Calcolo Tari su casa abbandonata: la tassa sui rifiuti e i casi di esenzione

Redazione 27/01/17
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La Tari è la famosa tassa sui rifiuti che gli Italiani sono tenuti a pagare ogni anno nella bolletta della luce (imposta unica comunale). Essa è dovuta per ogni immobile, a prescindere dall’uso a cui esso è adibito. Tuttavia l’importo della tassa varia da Comune a Comune.

Ma ci sono casi in cui l’importo dovuto per la Tari può essere ridotto o addirittura annullato? Vediamo insieme chi può essere esente dalla Tari.

Tari: quando e da chi è dovuta?

Il presupposto per il pagamento della tassa in questione è non solo il possesso o la detenzione di un immobile o di aree scoperte, a qualsiasi titolo, ma anche che gli stessi beni siano in grado di produrre rifiuti urbani.

La Tari si compone di due parti: una parte fissa, che varia a seconda della superficie dell’immobile, e una parte variabile, dovuta proporzionalmente alla quantità di rifiuti prodotti. Essendo difficile calcolare la quantità esatta di rifiuti prodotta, per il computo della somma dovuta si tiene in considerazione il numero dei componenti della famiglia.

Tari: quali sono i casi di esenzione?

I casi in cui la Tassa sui rifiuti non è dovuta, o lo è in maniera ridotta, sono pochi, ma esistono. La Tari, innanzitutto, non è dovuta:

  • per le aree condominiali comuni e non utilizzate in via esclusiva (come ad esempio l’androne e le scale di un palazzo);
  • per le aree non suscettibili di produrre rifiuti in modo autonomo, come le cantine, le terrazze e i balconi;
  • per le aree pertinenziali scoperte o accessorie di locali già soggetti a tributo;
  • per locali che, a causa di situazioni particolari, non sono suscettibili di produrre rifiuti.

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Tari: è dovuta anche per la casa abbandonata?

Cosa succede, invece, nel caso in cui un immobile sia rimasto disabitato? La Tari può non essere pagata, ma solo al ricorrere di determinate condizioni.

In particolare, ai fini dell’esenzione non è sufficiente che l’immobile sia rimasto inoccupato nell’anno di riferimento, ma è necessario anche che le utenze di luce e acqua siano state staccate. Inoltre l’immobile non deve essere arredato. In caso contrario, la Tari è sempre dovuta.

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Tari: di quanto varia da Comune a Comune?

È discrezionalità riservata a ciascun Comune quella di prevedere particolari riduzioni della Tari in casi particolari, ovvero:

  •  in caso di abitazioni con un unico occupante,
  • di locali adibiti ad uso stagionale e discontinuo,
  •  di abitazioni occupate da cittadini che risiedono per più di sei messi all’anno all’estero
  •  per i fabbricati rurali ad uso abitativo.

Ulteriori sconti sono previsti da alcuni Comuni a favore dei cittadini che smaltiscono una parte dei rifiuti in proprio o che abbiano realizzato determinati interventi tecnico-organizzativi per la riduzione della quantità di rifiuti prodotta.

Come funziona la riduzione per carenze del servizio di gestione rifiuti?

Ci sono, poi, casi previsti dalla legge in cui i cittadini possono beneficiare di una riduzione della Tari per carenze nel servizio di gestione dei rifiuti. Ciò avviene:

  • nelle zone dove non viene effettuata la raccolta a causa della distanza dal più vicino punto di raccolta (in questo caso la Tari è dovuta solo fino a un massimo del 40% dell’importo);
  • in caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti o quando il servizio sia comunque stato interrotto causando pericolo di danno alle persone e all’ambiente (in questo caso la Tari è dovuta fino a un massimo del 20%);
  • in caso di raccolta differenziata dei rifiuti, con sconti e riduzioni che variano a seconda del Comune.

 

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