Test Medicina: sì numero chiuso e prove a settembre 2015

Redazione 14/01/15
Dietrofront incredibile del Miur sui test di ammissione ai corsi di Medicina. Dopo settimane di illazioni, promesse e ricorsi da parte di chi ha dato la prova nel 2014, arriva a sorpresa la retromarcia del ministro Giannini che annuncia il ritorno al passato per le ammissioni ai corsi dei camici bianchi.

I prossimi test di ammissione, infatti, si terranno nel mese di settembre 2015 e saranno obbligatori per accedere ai corsi di Medicina, che resteranno a numero programmato.

Dunque, tutto il contrario di quanto ci si attendeva per il 2015, dopo le ultime dichiarazioni dello stesso ministro e le vicissitudini che hanno accompagnato le prove di ingresso alle facoltà per i medici di domani.

Insomma, completa marcia indietro del ministero che tramite il responsabile Stefania Giannini in un’audizione a Montecitorio, ha confermato come le linee guida per il 2015 torneranno quelle classiche, a dispetto dell’esperimento del 2014, quando i  test si tennero nel mese di aprile, paventando anche una possibile abolizione del numero chiuso.

Niente da fare, invece. “Nessuno ha mai parlato di togliere il numero chiuso”  si è affrettata a smentire in aula il ministro, che ha aggiunto: “il mantenimento dell’accesso programmato è un punto fermo del percorso per diventare medici. Cancellarlo sarebbe un salto indietro nel passato, deleterio per il sistema sanitario italiano”.

Dunque, nessun modello francese, come ipotizzato dalla stessa Giannini nei mesi scorsi, che avrebbe aperto le porte a un ingresso libero nel primo anno di università, con possibilità di proseguire gli studi solo per i più meritevoli, che si fossero mantenuti in pari con gli esami.

Il problema del ministero, infatti, è diventato quello di arginare la marea di candidati che vorrebbero iscriversi alle facoltà per diventare medici. Lo scorso anno, infatti, in 63mila si sono presentati ai blocchi di partenza, a fronte di 10.500 posti. Un vero ciclone che, teme il Miur, potrebbe diventare ancora più incontrollabile con l’adozione del numero aperto, ipotesi, dunque, ormai tramontata a fronte della difficile realizzabilità operativa.

“Soltanto se e quando riusciremo a ridimensionare il numero delle domande   ha confermato la Giannini – allora ci sarà la possibilità di pensare a degli strumenti di selezione migliori di quelli attuali”. 

Intanto, però, male non sarebbe anche rendere i quesiti degni di un’eccellenza quale l’istruzione accademica italiana vuole ritenersi, visti gli strascichi giudiziari che regolarmente accompagnano i test annuali. Senza dimenticare, poi, le scuole di specializzazione, anch’esse protagoniste di pagine poco lusinghiere nel recente passato. 

 

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