Le società partecipate degli enti locali dopo la legge di stabilità

Redazione 09/07/14
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E’ stato da poco pubblicato il volume “Le società partecipate degli enti locali, dopo la legge di stabilità 2014”, di Michele Nico, Maggioli Editore.

L’opera analizza i cambiamenti che negli ultimi anni hanno coinvolto il settore dei servizi pubblici locali trasformandone le modalità di organizzazione e gestione, da ultimo la legge di stabilità 2014.

Infatti, l’affannosa e continua ricerca di una soluzione razionale e definitiva per la gestione di tali servizi, con occhio da ultimo soprattutto agli obiettivi di contenimento della spesa pubblica, rende necessario un volume che, con chiarezza espositiva, aiuti l’operatore, amministratore o professionista, a rimanere aggiornato, interpretando bene le complesse norme di settore e riuscendo ad applicarle ai casi concreti.

L’Autore segnala che il legislatore, abbandonati i tentativi di liberalizzazione e privatizzazione, ha sposato una terza via, quella dei controlli, che punta tutto sulle responsabilità di vigilanza e di programmazione a carico della pubblica amministrazione.

In questo contesto, che espone a numerose forme di responsabilità erariale gli amministratori, il testo da conto in modo dettagliato ed esaustivo di tutte quelle operazioni che, in un modo o in un altro, sono collegate alla gestione dei servizi e delle società partecipate ad essi preposte: dall’espletamento delle procedure concorsuali per la scelta del socio di una società mista, alla redazione di un contratto di servizio, fino alla complessiva attività di monitoraggio sugli standard della gestione, e via dicendo.

E in realtà l’opera, con i suoi continui e pertinenti richiami agli orientamenti giurisprudenziali più attuali, aiuta non poco a non perdere di vista la difficile materia della gestione dei servizi locali e delle corrispondenti società di gestione, cosa resa assai ardua una volta che la gestione e l’organizzazione dei servizi pubblici sono state oggetto di un continuo intervento del legislatore, quanto più confusionario e contraddittorio nel cercare di regolare un settore che appare allergico a ogni forma di sistemazione definitiva.

 

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