Ma procediamo con ordine a far luce sulla vicenda.
Per approfondire, speciale RIFORMA PENSIONI
Cosa rischio se si prescrive il mio diritto al rimborso?
Il Governo Renzi, con il D.L. 20 marzo 2014, n. 34, c.d. “Decreto Poletti”, ha stabilito la rimborsabilità solo parziale di alcune somme relative ai trattamenti pensionistici: sulle stesse voci (tutte quelle superiori a tre volte il minimo) già nel 2011 era intervenuta una Riforma che bloccava l’ipotesi di una loro rivalutazione.
La Corte Costituzionale fu interpellata rispetto alla legittimità della suddetta riforma, e si espresse in senso negativo, con sent. n° 70/2015. A seguito dell’emanazione del decreto legge, poi, è stata sollevata una nuova questione di legittimità rispetto alla parzialità del rimborso che lo stesso vorrebbe riconoscere ai pensionati.
Come posso evitare la prescrizione del diritto al rimborso?
Ad oggi la questione è al vaglio della Consulta, che deve ancora esprimersi. Tuttavia, i sindacati si dicono preoccupati perché, anche nell’ipotesi in cui la Corte consideri illegittimo il Decreto Poletti, probabilmente l’Inps potrebbe rigettare la richiesta di rimborso dei pensionati perché ne risulterebbe prescritto il diritto: la prescrizione relativa ai ratei pensionistici è quinquennale (ex l.98/2011). Di conseguenza, il rischio di diniego è tangibile, visto che tali presunti crediti risalgono al 2012.
L’unico modo per ovviare a tale inconveniente è quello prospettato da CGIL, CISL e UIL: inviare, a mezzo raccomandata, una richiesta all’Inps che interrompa i termini di prescrizione entro e non oltre il 31 dicembre 2016.
Sui siti web dei sindacati, per i pensionati, è possibile reperire un modulo di istanza già redatto.
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