Redditometro: Redditest alcuni esempi di fasce di reddito a rischio

Redazione 21/11/12
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Il 20 novembre il redditest è stato presentato dall‘Agenzia delle Entrate, i contribuenti dunque si sono già cimentati nelle prime ore con il software che si prefigge di aiutarli nel valutare se il reddito dichiarato è in linea con gli standard del Fisco italiano. Ciò che già in molti hanno evidenziato è che la luce verde, tendenzialmente, si accende più facilmente in presenza di redditi superiori a 30 mila euro, qualora non siano registrate spese importanti riguardanti collaboratori domestici, spese di viaggio, spese per vacanze, per il tempo libero e la cura della persona.

Nella circostanza in cui, invece, a parità di reddito,  ci siano spese rilevanti dovute ad un mutuo, vacanze costose e altre spese “particolari” non meglio definite, scatta la luce rossa e il software dichiara che non c’è congruenza fra spese e guadagni. Da questa rapida analisi dunque emerge abbastanza chiaramente come i redditi medio bassi siano a quelli più a rischio incongruenza, semplicemente per il fatto che a differenza di redditi più facoltosi obbligati ad una maggior frequenza di spese necessarie se non obbligatorie. Ma vediamo qui di seguito nello specifico le fasce di contribuenti a rischio e quelle che invece hanno margini di dichiarazione più ampi.

Secondo i parametri inseriti nel software dell‘Agenzia delle Entrate la fascia più bassa, quella dei redditi compresi fra 19.322 euro (un solo genitore con un figlio) e 20.921 (una coppia con 65 anni o più, senza figli) è quella che corre il maggior rischio di essere dichiarata incoerente.  La compilazione del test non è facilitata dalla richiesta di numerosi dati al contribuente, senza contare che spesso è difficile reperire tutta la documentazione giustificativa, nonostante non più tardi di questa mattina Befera abbia affermato che non è necessario conservare tutti gli scontrini e le ricevute.

Il problema principale che emerge dall’analisi delle fasce di reddito è che quelle minori, ossia quelle fino a 32.700 euro (coppia con un figlio), sono sottoposte a costi fissi più pressanti rispetto a fasce con redditi superiori, il mutuo, ma semplicemente lavori di manutenzione alla casa, le bollette incidono in modo sensibile sul totale e soprattutto non sono così inferiori come si potrebbe supporre a chi ha un reddito anche tre volte superiore. Sarebbe un limite non da poco se l’analisi fosse sfalsata per un motivo che già dal principio era facilmente deducibile, le reali differenze emergono solo in quelle voci dove è palese che ci siano delle sproporzioni, sicuramente gli investimenti e i disinvestimenti di chi rientra nella fascia dei redditi pari o superiori a 120 mila euro è nettamente superiore a quella delle fasce medio basse o anche semplicemente medie. 

Vista la varietà delle domande, solocento le voci per sette categorie, è facile incorrere in errori o semplicemente in approssimazioni erronee, nessun reddito dunque sembra totalmente al sicuro perché anche dove ci fosse oculatezza nella gestione del denaro non bisogna sottovalutare l’incidenza dei soldi dedicati al tempo libero, alla cura della persona, alle vacanze e anche all’istruzione dei figli che quando è privata può incidere pesantemente sul bilancio di una famiglia. Infine è opportuno avere un occhio di riguardo anche per le seconde case e gli investimenti che, come detto sopra, incidono in maniera importante poiché immobilizzano capitali che il software tende a rilevare e quindi ne fa rendere conto con quello che ne consegue.

Il grande fratello una volta era un celebre romanzo, o al massimo una trasmissione televisiva, adesso sembra essere la realtà vera e propria, le tasche dei cittadini saranno passate ai raggi x, ma per il loro bene, almeno è quello che ci dicono.

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