Desta particolare sorpresa (e sgomento) la cancellazione (cfr. art. 6, comma 2, del D.L. 138) del sistema di tracciabilità elettronica dei rifiuti (SISTRI) a distanza di soli 19 giorni dall’inizio del sistema sanzionatorio a carico dei soggetti appartenenti al primo scaglione, per i quali il “doppio binario” (tracciabilità cartacea, con i formulari, ed elettronica, con il SISTRI) sarebbe scaduto proprio il 1° settembre prossimo.
Ma non si tratta di una deregulation totale, bensì di un arretramento, perchè viene mantenuto (cfr. art. 6, comma 3, del D.L. 138) l’obbligo di tracciabilità cartacea (formulari di identificazione dei rifiuti e registro di carico e scarico).
Non si comprende bene, allora, la funzione di questa norma “ammazza SISTRI” all’interno di un decreto legge che ha come finalità di incrementare le risorse finanziarie per lo Stato e, parimenti, quella di incentivare lo sviluppo dell’economia.
Infatti, non si vede quale effetto favorevole per lo sviluppo possa avere la cancellazione di un sistema elettronico di tracciabilità dei rifiuti che, per quanto potesse avere ancora qualche neo, però già era arrivato ad un elevato livello di funzionalità ed avrebbe consentito alle imprese notevoli risparmi nella gestione documentale, col passaggio dal cartaceo all’elettronico – per non dire che il Governo, negli ultima anni, ha fatto della digitalizzazione della P.A. e dell’economia un cavallo di battaglia.
Si aggiunga pure che per facilitare la gestione della tracciabilità elettronica erano stati approntati diversi softwares di “interoperabilità” che consentono agli operatori di potere implementare i gestionali dei rifiuti già in loro possesso in modo che possano interagire con il SISTRI, consentendo pure di gestire ingenti quantità di movimentazioni elettroniche in tempi molto ridotti!!
Nè si comprende quale beneficio possa arrecare alle casse pubbliche l’abolizione del SISTRI. Anzi.
Se qualcuno l’avesse dimenticato, va detto che centinaia di migliaia di imprese ed enti hanno già sostenuto ingenti costi per adeguarsi al SISTRI, sol che si pensi che hanno già pagato i contributi di iscrizione per il 2010 e per il 2011, hanno installato le black boxes su tutto il parco veicoli, hanno pagato consulenti legali ed informatici, hanno dovuto formare il personale, hanno acquistato softwares appositi etc. etc.. Ad una prima, sia pure superficiale e veloce, lettura del decreto legge in argomento, non pare che si sia tenuto conto del fatto che lo Stato dovrà rimborsare tutti i contributi di iscrizione già versati dagli operatori e che probabilmente in tanti di questi chiederanno conto e ragione degli ulteriori costi sostenuti per adeguarsi al nuovo sistema di tracciabilità. Quindi, al danno la beffa: l’ennesima manovra lacrime e sangue, dettata dalla necessità di reperire ulteriori risorse per le finanze pubbliche, comporterà, probabilmente, un ulteriore ammanco a causa della cancellazione del SISTRI.
Per ultimo, ma non meno importante, non va sottaciuto che la cancellazione del SISTRI continuerà a rendere più facile la vita agli ecofurbi, alle ecomafie ed agli ecoimbroglioni, che così potranno trascorrere serenamente il ponte ferragostano.
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