Regime forfettario 2020: chi avrà l’obbligo di fattura elettronica. Ultime novità

Chiara Arroi 11/10/19
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Ancora novità in arrivo il prossimo anno per chi ha aderito o intende aderire al Regime forfettario, in particolare per quanto riguarda l’obbligo di fattura elettronica. Sappiamo bene che il 2019 è stato un anno rivoluzionario per i liberi professionisti e le partite iva, a causa dei numerosi cambiamenti in ambito fiscale. La platea delle imprese e partite Iva si è trovata di fronte all’introduzione:

  • Del Nuovo Regime forfettario con aliquota al 15 per cento
  • Dell’obbligo di fatturazione elettronica

Non tutti sono soggetti a questo obbligo. Esistono categorie escluse, come ad esempio le partite Iva ricadenti nel regime agevolato, definiti forfettari, e non solo. Almeno così è stato finora.

Dal 2020 le cose potrebbero però cambiare per le Partite iva, perché è allo studio in Legge di bilancio una risistemazione della materia di E-fattura, con l’introduzione di un sistema a più scaglioni, con alcuni forfettari obbligati a emettere fattura elettronica e altri esclusi. Vediamo nel dettaglio chi.

Regime forfettario 2020: a chi spetterà l’obbligo di fattura elettronica

Esistono già soggetti obbligati alla trasmissione delle fatture elettroniche, ma dal 2020 questa platea potrebbe arricchirsi, andando ad includere anche alcune tipologie di Partite Iva rientranti Regime forfettario. In particolare per la prossima Manovra 2020 è allo studio l’estensione del sistema di e-fattura anche ai forfettari secondo più scaglioni.

E così anche le Partite Iva con limite di reddito fino a 65 mila euro (finora rimaste fuori) vengono lanciate nel mondo della fatturazione elettronica. Verrà prò quasi certamente previsto un regime di tutela, con la creazione di più scaglioni, probabilmente due:

  • 1° scaglione, Partite Iva con redditi fino a 30 mila euro = escluse dall’obbligo di fattura elettronica. Potranno quindi continuare a emettere fatture di carta
  • 2° scaglione, Partite Iva con redditi tra i 30 mila e i 65 mila euro = incluse nell’obbligo di fattura elettronica.

Non ci sarà invece il terzo scaglione previsto: quello dei forfettari con redditi tra i 65 mila e i 100 mila euro, che avrebbe dovuto vedersi applicare l’aliquota agevolata al 20 per cento, questo per carenza di risorse finanziarie.

Regime forfettario: come funziona oggi 

Nella Legge di bilancio 2019 è stato modificato il cosiddetto Regime forfettario per liberi professionisti, all’interno di un più ampio disegno di revisione delle aliquote fiscali generali, con l’introduzione della Flat Tax. Ipotesi ormai tramontata e introdotta solo per le Partite iva al 15 per cento per redditi fino a 65 mila euro.

In sostanza, si tratta di una tassa piatta al 15 per cento, una aliquota agevolata, applicata a tutte le Partite Iva con ricavi e compensi fino a 65 mila euro annui, che scelgono di aderire al nuovo Regime forfettario. È una norma uniformante e semplificata rispetto alla precedente disciplina che invece prevedeva più scaglioni di ricavi.

Come si legge nella Legge di bilancio 2019: “i commi 54 e 55 sono sostituiti dai seguenti commi: I contribuenti persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni applicano il regime forfetario di cui al presente comma e ai commi da 55 a 89 del presente articolo, se nell’anno precedente hanno conseguito ricavi ovvero hanno percepito compensi, ragguagliati ad anno, non superiori a 65 mila euro”.

Sono attualmente previste due tipologie di tassazione:

  • Nel 2019 Regime forfetario con Flat Tax al 15 per cento per titolari di partite Iva con ricavi o compensi fino a 65 mila euro;
  • Nel 2019 Regime forfetario con Flat Tax agevolata al 5 per cento per le start up di contribuenti under 35.

Fattura elettronica: chi rientra nell’obbligo

Dopo aver anticipato a quali Partite Iva con Regime forfettario spetterà l’obbligo di trasmissione delle fatture in modalità elettronica a partire dal 2020, vediamo come funziona attualmente.

L’obbligo di e-fattura spetta solo alle Partite Iva che rientrano nel Regime ordinario. Nello specifico, dal 1° gennaio 2019 tutti i soggetti Partita Iva residenti o stabiliti in Italia devono emettere le fattura in formato elettronico, abbandonando la carta.

Fattura elettronica: gli esclusi dall’obbligo

Secondo i calcoli dell’Agenzia delle entrate sono circa 2,2 milioni i contribuenti esentati dall’obbligo di fatturazione elettronica. Tra questi rientrano:

  • medici, farmacie, e tutti gli altri operatori sanitari come stabilito dal Garante della Privacy a dicembre 2018;
  • imprese o lavoratori autonomi che rientrano nel regime di vantaggio;
  • imprese o lavoratori autonomi che rientrano nel regime forfettario;
  • piccoli produttori agricoli;
  • società sportive dilettantistiche;
  • soggetti non residenti in Italia che effettuano o ricevono operazioni.

Fattura elettronica: come si predispone

 Per compilare una fattura elettronica ci sono regole precise. È necessario disporre di:

  • un PC, un tablet o uno smartphone,
  • un programma (software) che consenta la compilazione del file della fattura nel formato XML previsto dal provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 30 aprile 2018.

A tal proposito l’Agenzia delle entrate ha messo a disposizione gratis 3 modalità online, che chiunque può utilizzare per predisporre le e-fatture:

  • una procedura web, utilizzabile accedendo al portale “Fatture e Corrispettivi” del sito internet dell’Agenzia (per l’uso di tale procedura occorre disporre di una connessione in rete)
  • un software scaricabile su PC (tale procedura può essere utilizzata anche senza essere connessi in rete)
  • un’App per tablet e smartphone, nota come Fatturae, scaricabile dagli store Android o Apple (per l’uso di tale procedura occorre disporre di una connessione in rete).

Fattura elettronica: come si invia

Per trasmettere al SdI il file XML della fattura elettronica ci sono diverse modalità:

  • si può utilizzare un servizio online presente nel portale “Fatture e Corrispettivi” che consente l’upload del file XML preventivamente predisposto e salvato sul proprio PC
  • si può utilizzare la procedura web ovvero l’App Fatturae messe a disposizione gratuitamente dall’Agenzia delle Entrate
  • si può utilizzare una PEC (Posta Elettronica Certificata), inviando il file della fattura come allegato del messaggio di PEC all’indirizzo “sdi01@pec.fatturapa.it”
  • si può utilizzare un canale telematico (FTP o Web Service) preventivamente attivato con il SdI.

Per maggiori informazioni sulle modalità di cui alle precedenti lettere a) e b), si rinvia al capitolo “I servizi gratuiti offerti dall’Agenzia delle Entrate”.

 

Chiara Arroi

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