PA, obbligo di saldo fatture commerciali entro 30 giorni. Proroghe e transazioni

Le linee guida sulle transazioni commerciali da pagare entro 30 e 60 giorni (con proroga).

Redazione 12/11/24
Allegati

La Pubblica amministrazione è obbligata a pagare le fatture commerciali entro 30 giorni: lo chiarisce e ricorda una recente circolare della Ragioneria generale dello Stato, in chi si mette nero su bianco come ridurre i tempi di pagamento delle PA verso i fornitori, sia uno dei punti focali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dal quadro normativo europeo.

Con questo intervento, il Ministero dell’Economia intende assicurare una maggiore efficienza nei processi contabili della PA, garantendo puntualità nei pagamenti e sostenendo la liquidità delle imprese fornitrici di beni e servizi.

Con questa circolare sono state fornite le linee guida per l’individuazione delle fatture di natura commerciale, per il corretto utilizzo della facoltà di proroga a 60 giorni, nonché per gli adempimenti degli organi di controllo di regolarità amministrativa e contabile, in ordine al corretto utilizzo della predetta facoltà

Indice

Riduzione tempi di pagamento dei fornitori

L’obbligo di pagamento delle fatture commerciali entro 30 giorni da parte delle Pubbliche Amministrazioni (PA) italiane è un tema centrale nelle politiche economiche e di efficienza amministrativa, incentivato e monitorato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

In particolare, La Riforma 1.11 del PNRR è un intervento specifico volto a ridurre i tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione nei confronti dei fornitori. L’obiettivo principale di questa riforma è garantire che le PA rispettino i tempi di pagamento fissati dalla normativa europea, riducendo significativamente i ritardi cronici che incidono sulla liquidità e sulla stabilità finanziaria delle imprese.

La riforma, inserita nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, si collega direttamente alla milestone M1C1-72bis, che stabilisce un miglioramento progressivo nei tempi di pagamento entro il primo trimestre del 2025 e del 2026. Per monitorare il raggiungimento di questi obiettivi, la riforma prevede l’adozione di strumenti di tracciamento e rendicontazione, come la Piattaforma dei Crediti Commerciali (PCC), che consente di controllare il rispetto delle tempistiche e di rilevare eventuali criticità nei pagamenti.

L’obbligo di pagamento entro 30 giorni (o 60 giorni per specifici settori, come quello sanitario) mira a migliorare l’efficienza della PA e a supportare le imprese, rafforzando la fiducia nei rapporti con il settore pubblico e contribuendo alla ripresa economica.

La normativa Ue su fatture PA

La direttiva europea 2011/7/UE, recepita nell’ordinamento italiano dal decreto legislativo n. 231 del 2002, stabilisce le regole per il pagamento delle transazioni commerciali. Questa normativa europea è nata per contrastare i ritardi nei pagamenti, identificando termini precisi per la liquidazione delle fatture emesse a fronte di transazioni commerciali.

Il decreto legislativo n. 231/2002 prevede generalmente un limite di 30 giorni per i pagamenti da parte delle PA, estendibile in casi specifici fino a 60 giorni, come nel settore sanitario.

Il quadro normativo è stato ulteriormente rafforzato dal decreto legislativo n. 192 del 2012, che ha apportato modifiche al d.lgs. 231/2002, adattandosi alle esigenze espresse dalla direttiva 2011/7/UE, per la quale la lotta ai ritardi di pagamento è essenziale al fine di tutelare i creditori e migliorare la competitività delle imprese.

Cos’è la fattura commerciale

Le linee guida di questa circolare dicono cosa è o non è transazione commerciale, da considerarsi ai fini del rispetto dei tempi di pagamento a 30 giorni.

Per transazione commerciale si intende qualsiasi contratto tra imprese o tra imprese e pubbliche amministrazioni che comporti, in modo esclusivo o prevalente, la consegna di beni o la prestazione di servizi a fronte di un corrispettivo. Questa definizione, derivata dalla normativa europea, è volutamente ampia e include molteplici tipologie contrattuali, come:

  • Contratti di fornitura di beni e servizi
  • Contratti di appalto di lavori pubblici
  • Prestazioni professionali

Cosa non è incluso in queste regole

Non tutte le transazioni che prevedono l’emissione di una fattura verso la PA rientrano automaticamente nella categoria delle transazioni commerciali. La circolare individua casi specifici di esclusione, per cui la PA non agisce in qualità di acquirente o fornitore, ma come ente erogatore di supporto finanziario. In particolare, sono escluse:

  • Rimborsi ai cittadini per spese sostenute e soggette a rimborso (ad esempio, rimborsi per assistenza sanitaria all’estero)
  • Contributi e sovvenzioni erogati a soggetti privati o pubblici per fini sociali, culturali o sportivi

in casi particolari, le fatture possono essere considerate transazioni commerciali anche quando l’acquisto è effettuato dal cittadino, purché il pagamento sia a carico della PA nell’ambito di programmi pubblici di sovvenzione, come per i programmi “Carta della cultura giovani” e “Carta del merito”, in quanto il bene, seppure acquistato dal soggetto beneficiario dell’intervento, è pagato dall’amministrazione pubblica, a fronte dell’emissione della fattura da parte dell’impresa venditrice.

Facoltà di proroga termini di pagamento fino a 60 giorni

Il decreto legislativo n. 231/2002 consente, in circostanze particolari, la proroga del termine di pagamento delle fatture commerciali a 60 giorni. Questa proroga può essere giustificata dalla natura specifica del contratto, purché sia espressamente documentata e riscontrabile. Tuttavia, tale estensione è strettamente regolamentata: le PA possono avvalersene solo se oggettivamente motivata dalla peculiarità del servizio o del contratto.

La piattaforma dei crediti commerciali (PCC) e il monitoraggio dei pagamenti

Per monitorare l’adempimento dei tempi di pagamento, la PA utilizza la Piattaforma dei crediti commerciali (PCC), un sistema che registra tutte le fatture elettroniche emesse nei confronti delle PA e verifica la loro scadenza. La PCC gioca un ruolo fondamentale nel monitoraggio del tempo medio di pagamento e dei ritardi rispetto alla scadenza delle fatture. Tale monitoraggio rientra tra gli obiettivi del PNRR, che mira a rendere i processi di pagamento più trasparenti ed efficienti, rispettando i termini fissati.

Le responsabilità delle PA e l’importanza della conformità ai termini

Le Pubbliche Amministrazioni sono tenute a rispettare i termini di pagamento per evitare ripercussioni negative. Il rispetto di tali obblighi rappresenta una garanzia di affidabilità per le imprese e una protezione per i creditori. Per questo motivo, le PA sono chiamate a documentare accuratamente ogni eventuale proroga o sospensione dei pagamenti. È inoltre previsto che, in assenza di motivazioni oggettive per estendere il termine di pagamento, le PA debbano attenersi ai 30 giorni.

Discrepanze ed errori nei tempi di pagamento

Durante il monitoraggio delle fatture ricevute, spesso emergono errori di registrazione dei termini di pagamento, come scadenze che superano i limiti previsti.

La circolare della Ragioneria raccomanda alle PA di verificare attentamente la correttezza dei dati inseriti per evitare scadenze improprie. La data di scadenza deve essere calcolata sui giorni di calendario effettivi, includendo festivi e non lavorativi, senza alcuna esclusione. Anche in presenza di fatture che riportano scadenze errate, la PA ha l’obbligo di riportare la data al termine legale di 30 giorni.

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Foto copertina: istock/Eoneren

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