Decreto del Fare: le principali novità degli 80 articoli

Redazione 17/06/13
Scarica PDF Stampa
Ci sono volute 6 ore di riunione al Consiglio dei ministri per varare gli 80 articoli del “decreto del fare” che mirano a rilanciare l’economia del Paese. Molti provvedimenti sono a costo zero per diminuire gli adempimenti burocratici ad iniziare dall’obbligo di ricorrere alla mediazione civile per alleggerire la mole di arretrati nei tribunali e tagliare oltre un milione di processi in cinque anni. I lunghi tempi della Giustizia sono fra i fattori principali che ostacolano gli investimenti esteri nel nostro Paese, dunque in arrivo “una terapia d’urto” come aveva sollecitato il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri. 

In arrivo lo sconto sulla bolletta energetica che corrisponde a circa 550 milioni insieme alla liberalizzazione completa dell’accesso a internet. 5 miliardi saranno destinati al rinnovo dei macchinari delle imprese mentre Equitalia non potrà più pignorare la casa di chi ha uno debito con il Fisco. Letta ha poi parlato di rivoluzione in merito al pagamento di un indennizzo da parte degli uffici pubblici inadempienti nei riguardi di un cittadino.

Novità anche per l’edilizia scolastica; infatti è stato approvato un piano straordinario di 100 milioni l’anno per il triennio 2014-2015 e tre miliardi sono stati messi in campo dal ministero delle Infrastrutture. È passata una norma per la tutela del suolo e anche il credito di imposta (circa 80 milioni l’anno) per il settore cinematografico, dunque si registra quasi un’inversione di tendenza rispetto ai tradizionali tagli al settore della cultura.

E’ stato rinviato a mercoledì, invece, il disegno di legge sulle semplificazioni, mentre venerdì arriverà il pacchetto lavoro del ministro Giovannini.

Questo decreto – ha dichiarato il premier Lettadarà uno sblocco significativo a molti posti di lavoro e a molti lavori pubblici”. L’idea fondante sulla quale l’esecutivo ha deciso di puntare è quella di tagliare in modo significativo le barriere burocratiche per semplificare non solo il rapporto tra i cittadini (significativo il provvedimento del ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge per l’acquisto della cittadinanza da parte dei figli di immigrati nati in Italia) e la pubblica amministrazione, ma la stessa attività di impresa. Si prevede infatti che ci possa essere un risparmio di 450 milioni per le aziende grazie alle semplificazioni.

Questi provvedimenti non sono stati presi in autonomia dall’Ue anzi seguono quelle direttive che hanno permesso all’Italia di uscire dalla procedure di infrazione per il deficit eccessivo. L’azione del governo prevede due momenti distinti; sabato sono stati delineati gli interventi per velocizzare le opere pubbliche e facilitare l’attività imprenditoriale; nelle prossime settimane verranno definiti gli interventi che mirano a stimolare l’occupazione dei giovani.

Durante il Cdm ci sono stati anche momenti difficili, si è registrata tensione fra Lupi e Zanonato a causa del loro disaccordo in merito agli incentivi per le energie rinnovabili. La questione è stata affidata ad un prossimo disegno di legge concordato tra il ministero dello Sviluppo e quello dell’Ambiente. Letta, tuttavia, ha parlato di “grande coesione”, anche se è evidente che le polemiche su Zanonato (è stato il primo a dire che non ci sarebbero state le risorse per l’Iva) derivano dalla complessa convivenza tra Pd e Pdl.

Vediamo ora le novità dei principali settori che il decreto del Fare intende rilanciare.

Giustizia

Il decreto del fare punta a rendere più veloce e meno pesante la giustizia italiana, alleggerendola di un milione di pendenze civili in meno in 5 anni, grazie all’introduzione della mediazione obbligatoria, visto che la lentezza della giustizia italiana è uno dei motivi principali che rende l’Italia poco appetibile per gli investitori stranieri. Va puntualizzato però che la mediazione non sarà obbligatoria per tutte le cause, restano escluse infatti le liti per danno da incidenti stradali.

