Dopo il tira e molla sul fronte fiscale, che ha portato alla stesura di un maxiemendamento che include le novità su Iva, Irpef e Irap, gli ultimi ritocchi alla legge finanziaria per i prossimi due anni son arrivati a notte fonda, prima che l’organo collegiale deputato alla contabilità desse il via libera definitivo al testo.
Tra le novità dell’ultim’ora, sicuramente degna di nota è la frazione di risorse che verrà destinata alle zone alluvionate. In particolare, a beneficiare di questo portafoglio da 250 milioni, decurtati dal Fondo per la defiscalizzazione dei contratti di produttività, extra saranno enti locali – ossia Comuni e Regioni – di quelle aree colpite dall’ondata eccezionale di maltempo verificatasi negli ultimi giorni.
E proprio questo aspetto della contesa sulla legge di stabilità aveva incontrato il parere non proprio entusiastico del governo Monti, che si era pronunciato a sfavore per l’erogazione dei fondi pro alluvione.
I membri della Commissione, però, con un vero e proprio blitz hanno fatto valere la loro concordia, mettendo ko il governo che si troverà, così, costretto, contro la sua volontà, a elargire questo finanziamento.
Altra nota poco lieta per Monti e i suoi ministri, è quella di una seconda messa in minoranza da parte degli organi politici. L’argomento di dissidio, questa volta, riguardava il comparto sicurezza.
Nella fattispecie, è stata inclusa al testo approdato a Montecitorio della legge di stabilità anche la facoltà di deroga al blocco del turnover delle assunzioni nella PA.
Così, il settore della sicurezza si scopre come l’unico in grado di accogliere nuovi entranti nel variegato mondo della pubblica amministrazione nei prossimi mesi, malgrado, anche in questo caso, il governo avesse cercato di opporsi in tutti i modi.
Un contentino, per l’esecutivo, è arrivato con la cancellazione delle specifiche percentuali di sostituzione degli addetti al medesimo comparto sicurezza. In una prima fase, infatti, si era vaticinato di fissare tale ricambio al 50% già l’anno prossimo, ma la norma è scomparsa, seguendo i desiderata del Tesoro, nella lunga notte in Commissione dove la luce verde alla legge di stabilità è arrivata addirittura dopo le 5 del mattino.
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