Lo sciopero, programmato dall’Unione delle Camere penali, vuole scuotere la situazione di stasi in cui al momento giace la giustizia italiana: ormai vecchia, macchinosa e mal funzionante. Tutte le proposte di rinnovamento ed abbreviazione dei tempi a livello giudiziale, soprattutto penale ovviamente, stipulate già nel lontano 2010, sono immobili da anni in sala d’attesa, fiduciose che almeno il nuovo Governo dia loro maggiori attenzioni. Queste proposte, che andrebbero a modificare e modernizzare l’apparato giudiziale, riuscirebbero a renderlo anche più competitivo ed efficace. In Italia la giustizia si è un po’ arenata in realtà temporali troppo lontane, come la scuola è ormai da troppo tempo che non subisce una riforma radicale di cui avrebbe bisogno e con lei anche il sistema carcerario, un altro cruccio tutto italiano.
Lo sciopero, infatti, si pone l’obiettivo non solo di velocizzare il sistema ma anche di riflesso di migliorare le condizioni di vita dei detenuti e delle strutture che li ospitano, ormai troppo spesso inadeguate. In questo modo si eviterebbe anche l’abuso della domiciliazione degli arresti, visto che in Italia molte carceri sono al limite della loro capienza e non sono in grado di ospitare altri condannati. Altra nota dolente per cui gli avvocati si prefiggono di scioperare è il sistema di intercettazioni telefoniche, che troppo spesso ha gettato discredito o fornito distorsioni della realtà, diventando uno strumento usato illecitamente o, quanto meno, in modo strumentale.In ultimo lo sicopero riguarderà anche la protesta contro la magistratura, ritenuta troppo potente e per questo strafottente in alcuni suoi atteggiamenti ampiamente contestati dagli avvocati.
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