Oltre a questi provvedimenti ce ne sono altri due destinati a sciogliere i nodi del sistema giuridico italiano; coinvolgere i meritevoli neo laureati in giurisprudenza con stage presso tribunali e Corti d’appello così da smaltire le pratiche (il loro sarà un “qualificato contributo”) e istituire 30 assistenti di studio nelle sezioni civili della Cassazione, scelti dal Csm tra i magistrati ordinari in ruolo. Nel pacchetto, infine, viene rivista la norma sul concordato in bianco per impedire abusi, ovvero domande depositate in tribunale solo per rinviare e non evitare il fallimento.

Infrastrutture

Le due novità principali che riguardano le infrastrutture saranno 3 i miliardi di cui piccole, medie e grandi opere beneficeranno quest’anno di modo che si creino almeno 30 mila posti di lavoro, tra diretti e indiretti e l’estensione del bonus fiscale per le ristrutturazioni del 50% anche alle demolizioni e ricostruzioni di stabili, con l’esclusione dei centri storici vincolati. I tre miliardi, per il momento, saranno reperiti da opere per cui erano stati stanziati che però sono ferme “come Tav, ponte sullo stretto, terzo valico Milano-Genova” e destinati a progetti cantierabili entro l’anno.

Nella fattispecie, si riservano 600 milioni per il miglioramento della rete ferroviaria, 300 milioni per la manutenzione ordinaria e straordinaria di gallerie, viadotti, ponti, strade, altri 300 milioni per la messa in sicurezza delle scuole (nel triennio), 100 milioni nel “progetto 6 mila campanili” (micro interventi nei Comuni sotto i 5 mila abitanti da 500 mila euro al milione). La parte rimanente dei denari andrà alle grandi opere, come le metropolitane di Roma, Milano, Napoli, l’autostrada Ragusa-Catania, la ferrovia tra Piemonte e Valle d’Aosta. Per il settore ferroviario, previste modifiche ai canoni di accesso all’infrastruttura.

Fisco

Nell’ambito fiscale le novità più rilevanti riguardano il capitolo Equitalia. Il Pdl aveva promesso di depotenziare l’Ente che si occupa di riscuotere le tasse non pagate per conto dello Stato. In un certo senso è andata così visto che Equitalia, pur mantenendo le garanzie (come l’iscrizione ad ipoteca) e la prelazione nell’incasso del credito, non potrà più pignorare la prima casa se questa è il solo bene di cui dispone il debitore, a meno che l’immobile in questione non sia una villa, un castello, una casa signorile.

Secondo punto, il pignoramento dei capannoni delle imprese sarà limitato a un quinto del loro valore. Terzo punto, chi salda un debito a rate decadrà dalla rateazione solo se le rate non pagate arrivano ad otto (oggi si fermano a due), inoltre il numero totale delle rate possibili sale da 72 a 120. Quarta punto, si interviene solo per soglie superiori a 120 mila euro. Quinto punto, tra i più dibattuti in questi ultimi anni, il superamento dell’aggio, la percentuale aggiuntiva rispetto all’importo da recuperare che Equitalia incassa sulle cartelle. Il ministro Alfano ha ieri spiegato che “basta il solo rimborso dei costi fissi”. In pratica, questo si traduce in una cancellazione dell’aggio tout court.

Istruzione

Aiuti alle matricole, fondi per ristrutturare le scuole, assunzioni di ricercatori e docenti universitari. Nel capitolo istruzione del decreto, spunta una borsa di mobilità che consentirà a giovani diplomati con risultati eccellenti (voto 95 su 100) di scegliere una regione differente da quella di residenza per frequentare l’università (12 milioni stanziati nel biennio 2014-2015). Mentre le scuole che necessitano di interventi di ristrutturazione potranno contare nel triennio di 100 milioni. Nelle università intanto sarà possibile assumere, nel 2014 e 2015, circa 1.500 ricercatori e 1.500 docenti, grazie all’ammorbidimento della regola del turn over, che passa dal 20 al 50%.

Questo comporta che almeno una metà dei pensionati sarà sostituita da nuove leve (75 milioni i denari stanziati nei due anni). Per la ricerca (fondamentale e industriale) poi il ministero dell’Istruzione concederà contributi alla spesa nel limite del 50% della quota relativa alla contribuzione a fondo perduto. Gli interventi da finanziare riguardano principalmente lo sviluppo di start up innovative e di spin off universitari, la valorizzazione di progetti di social innovation per giovani con meno di 30 anni, il potenziamento del rapporto tra il mondo della ricerca pubblica e le imprese, il potenziamento infrastrutturale delle università e degli enti pubblici di ricerca. 

