La slavina cinque stelle

Redazione 23/12/16
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Raffaele e Renato Marra: due fratelli

L’ultima notizia in ordine di tempo è che Raffaele Marra, ex braccio destro di Virginia Raggi e capo del personale del comune di Roma, avrebbe commesso un illecito nominando il fratello Renato ad un ruolo dirigenziale.

E Virginia Raggi avrebbe dovuto fermarlo e non lo ha fatto.  Così afferma l’Anac, autorità anticorruzione di Raffaele Cantone.

Insomma, Virginia Raggi sapeva del rapporto di parentela tra i due Marra, Raffaele e Renato, ma questo non evita il conflitto d’interesse dei fratelli Marra, sostiene l’Anac.

Tutti i guai della giunta Raggi

Facciamo una ricostruzione dei guai della giunta comunale e dell’amministrazione di Virginia Raggi, andando a ritroso.

L’arresto di Raffaele Marra

Raffaele Marra, ex braccio destro della sindaca Virginia Raggi, è stato arrestato per aver ricevuto tangenti dall’imprenditore Scarpellini nell’ambito dell’acquisto di una casa dell’ente previdenziale Enasarco. A Virginia Raggi è sempre stata rimproverata la troppa fiducia in Raffaele Marra. Roberta Lombardi, anche lei del M5S ed avversaria di Virginia Raggi, lo aveva definito un “virus che infetta il movimento”; anche Beppe Grillo a dire la verità aveva consigliato Virginia Raggi di non fidarsi di Raffele Marra, considerato vicino a Gianni Alemanno, che però a suo tempo lo aveva ridimensionato. Addirittura Virginia Raggi ha dovuto smentire di essere ricattata da Raffaele Marra.

Avviso di garanzia per Virginia Raggi?

Secondo i quotidiani nazionali Virginia Raggi rischia un avviso di garanzia per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico per le nomine della sindaca. Anche per la nomina a dirigente fatta da Raffaele Marra di suo fratello Renato, di cui abbiamo già parlato. Il punto è che nel movimento cinque stelle è sufficiente un avviso di garanzia per rischiare la sospensione o l’espulsione. Ma ora, a causa di Virginia Raggi, la linea intransigente sembra essere cambiata, a partire da Beppe Grillo: perdere Roma significherebbe perdere tutto. E mettere in discussione le leadership di Luigi Di Maio e di Alessandro Di Battista, sostenitori di Virginia Raggi. Resta da vedere come la prenderà l’elettorato dei cinque stelle, non disposti a fare troppe concessioni alla linea soft.

Le perquisizioni in Campidoglio

La procura di Roma ha anche incaricato la Guardia di Finanza di acquisire i documenti sulle assunzioni fatte dalla sindaca Virginia Raggi. Tutto è partito da un memoriale spedito alla magistratura dall’ex capo di gabinetto, il magistrato Carla Raineri, che aveva puntato il dito contro la nomina di Salvatore Romeo  a capo dello staff della sindaca e sul modo in cui ella stessa è stata cacciata dal suo ruolo dalla Raggi.

L’assessorato al bilancio

E’ stato un vero e proprio tormentone. Dopo le dimissioni dall’incarico di Marcello Minenna, fu la volta del magistrato Raffaele De Dominicis. Neanche il tempo di nominarlo che si scoprì che era indagato per abuso d’ufficio. Tutto da rifare.

Le dimissioni di Paola Muraro

L’assessore per l’ambiente Paola Muraro è stata un’altra spina nel fianco di Virginia Raggi. A quanto risulta alla stampa nazionale, Virginia Raggi sapeva già da tempo che Paola Muraro era indagata, ma avrebbe taciuto la cosa. Lo stesso si può dire di Luigi Di Maio, che tentò di giustificarsi dicendo che non aveva compreso bene il senso di alcune email ricevute sulla vicenda. Attirandosi così le ironie dei social media. Alla fine Paola Muraro ha dovuto dimettersi perché la procura di Roma vuole interrogarla su cinque capi d’imputazione.

La bocciatura del bilancio

Il bilancio triennale del comune di Roma è stato respinto dall’Oref, l’organismo di controllo finanziario del comune. Non era mai successo al comune di Roma. Già pare di sentire gli avversari politici del M5S: “non sapete gestire il bilancio di Roma e volete gestire i conti dello stato con 2300 miliardi di euro di debito pubblico?”. Le entrate non sarebbero sufficienti a coprire le spese, dunque bocciatura.

Una vittoria di Pirro?

Questi sono i più importanti colpi di maglio contro l’amministrazione comunale di Virginia Raggi, che nelle ultime elezioni comunali di quest’anno aveva sbaragliato gli avversari politici ottenendo 700mila voti.

La conquista del comune di Roma doveva essere il trampolino di lancio per dimostrare all’Italia intera che il movimento cinque stelle è capace di governare e non solo di protestare sui social media e nelle piazze, ma con i recenti scandali la vittoria alle comunali si sta rivelando una vittoria di Pirro.

E questo getta un’ombra pesante sulle ambizioni del movimento cinque stelle di poter un giorno aarrivare al governo dell’Italia. Già pare di sentirli gli avversari, specie quelli del Pd: “non siete capaci di gestire Roma e volete gestire l’Italia?”.

E’ inutile continuare a difendersi sostenendo che Virginia Raggi ha ereditato i problemi da quelli di prima. Se quelli di prima avessero governato bene, Virginia Raggi non sarebbe lì.

Ora è come essere sotto di tre gol dopo la mezz’ora del secondo tempo, e Virginia Raggi non sembra esattamente Gianni Rivera, capace di dire: “adesso parto e faccio gol”. E di farlo.

Redazione

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