Il boom dei B&B

Scarica PDF Stampa
C’è una realtà da tutti ben conosciuta: quella del turismo fiore all’occhiello del bel paese, di un’attività che fornisce un contributo importante alla produzione della nostra ricchezza nazionale. A metà dello scorso anno la Banca d’Italia ha reso noto che nel 2010 la bilancia dei pagamenti turistici ha presentato un saldo netto positivo da 8.841 milioni di euro, pari a quello registrato nel 2009. Le spese dei viaggiatori stranieri in Italia, per 29.257 milioni di euro, sono aumentate dell’1,4 per cento rispetto all’anno precedente; quelle dei viaggiatori italiani all’estero, per 20.416 milioni di euro, sono aumentate del 2,0 per cento.

In realtà da qualche tempo si parla però di crisi del comparto. Il nostro paese ha perso posizioni sul mercato internazionale e desta preoccupazioni il segno meno che talvolta precede le variazioni percentuali annuali che compaiono nelle tabelle statistiche periodicamente pubblicate dall’Istat. E’ stata segnalata la presenza quasi esclusiva di piccole medie imprese incapaci per loro natura di sviluppare economie di scala, l’esigenza di più incisive campagne di marketing e di maggiori investimenti ed è stata pure chiamata in causa l’arretratezza tecnologica del nostro paese con riferimento specifico alla ridotta diffusione di Internet.

In un quadro generale non privo di criticità, va in ogni caso evidenziato che negli ultimi anni vi è stato un vero e proprio boom dei cosiddetti bed and breakfast per i quali si sono registrati in un breve volgere di tempo tassi di crescita molto alti. Tali esercizi erano circa 2 mila nel 2002, ne sono stati accertati quasi 22 mila nel 2010. Anche il numero dei posti letto è fortemente aumentato: tra il 2006 e il 2010 è quasi raddoppiato (si è passati da 64 a 117 mila).

Tale novità si risolve in una positiva diversificazione della nostra offerta turistica che è stata capace di intercettare una quota significativa della domanda. A favorirla ha con ogni probabilità contribuito il gran numero di abitazioni non occupate che ha suggerito a taluni proprietari una scelta di utilizzo ritenuta più remunerativa rispetto a quella di offrirle sul mercato delle locazioni immobiliari.

Antonio Cortese

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento