Il rigore di Monti e quello di Pirlo

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Alle volte sembra proprio che il destino, o chi per lui, si diverta a mandarci messaggi subliminali, che non sempre cogliamo: la semifinale di Euro 2012 fra Italia e Germania, che molti hanno già definito “il derby dello Spread“, si giocherà infatti proprio alla vigilia del prossimo vertice di Bruxelles, che avrà per tema le ennesime misure di rigore che gli eurogoverni tenteranno di varare per scongiurare, o per lo meno contenere, gli effetti devastanti della crisi economica internazionale.

L’auspicio dell’italiano medio, ancora un po’ assonnato per la lunga maratona televisiva che l’ha costretto ai supplementari da teleschermo contro gli Inglesi, è che i nostri governanti abbiano avuto tempo di dare un’occhiata a quel signore che – vestito d’azzurro e con i capelli lunghi, come il principe di tante vecchie favole – ieri sera, giunto sui fatidici 11 metri, in un momento di difficoltà colossale (ovvero, con un’espressione abusata nei talk show politici “ad un passo dal baratro”), ha fornito un’interpretazione del “rigore” ben diversa dai canoni tradizionali: nata cioè da un’invenzione vera e propria (il famoso genio italico..) e non dall’arido calcolo matematico o statistico che sta guidando Monti e gli altri governi dell’Eurozona.

Questo si augura il cittadino italiano ed europeo: che la soluzione alla crisi non stia tutta nel rigore. O se proprio deve, che sia almeno un rigore alla Pirlo!

Federico Urbinati

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