La normativa italiana rappresentata dal Decreto Legislativo 30 dicembre 1992, numero 503 impone un divieto di cumulo delle pensioni Inps con i redditi percepiti in conseguenza di attività di lavoro autonomo.
Per garantire il rispetto del divieto i pensionati sono tenuti a trasmettere all’INPS un’apposita comunicazione telematica contenente l’ammontare dei redditi percepiti nell’annualità precedente.
L’adempimento, tuttavia, non interessa tutti i pensionati, posto che per alcuni di essi i redditi da lavoro autonomo sono interamente cumulabili con la pensione.
Per chiarire il regime di esonero dalla comunicazione e fornire le indicazioni necessarie per trasmettere la dichiarazione reddituale, l’INPS è intervenuto con Messaggio 13 ottobre 2025, numero 3036.
Analizziamo la questione in dettaglio.
Indice
- Il divieto di cumulo delle pensioni Inps
- Obbligo di dichiarare i redditi 2024
- Quali pensionati non devono dichiarare i redditi 2024?
- Titolari di pensione o assegno di invalidità
- Quali pensionati sono invece obbligati a dichiarare i redditi?
- Quali redditi dichiarare all’INPS?
- Come dichiarare i redditi?
- Dichiarazione omessa
- Dichiarazione a preventivo per l’annualità corrente
Il divieto di cumulo delle pensioni Inps
L’articolo 10 “Disciplina del cumulo tra pensioni e redditi da lavoro dipendente ed autonomo” di cui al Decreto Legislativo 30 dicembre 1992, numero 503 nel disporre il divieto di cumulo della pensione con i redditi da lavoro autonomo contempla al comma 4 l’obbligo in capo ai lavoratori di “produrre all’ente o all’ufficio erogatore della pensione” la dichiarazione dei redditi “da lavoro riferiti all’anno precedente, entro lo stesso termine previsto per la dichiarazione ai fini IRPEF per il medesimo anno”.
Obbligo di dichiarare i redditi 2024
In applicazione dell’articolo 10, comma 4 i titolari di pensione con decorrenza compresa entro l’anno 2024, soggetti al divieto di cumulo parziale della pensione con i redditi da lavoro autonomo, per l’annualità in parola sono “tenuti a dichiarare entro il 31 ottobre 2025”, in quanto data di scadenza per l’invio della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2024, i “redditi da lavoro autonomo conseguiti nell’anno 2024”, come ricorda l’INPS nel Messaggio numero 3036/2025.
Quali pensionati non devono dichiarare i redditi 2024?
L’obbligo di dichiarare i redditi conseguiti nel 2024 non ricorre per i seguenti pensionati, in quanto non soggetti al divieto di cumulo della prestazione con le somme percepite in virtù di attività di lavoro autonomo:
- titolari di pensione e assegno di invalidità avente decorrenza compresa entro il 31 dicembre 1994;
- titolari di pensione di vecchiaia;
- titolari di pensione di vecchiaia liquidata con il sistema contributivo (dal 1° gennaio 2009 la prestazione è stata resa totalmente cumulabile con i redditi da lavoro, per effetto dell’articolo 19, Decreto – Legge 25 giugno 2008, numero 112);
- titolari di pensione di anzianità e di trattamento di prepensionamento a carico dell’Assicurazione generale obbligatoria e delle forme sostitutive ed esclusive della medesima (la totale cumulabilità con i redditi da lavoro è stata introdotta a decorrere dal 1° gennaio 2009).
Sulle pensioni di vecchiaia (secondo punto dell’elenco) è opportuno ricordare che, per effetto dell’articolo 72 della Legge 23 dicembre 2000, numero 388, dal 1° gennaio 2001 i trattamenti economici a carico dell’Assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti e delle forme di previdenza esonerative, esclusive, sostitutive della medesima e delle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi, sono interamente cumulabili con i redditi da lavoro.
