In ricordo di Giorgio Bocca

Redazione 26/12/11
Scarica PDF Stampa
E’ morto Giorgio Bocca, a 91 anni.

Ci lascia tanto, tantissimo, in eredità.

Basta leggere quanto ha scritto fino all’ultimo nella sua rubrica sull’Espresso, “L’antitaliano“, da cui citiamo solo alcuni degli ultimi titoli.

Il bel paese dov’è difficile vivere  (28 ottobre 2011)

I vescovi ci invitano ad avere speranza. Ma l’impressione generale è che sia troppo tardi per venir fuori dalla palude. Manca infatti una volontà diffusa di cambiare. E si confida troppo nello “stellone” per uscire dai guai

Dicono che bisogna credere nel futuro, in un futuro diverso, migliore di questo presente, di questa marmellata di cose, oggetti, bisogni fra cui strisciamo. Non c’è neppure odio per le generazioni che ci hanno condotto in questa palude. Certo hanno mal governato il paese, lo hanno compromesso, hanno lasciato crescere la malavita, hanno dato ai cittadini un’unica morale, un’unica aspettativa: rubare allo Stato dove si può, finché si può.

Che altro vogliono dire i vescovi quando lamentano la mancanza di etica della nostra società, la mancanza di buone regole, di buoni comportamenti? L’impressione generale, scoraggiante, paralizzante è che sia troppo tardi per venirne fuori, le complicità sono troppe, le malversazioni di massa soffocanti, le occasioni di riscatto rare: non c’è un prevedibile 25 luglio per l’arresto del tiranno, non c’è un 8 settembre per l’inizio della guerra partigiana, non c’è un’occupazione straniera di cui liberarsi.

Sono le grandi dimensioni dei nostri attuali vizi, delle nostre pigrizie, delle nostre cattive abitudini a imprigionarci. Questa volta i “mille” del coraggio e dell’avventura sembrano scomparsi.

Ogni sera gli italiani che ancora desiderano vivere in una libera democrazia si chiedono quanto durerà questo decadimento, questa resa al peggio, e se questa rinascita è realmente possibile o un vano desiderio che si rinnova di generazione in generazione…

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/il-bel-paese-dove-difficile-vivere/2164856/18

Pessimista io? Sì, ecco perché  (06 ottobre 2011)

‘Nella vita mi è andata bene e sono un vecchio che sta in piedi. Ma se guardo il mondo oggi, e la strada che ha preso il genere umano, non riesco proprio a vedere segni di speranza’…

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/pessimista-io-si-ecco-perche/2163188/18

Il gusto di parlar male dei colleghi  (25 agosto 2011)

Buona parte del tempo che si passa al lavoro è dedicato alla maldicenza. Domina l’invidia per chi comanda e per chi occupa posizioni importanti. La sacralità della fatica oggi è un po’ attutita…

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/il-gusto-di-parlar-male-dei-colleghi/2159101/18

Che fatica capire l’Italia (28 luglio 2011)

I torinesi che la fanno da padroni a Detroit. La frenesia delle donne di rifarsi naso e corpo. La passione per gli omicidi misteriosi, da Sarah a Yara. Nel nostro paese l’unica distrazione vera ormai sembra essere la politica…

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/che-fatica-capire-litalia/2157297/18

Quel che resta della politica (30 giugno 2011)

Il carnevale di Pontida. La rete di Bisignani. La comparsata della Jolie a Lampedusa. Più che maestra di civile convivenza, l’arte di governare sembra ormai ridotta a un triste avanspettacolo

La politica! E’ da quando frequento la gente colta e agiata che mi sento ripetere che la politica è la scienza maestra di vita, di libertà e di giustizia, di civile convivenza. D’accordo, ma sempre a leggere giornali, a guardare le televisioni ci viene il dubbio che sia anche altro, la voglia di rubare molto e in fretta di quelli che hanno la voglia o lo stomaco per farla…

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/quel-che-resta-della-politica/2154980/18

