Nuova Imu 2019, addio Tasi: ecco le novità in arrivo

Redazione 27/11/18
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Nel nuovo anno potremo forse dire addio al complicato ingranaggio delle imposte sulla casa, che dal 2014 hanno subito un accavallamento che ha gettato in confusione milioni di italiani: si avrà con tutta probabilità una Nuova Imu 2019.

Ne avrà fatta di strada da quando si chiamava Ici, per poi essere reintrodotta come Imu e poi essere ri-abolita per le prime case, restando invece per le seconde case. Assieme alla sua reintroduzione, c’è stato un affiancamento della cosiddetta Tasi, la tassa sui servizi indivisibili e gettando nella più totale confusione Comuni e contribuenti, considerando che appunto sono tasse comunali e che ci sono una marea di aliquote tra cui barcamenarsi, circa 200 mila.

Un emendamento alla Legge di bilancio 2019, presentato in Commissione bilancio, a firma di Alberto Gusmeroli, vicepresidente della commissione Finanze della Camera, e in fase di approvazione, chiede appunto di semplificare il tutto, con un nuovo testo unico dell’Imu, predisposto in 13 articoli.

A richiedere l’unificazione di Imu e Tasi sotto un’unica imposta è stata l’Anci, proprio allo scopo di semplificare il meccanismo di riscossione. Novità che dovrà essere votata prima in Commissione e poi in Aula.

Vediamo quali novità saranno introdotte se l’emendamento sarà approvato.

Leggi anche “Imu e Tasi: ecco chi ha diritto ad esenzioni e riduzioni” 

Imu: cos’è e quando si paga

L’Imu è la nuova imposta che viene pagata sugli immobili di proprietà e su cui si ha un diritto reale: usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi o superficie.

Si paga:

  • sulle abitazioni principali di lusso (categorie A/1, A/8 e A/9);
  • sulle seconde case;
  • su tutti le altre tipologie di immobili (laboratori, negozi, capannoni, box non di pertinenza dell’abitazione principale).

Imu: quando non si paga

Non si paga invece sulla prima casa e adibita ad abitazione principale e assimilati. Inoltre sono esentati dal pagamento dell’imposta:

  • gli immobili di proprietà di persone anziane o disabili, se risultano ricoverate in modo permanente in istituti, quando la casa è sfitta;
  • gli immobili di cooperative edilizie;
  • gli alloggi sociali;
  • i terreni agricoli montani o semi-montani, i terreni di proprietà di coltivatori e imprenditori agricoli professionali, o situati all’interno delle isole minori;
  • i terreni a destinazione agro-silvo-pastorale, a proprietà collettiva indivisibile e inusucapibile;
  • massimo una unità immobiliare in possesso del personale di servizio permanente delle Forze armate o della Polizia, dei Vigili del fuoco e del personale della carriera prefettizia, se non affittate;
  • le unità immobiliari (massimo una) di proprietà di un cittadino italiano residente all’estero e iscritto all’Aire, solo se già pensionato nel Paese dove risiede e se l’immobile non risulta né in affitto né in comodato d’uso.

Tasi: cos’è e quando si paga

A braccetto con l’Imu va la Tasi, la tassa sui servizi indivisibili. È un’imposta comunale istituita con la Legge di stabilità 2014, e riguarda tutti i servizi comunali destinati alla collettività: il verde, la manutenzione delle strade, l’illuminazione, i servizi cimiteriali e quelli di protezione civile, ecc.

La Tasi non va pagata per le case utilizzate dal proprietario come prima casa, come stabilisce, con la medesima definizione, il decreto Salva-Italia.

Esattamente come previsto per l’Imu, anche la Tasi prima casa infatti non si paga nel 2018, ad eccezione delle abitazioni principali che rientrano nelle categorie catastali di lusso.

Ci sono però ulteriori e numerosi casi di esenzione Tasi, compresa la possibilità di beneficiare di agevolazioni e riduzioni dell’importo in specifiche situazioni.

Ad eccezione di alcune esenzioni, la Tasi si paga su tutti i tipi di immobili come:

  • le seconde case,
  • i negozi e uffici,
  • gli immobili d’impresa,
  • aree edificabili,
  • i fabbricati rurali ad uso strumentale.

Nuova Imu 2019: l’emendamento alla Manovra

Le cose potrebbero però cambiare a partire dal prossimo 2019, perché se approvato, l’emendamento di cui si parlava a inizio articolo prevede l’istituzione di una Nuova Imu 2019, tutta semplificata. In questa nuova tassa sulla casa, si dirà addio alla Tasi. O meglio, la Tasi verrà accorpata e, con a nuova imposta unica, verrà assorbita la tassa sui servizi indivisibili.

Nuova Imu 2019: cosa cambierà

Come già anticipato, si dirà addio alla Tasi, perché la Tassa sui servizi indivisibili sarà assorbita dalla Nuova Imu. Si avrà quindi un’imposta unificata.

La nuova Imu unificata potrà essere pagata utilizzando un bollettino precompilato.

Non sono previste modifiche rilevanti alle aliquote massime da applicare al meccanismo di calcolo. L’aliquota massima prevista per la nuova Imu verrebbe fissata all’11,4%, pari allo 0,4% (aumentata al massimo fino allo 0,6%) sulla prima casa, lasciando inalterato l’esonero per l’abitazione principale.

Nuova Imu 2019: si risparmierà?

Assolutamente no. Non è purtroppo previsto risparmio per i contribuenti italiani. Innanzitutto l’emendamento prevede una clausola di invarianza secondo cui in fase di aaccorpamento di Imu e Tasi si deve assicurare che gli importi saranno gli stessi rispetto a quelli attualmente pagati eni Comuni dai cittadini.

C’è poi un’altra questione: l’aliquota massima prevista per la nuova Imu verrebbe fissata all’11,4%. Quindi potrà salire fino a questa percentuale (un tetto che ora può essere raggiunto solo nei comuni in cui nel 2014 è stata applicata una maggiorazione alla Tasi).

Addirittura che chi denuncia un sicuro futuro aumento: “Gli emendamenti al disegno di legge di bilancio che prevedono la tassa unica sulla casa – sostitutiva delle attuali Imu e Tasi – nascondono un aumento di tassazione”. Lo hadenunciato il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa in una nota spiegando che Confedilizia “lo ha segnalato più di una settimana fa, sia pubblicamente sia direttamente ai deputati della maggioranza che li hanno firmati”.

“Attualmente il limite delle aliquote Imu-Tasi è 10,6 per mille. “È impensabile che aumenti” spiega il presidente di Confedilizia – Inoltre, deve essere considerato l’incremento che i proprietari avrebbero attraverso l’eliminazione della quota di Tasi a carico degli occupanti, come nel caso dei conduttori in caso di locazione”.

A riguardo il pd ha presentato un emendamento che prevede un tetto massimo del 10,6 per mille, a cui aggiungere l’eventuale maggiorazione dello 0,4 per mille nei comuni che già la applicano.

 

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