La condizione di cumulabilità opera a prescindere dall’anzianità contributiva del pensionato.
Titolari di pensione o assegno di invalidità
Sono parimenti esclusi dall’obbligo di dichiarare i redditi da lavoro autonomo i soggetti titolari di pensione o di assegno di invalidità a carico dell’Assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti, delle forme di previdenza esonerative, esclusive, sostitutive della medesima, delle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi con un’anzianità contributiva pari o superiore a 40 anni.
Per il calcolo della soglia dei 40 anni di anzianità è da considerarsi utile anche la contribuzione relativa a periodi successivi la decorrenza della pensione, purché già utilizzata per la liquidazione dei supplementi di pensione.
Quali pensionati sono invece obbligati a dichiarare i redditi?
I percettori di trattamenti pensionistici, precisa l’INPS, che non si trovano nelle condizioni di esclusione appena descritte sono “tenuti a effettuare la comunicazione dei redditi da lavoro autonomo, conseguiti nell’anno 2024” entro la scadenza del 31 ottobre 2025, quale termine ultimo per la presentazione della dichiarazione dei redditi ai fini IRPEF.
Quali redditi dichiarare all’INPS?
I pensionati soggetti all’obbligo di comunicare i redditi 2024 devono denunciare le somme in parola, assunte al netto dei contributi previdenziali e assistenziali ma, tuttavia, al lordo delle ritenute erariali.
I redditi di impresa, chiarisce il Messaggio numero 3036/2025, sono trasmessi al netto anche delle eventuali perdite deducibili, imputabili all’anno di riferimento del reddito stesso.
Come dichiarare i redditi?
La dichiarazione reddituale è trasmessa all’INPS in via telematica, collegandosi all’apposito servizio online del portale “inps.it” in possesso delle credenziali SPID, CIE o CNS.
Il pensionato, una volta autenticatosi con la propria identità digitale, accede al servizio “RED Precompilato”, digitando nella barra del motore di ricerca il testo “La dichiarazione della situazione reddituale (RED)”.
Nella schermata successiva si seleziona la campagna di riferimento identificata con “Campagna RED 2025 anno reddito richiesto 2024”.
Dichiarazione omessa
Ai sensi del comma 8-bis del citato articolo 10 del Decreto Legislativo numero 503/1992 i titolari di pensione che omettano di produrre la dichiarazione dei redditi da lavoro autonomo sono tenuti a versare all’Ente previdenziale di appartenenza una somma pari all’importo annuo della pensione percepita nell’anno cui si riferisce la dichiarazione medesima.
La somma è prelevata dall’Ente di previdenza sulle rate di pensione dovute al trasgressore.
Dichiarazione a preventivo per l’annualità corrente
Sempre l’articolo 10, comma 4-bis statuisce che le trattenute delle quote di pensione non cumulabili con i redditi da lavoro autonomo vengono effettuate in via provvisoria dagli Enti previdenziali “sulla base della dichiarazione dei redditi che i pensionati prevedono di conseguire nel corso dell’anno” (Messaggio INPS).
Pertanto, i pensionati sono tenuti a rilasciare all’Ente previdenziale competente un’apposita dichiarazione, secondo le modalità telematiche sopra descritte.
Le trattenute saranno in ogni caso oggetto di conguaglio sulla base della dichiarazione dei redditi effettivamente percepiti dal contribuente, rilasciata dagli interessati entro lo stesso termine previsto per la dichiarazione dei redditi ai fini dell’IRPEF.
In definitiva, i pensionati per i quali opera il divieto di cumulo della pensione con i redditi da lavoro autonomo, che svolgono nel corrente anno attività di lavoro autonomo, sono tenuti a comunicare il reddito che prevedono di conseguire da tali prestazioni nel corso del 2025.
Le trattenute sulla pensione, effettuate a titolo provvisorio, saranno oggetto di conguaglio sulla base della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2025, resa a consuntivo nel 2026.
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