Politici alla fiera delle vanità (24 giugno 2011)

Qualsiasi mossa è studiata per fare bella figura davanti ai telespettatori: da come si aggiusta la giacca a come si saluta la gente. Per non parlare dei talk-show dove la mimica facciale e gli atteggiamenti sono determinanti…

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/politici-alla-fiera-delle-vanita/2154512/18

Siamo liberi, ma non siamo felici (17 giugno 2011)

L’assenza di dittatura non basta se poi soffochiamo sotto il peso dell’avidità e degli interessi personali che si sostituiscono alla ricerca del bene comune.

Ho sentito dire da amici questa amara riflessione: siamo liberi ma la mediocrità della vita ci sta soffocando. Apro la televisione, i giornali, ascolto le radio: è una marea di falsità e di stupidità che non ci dà tregua. Seguo i dibattiti politici, un bla bla bla ripetitivo, parole elusive prive di senso, una recita che ha dell’osceno perché capisci benissimo che i buoni intenti sono una copertura, un diversivo, e che al contrario tutti pensano ai buoni affari. Da cui una sorta di nausea per la politica in generale, vissuta come un colossale inganno e presa in giro, con quel presidente virtuoso che continua nelle buone prediche mentre attorno a lui ogni giorno, a ogni ora c’è qualcuno che ruba o malversa.

La democrazia è il modo migliore di vivere associati, le sue forme sono le migliori, le sue ragioni inoppugnabili, ma se lascia che gli interessi privati prevalgano sui generali può diventare oggetto di feroci critiche e di odio, come all’inizio del secolo scorso, quando l’odio per la democrazia divampava in tutta Europa e creava i mostri del fascismo…

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/siamo-liberi-ma-non-siamo-felici/2154069/18

Basta con l’Italia dei ‘casciabal’ (20 maggio 2011)

I cacciaballe, in milanese. Insomma, i mentitori professionali che finora hanno irretito metà del nostro Paese. Ma che adesso iniziano ad avere paura, perché l’altra metà si è stufata. E può davvero mandarli a casa…

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/basta-con-litalia-dei-casciabal/2151785/18

Cosa fa, oggi, chi fa politica (4 marzo 2011)

Una volta, più o meno, a qualcosa credevano. Oggi sono lì con un solo scopo: trasferire denaro pubblico, cioè nostro, nelle tasche di qualche privato. E le diversità ideologiche cedono il campo agli affari

Il politico, cioè il delegato al funzionamento dello Stato, è sempre più in difficoltà. le vecchie armi del mestiere come la retorica e l’eloquio forense si sono come spuntate di fronte alla difficoltà di governare il puttanaio generale…

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/cosa-fa-oggi-chi-fa-politica/2145930/18

Io, padre pieno di dubbi (28 gennaio 2011)

Ogni giorno mi chiedo se e in che cosa sbaglio con loro, in un dialogo interiore che non avrà mai fine. Eppure qualcosa ho imparato, negli anni: che i legami di famiglia sono gli unici che resistono a tutto…

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/io-padre-pieno-di-dubbi/2143231/18

La festa è finita (21 gennaio 2011)

Fa uno strano effetto vivere in un mondo che non sa bene che ne sarà di lui nei prossimi anni e di cui abbiamo perso il controllo

Per i giovani il buio di un futuro dove le possibilità di un lavoro ben retribuito sembrano essere letteralmente scomparse…

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/la-festa-e-finita/2142749/18

La tempesta non passa da sola (17 dicembre 2010)

Chi spera che finisca l’era della politica al servizio dei giochi del sultano può essere ottimista. A patto di impegnarsi. Perché la libertà non è un regalo ma una conquista

Finirà questa discesa nel vuoto, questa disgregazione del paese Italia, civile e fisica?

Avevano ragione i mille, la libertà la si conquista, non la si riceve in regalo…

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/la-tempesta-non-passa-da-sola/2140553/18

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento