Pensioni 2020, la rivalutazione prevista dalla Legge di Bilancio

Paolo Ballanti 10/12/19
Scarica PDF Stampa
Il ddl Bilancio attualmente all’esame del Parlamento prevede una revisione del meccanismo di rivalutazione delle pensioni 2020, ad oggi differenziato secondo sette scaglioni.

La Manovra vuole introdurre nel 2020-2021 una rivalutazione pari al 100% per le pensioni fino a quattro volte l’assegno minimo, per poi ridursi al 77, 52, 47, 45 o 40%. Gli scaglioni passerebbero poi a tre nel 2022.

Prima di analizzare le novità, vediamo l’attuale sistema di rivalutazione e quali differenze ci sono a seconda dell’importo della pensione.

Novità su pensioni e contributi

Pensioni 2019: la situazione attuale

L’attuale meccanismo di rivalutazione è figlio dell’ultima legge di Bilancio che ha previsto per il triennio 2019-2021 sette aliquote decrescenti:

  • 100% di rivalutazione per le pensioni di importo fino a tre volte l’assegno minimo (pari a 513 euro nel 2019);
  • Alle pensioni di importo compreso fra tre e quattro volte l’assegno minimo è garantita una rivalutazione pari al 97%;
  • 77% per le pensioni di importo compreso tra quattro e cinque volte l’assegno minimo;
  • 52% per le pensioni di importo compreso tra cinque e sei volte l’assegno minimo;
  • 47% per le pensioni di importo compreso tra sei e otto volte l’assegno minimo;
  • 45% per le pensioni di importo compreso tra otto e nove volte l’assegno minimo;
  • 40% per pensioni di importo superiore a nove volte l’assegno minimo.

Pensioni 2020: cosa cambia

Il ddl Bilancio prevede per il biennio 2020- 2021 la rivalutazione automatica delle pensioni in base a sei scaglioni:

  • 100% di rivalutazione per le pensioni pari o inferiori a quattro volte l’importo dell’assegno minimo;
  • 77% di rivalutazione per le pensioni comprese tra quattro e cinque volte l’importo dell’assegno minimo;
  • 52% di rivalutazione per le pensioni comprese tra cinque e sei volte l’importo dell’assegno minimo;
  • 47% di rivalutazione per le pensioni comprese tra sei e otto volte l’importo dell’assegno minimo;
  • 45% di rivalutazione per le pensioni comprese tra otto e nove volte l’importo dell’assegno minimo;
  • 40% di rivalutazione per le pensioni di importo superiore a nove volte l’ammontare dell’assegno minimo.

Sempre il ddl Bilancio stabilisce dal 1° gennaio 2022 la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici su tre soli scaglioni:

  • In misura pari al 100% per le pensioni fino a quattro volte l’assegno minimo;
  • In misura pari al 90% per le pensioni tra quattro e cinque l’assegno minimo;
  • In misura pari al 75% per le pensioni superiori a cinque volte l’assegno minimo.

Ape sociale 2020: cosa cambia

Sulla previdenza il ddl Bilancio prevede, oltre a modificare il meccanismo di rivalutazione delle pensioni, la proroga di un anno (fino al 31 dicembre 2020) dell’Ape sociale, senza tuttavia modificarne il funzionamento e i destinatari.

L’Ape prevede l’accesso alla pensione a chi compirà 63 anni tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2020, ricompreso in una delle seguenti categorie:

  • Disoccupati che da tre mesi non ricevono più alcuna prestazione;
  • Dipendenti che assistono da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado con handicap grave;
  • Dipendenti colpiti da una riduzione della capacità lavorativa pari almeno al 74%;
  • Dipendenti che in almeno sei degli ultimi sette anni di lavoro abbiano svolto in maniera continuativa lavori difficoltosi e rischiosi.

Nei primi tre casi è necessaria un’anzianità contributiva minima pari a 30 anni, che sale a 36 anni per coloro che abbiano svolto lavori difficoltosi e rischiosi.

Opzione donna: cosa cambia

Il ddl Bilancio proroga di un anno l’Opzione donna. Invariati i requisiti, che dovranno essere maturati entro il 31 dicembre 2019:

  • Almeno 35 anni di anzianità contributiva;
  • 58 anni di età per i dipendenti, 59 per le lavoratrici autonome.

Le finestre di accesso alla pensione sono dodici mesi dalla maturazione dei requisiti per le lavoratrici dipendenti e 18 per le autonome.

Quota 100: cosa cambia

Nessuna novità sul fronte Quota 100. L’accesso alla pensione con 62 anni di età e 38 di contributi non dovrebbe subire battute d’arresto, arrivando in questo modo alla scadenza naturale attualmente prevista per il 2021.

Leggi anche: “Pensioni: la mappa delle novità previste per il nuovo anno”

Paolo Ballanti

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento