Spesometro 2013-2014, pubblica amministrazione da rinvio a obbligo

Redazione 07/04/14
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Mentre lo spesometro 2013-2014 è ormai in dirittura d’arrivo con le prime due scadenze, fissate al 10 e al 22 aprile, anche la pubblica amministrazione è costretta a fare i conti con le operazioni attuali ai fini di Iva da inviare all’Agenzia delle Entrate, svolte in caso di svolgimento di attività commerciale.

Niente frenesia, comunque: per quest’anno, non andrà svolto nessun invio urgente, poiché il termine prossimo alla decorrenza di questo mese per i privati, riguarda i dati relativi al 2013, quando, cioè, la PA non era obbligata a raccogliere le specifiche delle proprie operazioni.

Insomma: è dallo gennaio che la pubblica amministrazione deve tenere presente di rendicontare le cessioni di beni e prestazioni di servizi resi e ricevuti, rilevanti ai fini di Iva, ma le informazioni dovranno arrivare al fisco “solo” nel 2015.

A trovarsi escluse da questo conteggio, va tenuto presente, saranno tutte le operazioni fiscalizzate tramite emissione di fattura elettronica, in via di piena entrata a regime con la circolare emessa proprio nei giorni scorsi dall’Agenzia delle Entrate. Proprio all’ente guidato da Attilio Befera si deve la conferma dell’esclusione delle operazioni svolte in ambito PA per l’anno 2013, adempimento che gli uffici degli enti centrali e territoriali avrebbero dovuto svolgere secondo le scadenze attuali, quando arrivò, per l’anno 2012, la contestata proroga allo scorso 31 gennaio.

Invece, per le PA, in fatto di adempimenti è tutto rimandato al 2015, anche se le operazioni relative, da inserire tra esattamente un anno nella comunicazione polivalente diretta all’Agenzia delle Entrate, saranno quelle svolte nel corso del 2014, proprio come, adesso, privati, agenzie turistiche, operatori finanziari sono chiamati a dichiarare al fisco.

La fattura elettronica, per quegli enti che decideranno di adottarla, costituirà un sostituivo completo per le richieste dello spesometro, dal momento che comunicare tramite fattura digitale ogni singola operazione svolta dall’ente pubblico, renderebbe, di fatto, il ricorso alla polivalente superfluo.

Ora, dunque, mentre è bene che le pubbliche amministrazioni si attrezzino per dichiarare esattamente tutte le prestazioni o i servizi chiesti all’esterno, dall’altra il fisco è chiamato a integrare produttivamente questi due strumenti che, in ambito pubblico, rischiano di sovrapporsi complicando la vita agli uffici.

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