Immigrati, addio al reato di clandestinità. E Grillo bacchetta i suoi

Redazione 10/10/13
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La commissione giustizia del Senato, ieri pomeriggio, ha cancellato il reato di immigrazione clandestina, uno dei punti più controversi e discussi sulle norme di contrasto all’ingresso illegale di cittadini stranieri in vigore sul territorio italiano. L’emendamento è stato proposto da due senatori del MoVimento 5 Stelle e ha incontrato l’ok del governo, ma non quello del guru Beppe Grillo che oggi ha sconfessato l’iniziativa.

Insomma, nonostante la tragedia di Lampedusa, la politica continua a dividersi sul tema dell’immigrazione clandestina. La giornata di ieri ha visto, tra l’altro, sui luoghi del disastro umanitario dei giorni scorsi le massime autorità comunitarie, il presidente della Commissione Ue José Mauel Barroso e il commissario agli affari interni Cecilia Malmström, accompagnati da premier e vicepremier italiani, Enrico Letta e Angelino Alfano.

Così, mentre i vertici di Bruxelles osservavano in prima persona l’ultima, drammatica tragedia del Mediterraneo, in Senato veniva cancellato con un colpo di spugna il reato di clandestinità, passato con mille polemiche durante l’ultimo governo Berlusconi. La parte abolita riguarda soprattutto la previsione di carcere e di multa per chi infranga la disposizione. “«La sanzione penale appare sproporzionata e ingiustificata – ha detto il sottosegretario Ferri che ha presieduto la seduta – E la sanzione penale pecuniaria è di fatto ineseguibile considerato che i migranti sono privi di qualsiasi bene”.

La decisione, tra l’altro, arriva proprio a ruota del monito di Napolitano alle Camere, in cui si invita a legiferare per snellire la presenza dei detenuti nei penitenziari italiani: “Il numero delle persone che potrebbero essere potenzialmente incriminate – continua Ferri – sarebbe tale da intasare completamente la macchina della giustizia penale, soprattutto nei luoghi di sbarco.” In sostanza, si tratta del primo passo verso l’acclamata cancellazione della legge Bossi-Fini, richiesta a gran voce dopo la sciagura di Lampedusa.

Intanto, però, il MoVimento 5 Stelle, anziché assumersi la paternità della decisione, fa marcia indietro tramite un comunicato dei suoi due fondatori Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio“La loro posizione –  in riferimento ai due senatori che hanno avanzato la proposta in Commissione – espressa in Commissione Giustizia è del tutto personale. Non è stata discussa in assemblea con gli altri senatori del M5S, non faceva parte del Programma votato da otto milioni e mezzo di elettori, non è mai stata sottoposta ad alcuna verifica formale all’interno. Non siamo d’accordo sia nel metodo che nel merito.”

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