Imprese 

Sono tre i pilastri individuati dal decreto del Fare su cui fondare il sostegno alle imprese; il rifinanziamento del fondo centrale di garanzia che permetterà di attivare 50 miliardi in tre anni di maggiore credito, vera linfa mancante in questi tempi di credit crunch, di ristrettezza della liquidità a disposizione delle aziende. La misura, ha dichiarato ieri il ministro Zanonato, “non comporta spese e sarà finanziata con il prossimo bilancio”.

Il secondo pilastro è costituito dai 5 miliardi di prestiti agevolati al tasso del 2,7%, più basso di quello del mercato, messi a disposizione dalla Cassa depositi e prestiti, da quest’anno e fino al 2015, a quelle aziende che vogliono investire, acquistando ad esempio nuovi macchinari. Le coperture del ministero del Tesoro saranno di 15 milioni nel 2013, 42 milioni nel 2014 e 70 milioni nel 2015.

Il terzo pilastro, ossia il rifinanziamento dei contratti di sviluppo che coinvolge almeno una ventina di grandi progetti di investimento nel Centro-Nord, superiori ai 30 milioni di euro (tra fondi pubblici e privati). A sorpresa poi nel pacchetto Zanonato spunta anche la completa liberalizzazione di Internet negli spazi pubblici, con il wi-fi accessibile a tutti senza bisogno di identificazione da parte di chi usa la connessione gratuita per navigare anche fuori casa.

Risparmi sulle bollette 

“Sono state adottate misure che consentono di ridurre le bollette energetiche degli italiani di 550 milioni”, spiega il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato. Il risultato sarà ottenuto, ha aggiunto, “con l’utilizzo del biodisel e con la  modifica del Cip6”.

Uffici pubblici

Buone notizie per l’Agenda digitale che riparte, questa volta sarà Palazzo Chigi, sotto la guida di Francesco Caio, a dirigerla. Nell’ambito delle semplificazioni e novità digitali il decreto allarga a tutta Italia la zona a burocrazia zero, questo determina che il cittadino, contestualmente al nuovo documento digitale potrà chiedere anche un “domicilio elettronico”, una casella di posta dedicata al dialogo con la pubblica amministrazione.

I risparmi stimati dal ministro D’Alia dal processo di semplificazione che questo decreto agevola saranno di 7,7 miliardi. Al suo interno sono contenute le norme per l’edilizia (sull’inizio attività) , ma anche l’abolizione di certificati inutili (come la sana e robusta costituzione e idoneità psico-fisica), l’obbligo di invio telematico del certificato di gravidanza, l’estensione del Durc (documento di regolarità contributiva) a 180 giorni e l’acquisibilità d’ufficio, meno scartoffie per la sicurezza sul lavoro (ma solo per impieghi part time e attività a basso rischio). Parte inoltre l’indennizzo a favore del cittadino per le lungaggini della burocrazia: il funzionario che allunga i tempi delle procedure sarà multato di 50 euro per ogni giorno di ritardo (al massimo 4 mila euro).

Immigrazione

E’ necessario correggere gli errori burocratici per semplificare l’accesso alla cittadinanza italiana. Una parte del decreto del “fare” appena varata dal governo Letta è connessa ai problemi dell’immigrazione.
Cercheremo di agevolare l’iter per l’ottenimento della cittadinanza, dando una soluzione a tutti gli errori burocratici. E’ importante che questi giovani nati e cresciuti in Italia non si vedano negata la cittadinanza per problemi di tale genere” ha detto il ministro per l’integrazione Cecile Kyenge spiegando la filosofia delle nuove norme.

Si tratta, di fatto, di un piccolo e molto parziale anticipo dello “Ius Soli”, ovvero della possibilità che ai bambini nati in Italia da genitori stranieri sia automaticamente concessa la cittadinanza. Il provvedimento legislativo a riguardo farà, con qualche difficoltà, il suo percorso in Parlamento, ma ieri il governo ha inteso avviare un processo di semplificazione che avvii il cambiamento. Diventa più facile, quindi, per i nati in Italia da genitori stranieri acquisire la cittadinanza a 18 anni, anche se i genitori non hanno effettuato alcuni adempimenti amministrativi. Anche i certificati scolastici o medici varranno come prova.

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento