Contro riforma Fornero 2013, ipotesi shock: tornano le baby pensioni

Redazione 01/08/13
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Colpo di scena nell’intricata questione della riforma delle pensioni. Dopo una serie di annunci, prima smentiti, coi confermati, poi di nuovo rientrati, ora si affaccia una nuova ipotesi, una delle più incredibili e meno pronosticabili in senso assoluto: il ritorno delle baby pensioni.

Insomma, pare proprio che dalle parti del governo non ci siano mezze misure: da una parte si invoca maggior flessibilità per i regimi introdotti con la riforma Fornero, senza ottenere, ancora, alcuna risposta concreta; dall’altra, si presentano all’orizzonte le ipotesi meno attese, quelle che, per anni sono state assunte come simbolo degli sprechi di Stato che hanno condotto l’Italia nelle attuali sabbie mobili.

In breve, l’idea delle baby pensioni sarebbe emersa in seno al Ministero della Funzione Pubblica, dove qualche analista ha estratto a sorpresa come una possibile cura del dispendio di risorse del welfare, in ottica avversa al senso comune, dove invece sono spesso interpretate come un esempio da non seguire.

L’idea riguarderebbe quel numero imprecisato di lavoratori che, dagli apparati pubblici, possono essere tolti dal servizio senza che la macchina statale possa risentirne. Insomma, si torna a parlare dei famosi esuberi, quelli che, ancora, latitano dalle riforme del governo Monti, nonostante ne fossero stati annunciati oltre 20mila.

E proprio alla legge che istituiva la revisione delle piante organiche sarebbe dovuta la nuova “pazza idea” del ministro D’Alia: secondo le norme della spending review, infatti, sembrerebbe più conveniente, per le casse statali, mandare i lavoratori intorno ai 50 anni, ma solo di alcuni specifici settori statali, in pensione piuttosto che mantenerli al proprio posto.

A ben vedere, già con le norme di Monti 7mila lavoratori del settore pubblico vennero esentati dal doversi adeguare alla riforma Fornero di fine 2011, e fu concesso loro di accedere ai trattamenti pensionistici con il regime antecedente, a patto che avessero maturato i minimi entro l’anno in corso.

La nuova cura shock delle baby pensioni, riguarderebbe naturalmente anche le forze armate, i cui ranghi, secondo la road map tracciata dagli ultimi due governi, dovrebbero ridursi di 40mila unità nei prossimi 10 anni, ragione per cui l’ipotesi ha trovato appoggio al Ministero della Difesa.

Dunque, staremo a vedere. Sicuramente la riforma delle pensioni brancola nell’incertezza: proprio negli ultimi giorni, le Commissioni parlamentari hanno bloccato la proposta Damiano per introdurre 3 anni di flessibilità rispetto al regime Fornero, anche se il ministro Giovannini ha confermato correttivi per settembre. Ora, dunque, salta fuori anche la proposta delle baby pensioni: che si sia trattato di un colpo di sole o se un tentativo verrà davvero avanzato, sarà solo il tempo a dirlo.

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