Abolizione degli ordini professionali? Sì, no, forse.

Redazione 14/07/11
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A volte le proteste servono a qualcosa.
Soprattutto quando c’è in gioco la fiducia al Governo.

Ieri, il clima di Palazzo Madama è stato incendiato dalla rivolta degli avvocati e dei notai del Pdl che hanno minacciato di non votare la fiducia se non fosse stato ritirato il contestato emendamento voluto dal Governo sulla liberalizzazione delle professioni e l’abolizione degli ordini professionali (art. 39-bis della manovra). In un attimo, ecco spuntare circa un’ottantina di firme di protesta.

Protesta avallata anche dal nientepocodimenoche Ministro della Difesa (avvocato).

Perché dunque rischiare?

Convocazione immediata di un tavolo di concertazione con Presidente del Senato, Capigruppo della maggioranza, Relatore del DDL al Senato, Presidente della Commissione Bilancio e Sottosegretario dell’Economia.

E in nottata il testo originario è stato modificato e sostituito da quello attualmente sotto esame al Senato, il quale prevede che il governo presenti alle categorie interessate «proposte di riforma in materia di liberalizzazioni» delle professioni. Trascorso il termine di 8 mesi dalla data di entrata in vigore della manovra «ciò che non sarà espressamente vietato sarà libero».

Pax in Senatum, dunque.

Almeno al momento.

Redazione

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