In teoria si potrà sapere quando effettivamente scatterà l’ora della pensione e a quanto ammonterà (presumibilmente) l’assegno che l’Inps. Piccolo problema: pare che durante la fase di sperimentazione – ancora in svolgimento – più del 40 per cento dei lavoratori abbiano riscontrato un importo decisamente più basso di quello che si attendevano.
Per accedere al simulatore, servirà il famigerato codice Pin: lo si può chiedere sul sito dell’ente, che ne rilascia una prima parte subito e il resto lo spedisce per posta. Una volta fatta la richiesta, riceverete una mail di conferma accesso a “La mia pensione”. Importante: per farlo, oltre al Pin, bisogna avere almeno 5 anni di contributi versati.
Cosa troverete e come funziona il simulatore
Il lavoratore potrà arrivare al proprio conto contributivo e quindi verificare se ci sono anomalie o errori e segnalarli. In seguito si giungerà alla previsione base, dove verranno fornite le date per l’accesso alla pensione di vecchiaia e alla pensione di anzianità, gli importi mensili lordi dei rispettivi assegni e il confronto con l’ultima retribuzione stimata.
Sono stime, chiaramente: l’utente viene avvisato che si tratta di una simulazione che può cambiare sia in base a fattori che riguardano la vita lavorativa (cambio di attività, periodi di disoccupazione, eccetera) sia per elementi esterni (andamento dell’economia, evoluzione delle aspettative di vita medie, ecc.).
Le stime vengono elaborate in moneta costante ipotizzando lo scenario base, cioè un aumento della retribuzione dell’1,5% l’anno e così del Pil. L’utente può modificare alcuni parametri, per esempio la retribuzione ed eventuali periodi di sospensione del lavoro.
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