pubblico, e quindi della collettivita’, una forma di pensionamento anticipato“.

Accogliamo positivamente l`annuncio del ministro Fornero a proposito di un provvedimento legislativo ad hoc per i lavoratori esodati. Come Partito democratico, fin dal momento del varo della riforma previdenziale, abbiamo sollecitato il ministro affinché fosse risolto il problema dei lavoratori che rimangono per lunghi anni senza stipendio e senza pensione“, ha commentato Cesare Damiano, capogruppo Pd nella Commissione Lavoro di Montecitorio. Tornando alla riforma del lavoro, come detto quella di ieri è stata una giornata di intenso impegno per i sindacati alla vigilia dell’incontro di oggi con l’esecutivo, che dovrebbe essere definitivo (proprio in tarda serata le sigle sono state convocate per fare il punto al ministero del Lavoro: nel mirino soprattutto l’articolo 18, su cui non c’è ancora una posizione comune).

I leader di Cgil, Cisl e Uil, si sono incontrati per circa due ore per trovare una posizione comune sull’articolo 18 che per ora ancora non e’ stata trovata. Pressing invece da parte del ministro Fornero che spera in una posizione comune delle parti sociali e avverte: una riforma raggiunta con l’intesa con le parti sociali “ha un valore aggiunto“.

Il mio impegno e’ massimo perche’ si raggiunga un’intesa – ha detto Fornero – credo che una riforma raggiunta con il consenso delle parti sociali abbia un valore aggiunto che la stessa riforma non ha senza questo consenso“. “Posso capire – ha aggiunto Fornero – che i sindacati abbiano un attaccamento simbolico per la loro storia a certe regole e garanzie, ma le cose cambiano. Nessuno vuole togliere queste regole o garanzie in senso punitivo“. Ai sindacati il ministro chiede quindi di “fare un passo avanti per il Paese e per i giovani. E’ difficile pensare che questa riforma venga rifiutata“.

Intanto al Comitato centrale della Fiom il segretario generale Maurizio Landini ha affermato: “Siamo fermi alla posizione della Cgil in base alla quale l’art. 18 non si modifica se non per accelerare i tempi dei processi”. “Abbiamo scioperato per un buon accordo – ha proseguito – chiediamo che vengano estesi gli ammortizzatori sociali e i diritti e venga eliminata la precarieta’“. Infine a chi gli chiedeva se fosse credibile l’ipotesi della costituzione di una nuova confederazione con al centro la Fiom nel caso in cui la Cgil dovesse votare una riforma che modifichi l’art. 18 e si arrivi quindi ad una spaccatura: “Sono sciocchezze, noi siamo la Cgil e come tale ci muoviamo“.

Fortunato Laurendi

Redazione

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