La Manovra 2025 approvata con Legge 30 dicembre 2024 numero 207 ha innalzato la soglia di esenzione fiscale e contributiva per i beni e servizi riconosciuti dal datore di lavoro ai dipendenti nelle annualità 2025, 2026 e 2027.
Per effetto della norma (articolo 1, commi 390-391) le aziende che riconoscono fringe benefit nel corso del triennio possono contare su una soglia maggiorata rispetto a quella ordinaria di 258,23 euro annui.
Mentre per la generalità dei dipendenti sono esenti da contributi e tasse i beni e servizi riconosciuti fino al limite di 1.000,00 euro annui, per coloro che hanno figli fiscalmente a carico la Manovra 2025 aumenta l’asticella fino a 2.000,00 euro.
Tanto con la soglia ordinaria a 258,23 euro quanto con quelle maggiorate a 1.000 / 2.000 euro opera la regola per cui, se nell’anno i beni ceduti e / o i servizi prestati hanno un valore superiore, quest’ultimo concorre interamente al calcolo di contributi e tasse.
Ne consegue che il dipendente con figli a carico che riceve fringe benefits per 2.100,00 euro vedrà trattenersi contributi e imposte sull’intera somma.
A questo punto diventa fondamentale capire a quanto ammontano i beni e servizi riconosciuti nel corso dell’annualità corrente. Ed è qui che entra in gioco il cosiddetto principio di cassa allargato.
Analizziamo la questione in dettaglio.
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Indice
- I compensi in natura non tassati
- Il rischio dei fringe benefits oltre la soglia di legge
- Gli importi dei fringe benefits 2025
- Le retribuzioni di dicembre da pagare entro il 12 gennaio 2026
- Come rispettare il termine del 12 gennaio?
- Cosa accade se si oltrepassa la data del 12 gennaio?
- Quali effetti per i fringe benefits?
I compensi in natura non tassati
Come anticipato, i beni ceduti e i servizi prestati dal datore di lavoro sono considerati esenti da imposte e contributi se complessivamente non superano, nel periodo d’imposta, euro 258,23.
La previsione, contenuta nell’articolo 51, comma 3 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi, approvato con Decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, numero 917) ha l’obiettivo di considerare irrilevanti per INPS ed Erario le somme cosiddette di modico valore.
Nell’ottica di sostenere economicamente i dipendenti, la Manovra 2025 ha innalzato il limite dei fringe benefit, per le annualità 2025, 2026 e 2027, a:
- 1.000,00 euro per la generalità dei dipendenti;
- 2.000,00 euro per i lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico (si assumono a riferimento anche i figli nati fuori del matrimonio, riconosciuti, adottivi, affiliati o affidati, nonché i figli conviventi del coniuge deceduto).
Il rischio dei fringe benefits oltre la soglia di legge
Le conseguenze per dipendenti e aziende, in caso di riconoscimento di fringe benefits che nel periodo d’imposta superano le soglie di legge, non sono trascurabili.
In situazioni simili, infatti, l’intero valore è soggetto a:
- contributi a carico dipendente (trattenuti in busta paga) e datore di lavoro (maggior costo aziendale);
- trattenuta fiscale in busta paga a carico del dipendente, il quale vede aumentare anche il reddito imponibile ai fini fiscali (utile, ad esempio, per l’accesso a bonus e prestazioni agevolate, nonché per il calcolo dell’ISEE).
Ipotizziamo il caso del dipendente Mario, il quale riceve nel corso del periodo d’imposta 2025 fringe benefits dall’azienda Alfa per complessivi euro 1.800,00.
Avendo Mario un figlio fiscalmente a carico il valore delle retribuzioni in natura è al di sotto della soglia di 2.000,00 euro annui e, come tale, esente da contributi e tasse.
Se, al contrario, i fringe benefits si attestano nell’anno a 2.100,00 euro l’intera somma è tassata e assoggettata a contributi (a carico azienda e dipendente).
Gli importi dei fringe benefits 2025
Per evitare le brutte sorprese appena descritte diventa di fondamentale importanza calcolare a quanto ammontano i beni ceduti e i servizi prestati dal datore di lavoro al singolo dipendente nel corso del periodo d’imposta 2025.
A tal proposito vige la regola per cui si considerano nel periodo d’imposta dell’annualità corrente le somme e i valori in genere, corrisposti dai datori di lavoro entro il 12 gennaio 2026 (articolo 51, comma 1, TUIR).
Si parla in questo caso di principio di cassa allargato. Quest’ultimo è stato introdotto per rispondere all’esigenza di datori di lavoro e professionisti che elaborano le buste paga di dicembre una volta conclusosi il mese stesso e, di conseguenza, a gennaio.
Senza il principio di cassa allargato le retribuzioni di competenza del cedolino di dicembre 2025 dovrebbero essere considerate nel reddito non 2025 bensì 2026.
Dal punto di vista fiscale vale infatti il principio di cassa, tale per cui si assume a riferimento il momento stesso in cui le somme (redditi) vengono liquidati al dipendente.
Le retribuzioni di dicembre da pagare entro il 12 gennaio 2026
Alla luce di quanto disposto dal TUIR le retribuzioni di dicembre 2025 devono essere obbligatoriamente liquidate entro lunedì 12 gennaio 2026.
In questo modo i redditi di dicembre sono considerati insieme a quelli delle mensilità ordinarie da gennaio a novembre dell’annualità corrente.
Come rispettare il termine del 12 gennaio?
Per poter rispettare la scadenza del 12 gennaio è necessario che, entro tale data, i netti delle buste paga di dicembre 2025 siano materialmente presenti nel conto corrente del lavoratore.
In questa situazione vale infatti il momento in cui i redditi entrano nella sfera patrimoniale del percettore (il dipendente) e quest’ultimo può farne uso.
Se, ad esempio, il datore effettua il bonifico il 12 gennaio 2026 e le somme sono accreditate sul conto corrente del lavoratore il successivo giorno 13 il principio di cassa allargato non è rispettato.
Cosa accade se si oltrepassa la data del 12 gennaio?
Le somme liquidate ai dipendenti in data successiva al 12 gennaio entrano automaticamente nel reddito imponibile non dell’annualità corrente, bensì del 2026.
Quali effetti per i fringe benefits?
I fringe benefits riconosciuti entro il 12 gennaio 2026 vengono sommati al valore degli altri beni e servizi ricevuti dal dipendente nelle precedenti mensilità del 2025.
In caso contrario, le somme entrano nel conteggio dell’annualità 2026.
Questo significa che se il dipendente Mario (dell’esempio precedente) conta di ricevere il prossimo anno un valore di fringe benefits pari a 1.800,00 euro, a causa del mancato rispetto del principio di cassa allargato vede slittare al 2026 (ipotizziamo) 300,00 euro aggiuntivi.
Pertanto, al fine di rispettare la soglia di 2.000,00 euro Mario dovrà ricevere nel 2026 un valore di fringe benefits inferiore alla cifra attesa (1.800,00 euro) ad esempio pari a 1.700,00 euro.
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Foto copertina: istock/AndreyPopov
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