Referendum giustizia, non passano i quesiti dei Radicali sulle toghe

Redazione 29/11/13
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Non sono passati i referendum per la giustizia promossi dai Radicali di Marco Pannella e che avevano ottenuto l’assenso anche dell’ex premier e, da poche ore, non più senatore Silvio berlusconi, A comunicare il mancato raggiungimento della quota di 500mila adesioni necessarie a portare i quesiti in Corte costituzionale, alcune fonti ufficiose della Cassazione. Il comitato promotore della “Giustizia giusta”, come è stata ribattezzata, smentisce la notizia, ma sembra che la quota delle firme richieste sia a questo punto irraggiungibile.

A quanto si evince, infatti, le firme raccolte si sarebbero fermate a 260mila, dunque poco al di là della metà sul minimo necessario di mezzo milioni di cittadini che abbiano sottoscritto ogni singolo quesito.

Tra le riforme proposte, lo ricordiamo, la responsabilità civile per le toghe – punto che ha fatto segnare il picco in fatto di sottoscrizioni, appunto a quota 260mila – così come la separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudici.

In aggiunta, tra le richieste avanzate dai Radicali, c’era quella di abolire la carcerazione preventiva per i casi di reiterazione del reato, escludendo però le fattispecie di reato più grave. Altro argomento toccato dalle proposte di revisione legislativa, il problema dei fuori ruolo.

I promotori non si arrendono e chiedono che vengano accolte anche le firme presentate oltre il limite consentito: a questo proposito, lunedì si terrà un incontro all’ufficio per i referendum dove verrà presa una decisione in merito, ma quota 500mila resta comunque lontanissima.

I Radicali, però, insistono: “L’ufficio competente della Cassazione ci ha risposto che il conteggio delle firme non è stato ancora concluso. A distanza di sessanta giorni dalla scadenza stabilita dalla legge, continuano ad arrivare dai Comuni italiani buste contenenti numerose firme di sottoscrittori dei referendum, dodici delle quali nell’ultima settimana”.

Redazione

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